I penitenzieri: chi sono realmente i “cacciatori del buio”

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Trovare una storia originale in grado di intrigare il lettore è il Sacro Graal per ogni scrittore. A dirlo è lo stesso Donato Carrisi, a cui viene spesso chiesto come è arrivato alla straordinaria storia vera dei penitenzieri, della penitenzieria apostolica e dei personaggi raccontati nei suoi libri Il Tribunale delle Anime, Il Cacciatore del Buio e Il Maestro delle Ombre. Una storia che in pochissimi conoscevano, che affonda le radici nei secoli passati e nella crescita della comunità cattolica e che acquisisce risvolti thriller, fino a considerarli i “criminologi del Vaticano”.

Sì, i penitenzieri esistono realmente. Si presentano con le loro stesse parole nel sito ufficiale della Penitenzieria Apostolica. Hanno una struttura ben precisa, che oggi fa capo al Penitenziere Maggiore, Sua Eminenza il Cardinale Mauro Piacenza, e una storia che parte nel XII secolo, rendendolo il più antico dicastero della Curia Romana e il suo primo tribunale in assoluto. Il loro ruolo principale è gestire le confessioni più difficili e gravi ricevute dai fedeli che avevano compiuto le opere più malvagie: atti di una gravità tale da richiedere l’intercessione dello stesso Papa prima di poter concedere assoluzione e penitenza. Col tempo i peccati di tale entità divennero tanto numerosi, e il numero di persone che venivano a Roma da ogni parte del mondo tanto alto, da rendere necessario per il Papa delegare a un ristretto numero di altri sacerdoti la valutazione di questi casi.

Dal 1100 fino ad oggi, quindi i penitenzieri del Vaticano hanno raccolto le confessioni dei peccati più gravi mai commessi dall’uomo. Non è infatti raro che le persone più malvagie sentano il bisogno di confrontarsi con Dio cercando di affrontare il loro lato oscuro: spesso perché provano sentimenti sinceri di pentimento o un bisogno impellente di fermarsi, oppure per liberarsi di un peso con qualcuno che è obbligato a mantenere il segreto, più raramente come pura provocazione. Le confessioni vengono trascritte e conservate nell’archivio della Penitenzieria Apostolica. Per questo motivo, quell’archivio (che è consultabile da parte di ricercatori e studiosi previa richiesta formale) è considerato il database più grande e completo sul male e sulle azioni malvagie dell’uomo. Un esempio di peccati che possono essere assolti solo tramite intercessione della Penitenzieria Apostolica sono gli omicidi, la profanazione dell’Eucaristia (ovvero l’uso dell’ostia consacrata a fini blasfemi, ad esempio per riti satanici) e la rottura del segreto confessionale da parte di un sacerdote.

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L’archivio privato della Penitenzieria Apostolica

Nel tempo, i sacerdoti della Penitenzieria Apostolica diventano veri e propri esperti delle forme di malvagità dell’essere umano. Come loro stessi raccontano, “mentre il bene nel corso dei secoli si è andato evolvendo insieme all’umanità, il male resta quasi sempre uguale a se stesso.” Le forme e le intenzioni delle malvagità dell’uomo sono le stesse dall’alba dei tempi, e quando si tratta di azioni umane ispirate dalla pura ambizione di malvagità, le meccaniche, i moventi e le condizioni psichiche di chi le attua oggi sono sorprendentemente simili a quelle dei peccatori di secoli prima. È per questo che l’esperienza e la conoscenza dei penitenzieri sono oggi molto utili per la criminologia, e non sorprende che alcuni di loro collaborino con la polizia nei casi più difficili: il loro contributo da “consulenti del male” aiuta a capire cosa muove gli uomini malvagi, cosa cercano e quali possono essere le loro prossime mosse o i loro moventi. Il loro aiuto negli anni è servito ad aiutare le indagini delle forze dell’ordine, ad entrare nella mente del ricercato: un campo d’azione che normalmente rientra nella pura criminologia, ma che quando si ha a che fare con individui motivati dalla pura e semplice volontà di compiere il male più assoluto può avvicinarsi molto al tipo di peccati con cui normalmente hanno a che fare i penitenzieri.

I penitenzieri sono dunque sacerdoti cattolici a tutti gli effetti, che ricevono confessioni per i peccati più gravi e che hanno studiato dall’archivio storico del loro stesso dicastero. Nella dimensione letteraria vengono considerati i guardiani del buio o addirittura dei cacciatori, che in prima persona si prodigano ad identificare e fermare il male, ma questa è la parte di finzione introdotta dalla letteratura thriller moderna. Nella realtà, quello che fanno i penitenzieri è collaborare di tanto in tanto con la polizia offrendo delle intuizioni basate su come il male ha agito nella storia dell’uomo, ovviamente senza mai rompere il vincolo confessionale. Se si svuota la loro figura dai significati religiosi, in base alla mole di casi studiati e all’enormità dell’archivio a loro disposizione, possono essere considerati i criminologi più esperti del mondo.

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