La sanguinolenta arte di Hermann Nitsch

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Vienna è stata la città culla di tanti movimenti culturali del Novecento, spinta dalla forza secessionista, dalle lezioni di Gustav Klimt e Egon Schiele. Ha dato i natali alla psicoanalisi freudiana e jungeriana e quindi a tutta la rivoluzione letteraria e scientifica che ne consegue.

A soli cinquant’anni dalle prima teorizzazioni freudiane, si sviluppa nei prima anni ‘60 l’Azionismo Viennese (Wiener Aktionismus), movimento artistico di performance colme di pulsioni sanguigne, di ritualità primitiva e carica irruenta. Arte dissacrante che vede il corpo come mezzo espressivo per esternare malattie esistenziali. Nell’arte “tradizionale” la creazione parte dalla mente per arrivare al corpo, qui, viceversa, si usa il corpo per comunicare alla mente. Protagonisti di questa nuova cultura furono Gunter Brus, Otto Muhl, Rudolf Schwarzkogler e il discusso Hermann Nitsch, autore dell’Orgien-Mysterien Theater.

Per comprendere l’opera azionista basta citare come esempio la performance di esordio, alla rassegna delle Wiener Festwochen, dal titolo Die Blutorgel (Organo di sangue), che vide Nitsch, Muhl e Adolf Frohner murati per tre giorni nel vano di un locale. Una delle poche esibizioni che vide la cooperazione tra artisti che solitamente operavano in autonomia. Brus era tendenzialmente il più masochista e carico di implicazioni erotiche: bevve il proprio piscio, si fece urinare in bocca da Muhl e si masturbò in pubblico. Non da meno Muhl, che oltre allo scambio di liquidi con l’amico Brus, durante una performance gettò una ragazza in un cumulo di rifiuti per poi sfregiarne il corpo con oggetti e colate di pittura. Schwarzkogler era probabilmente il più sadomasochista: si accaniva sul proprio corpo ferendosi; la scomparsa prematura è da ricondurre probabilmente ad un tentativo di autocastrazione.

Die Blutorgel

L’artista più complesso rimane Nitsch con il suo Teatro delle Orge e dei Misteri: crocifissioni, interiora di animali squartati, tanto sangue su persone, pareti ed oggetti. Riti dionisiaci che durano interi giorni, che coinvolgono molte persone in atti sacrificali.

Per Nitsch la violenza è giustificata dallo scopo puramente terapeutico e catartico. L’artista sostiene che ogni uomo ha una potenza violenta ed assassina che deve essere liberata, sfogata, per raggiungere la purezza. Nitsch, barbuto e corpulento, con il suo camice bianco imbrattato di sangue, fa pensare più ad un macellaio che ad un mistico. Come afferma lo stesso: “Io rovisto con le mie mani nella carne bagnata di sangue delle sue interiora e cospargo il mio camice con feci sangue colpa”. Tutto ciò per far sfogare quell’istinto violento e perverso insito nell’uomo, unicamente per salvarlo.

Hermann Nitsch, Orgien Mysterien Theater – un’immagine di presentazione

Dal 1971 le sue maratone orgiastiche si svolgono nel suo castello di Prinzendorf. I riti collettivi sono come una grande seduta di psicoanalisi per purificarsi da tutti gli eccidi del Novecento. Sabba accompagnati dalla musica orchestrale, che permettono allo spirito dionisiaco di esplodere all’esterno del proprio inconscio.

Come lui stesso afferma:

“È solo passando attraverso i più bassi istinti dell’uomo che può avvenire la catarsi. Quando squartiamo un animale, sentiamo le sue viscere calde, beviamo il suo sangue, ritorniamo in contatto con qualcosa di primitivo che ci appartiene. È in questi momenti che esce fuori la nostra natura, che non è né buona né cattiva, è semplicemente il nostro istinto. Può essere anche violento, ma la violenza fa parte del mondo ed è meglio esorcizzarla in un rito collettivo che reprimerla. Viviamo in una forma di depressione latente, siamo anestetizzati. Le mie Azioni sono un modo per avvicinare la vita alla morte ed è da questa esperienza che usciamo più forti. Ecco perché la gente che partecipa mi ringrazia.”

Le immagini che provengono dalle sue performance possono facilmente impressionare, ed è per questo che non le trovate in questo articolo. Per i più temerari, Google è sempre un buon amico.

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