Annientamento: il significato finale dell’incubo new weird di Netflix

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In ottica, la rifrazione è quel fenomeno per cui quando la luce o un’onda elettromagnetica attraversa la superficie di separazione fra due sostanze trasparenti, il raggio incidente subisce una deviazione rispetto alla sua direzione iniziale. In biologia, la replicazione è il meccanismo con cui durante la divisione di una cellula viene prodotta una copia del DNA cellulare. In medicina, un tumore è una massa di tessuto che cresce in eccesso e in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo.

Cosa potrebbe succedere se dal primo di questi tre fenomeni potessero dipendere gli altri due? Annientamento, la sorprendente opera seconda di Alex Garland, parla proprio di questo. E alla fine le domande sono più numerose che all’inizio.


La trama

Qualcosa è piovuto dal cielo e si è schiantato nei pressi di un faro. Non sappiamo cosa sia e non sappiamo con precisione nemmeno dove si sia schiantato. Dal punto di atterraggio si è sprigionato il bagliore, una sorta di bolla luminosa dalla superficie opalescente che col tempo inizia ad espandersi, lentamente, e ad inglobare l’area circostante. Come una sorta di tumore. È impossibile capire cosa sia il bagliore e cosa accada al suo interno: l’esercito invia droni ed intere squadre di militari, ma nessuno fa ritorno e nulla riesce a comunicare con l’esterno. Kane (Oscar Isaacs) fa parte dell’ultima squadra inviata all’interno del bagliore: non fa ritorno da un anno. Sua moglie Lena (Natalie Portman), ex-militare e professoressa di biologia alla John Hopkins University, ignara di quale fosse la missione del marito, vive in lutto per la sua scomparsa, finché un giorno Kane non si materializza davanti alla porta della loro camera, pallido e in pieno stato confusionale.

Annientamento | Trailer Ufficiale HD | Paramount Pictures 2018

Dopo qualche parola Kane inizia ad agitarsi in preda alle convulsioni e a vomitare sangue: mentre Lena lo accompagna in ospedale, alcuni veicoli militari fermano l’ambulanza e costringono tutti a scendere. Lena viene anestetizzata e si risveglia nell’Area X, un accampamento militare costruito vicino al bagliore: la dottoressa Ventress (Jennifer Jason Leigh) le mostra il bagliore in espansione e le spiega che, al momento, Kane (che ora è in fin di vita) è l’unico ad essere tornato tra tutti coloro che si sono introdotti al suo interno. Determinata a capire cosa abbia ridotto Kane in quello stato e a cercare una soluzione a quel bagliore che sembra inghiottire ogni cosa, Lena si unisce alla dottoressa Ventress e ad altre tre donne del suo team, Josie (Tessa Thompson), Cassie (Tuva Novotny) e Anya (Gina Rodriguez) nella prima missione scientifica (non militare) all’interno del bagliore.

Una volta attraversata la superficie del bagliore, tutte le leggi della fisica, della natura e del tempo non esistono più: il tempo scorre in maniera diversa rispetto all’esterno, fiori diversi crescono dalle stesse piante, nei boschi appaiono caprioli gemelli con rami fioriti al posto delle corna, gli alligatori sono albini e hanno denti da squalo, sugli alberi e sui muri crescono strani funghi che sembrano respirare.

Il bagliore è come una sorta di prisma che è in grado sia di rifrangere le onde elettromagnetiche che di riprogrammare le sequenze del DNA di piante, animali e funghi, creando spaventose mutazioni impossibili nella realtà. Il materiale organico dei tre regni si fonde col materiale inorganico dei pochi edifici in zona creando amalgami terrificanti.

Più si avvicinano al faro e più le cinque donne prendono consapevolezza che questa continua mutazione ha effetto anche sui loro corpi, come su tutto ciò che le circonda: Cassie e Anya vengono sbranate da un gigantesco ibrido tra orso e lupo, che dopo aver ucciso Cassie inizia a gridare “Aiuto!” con la sua voce; Josie si rassegna alle mutazioni in corso e si tramuta in una pianta antropomorfa; Ventress prosegue il suo cammino per il faro e Lena scopre nuovi inquietanti dettagli sulla missione Kane.

Annihilation - Bear Scene

Giunta nei pressi del faro, come una nuova Alice nel Paese delle Meraviglie che si avventura nella tana del Bianconiglio, Lena scopre che il vero Kane si è suicidato, e che quello tornato a casa non è altro che una copia, dopodichè incontra la fonte del bagliore: un essere indefinibile che si sprigiona da quel che resta del corpo della dottoressa Ventress (giunta prima di Lena sul posto) e comincia a plasmare una copia della stessa Lena, come aveva già fatto con Kane. Dopo un’intensa lotta con questo essere, Lena riesce ad avere la meglio sulla sua copia dandole fuoco con una bomba al fosforo: questo genera un incendio che distrugge il faro, l’alieno e la copia di Lena, ponendo fine al fenomeno del bagliore.

In quarantena al campo base, Lena ritrova il doppelganger di Kane (guarito completamente dopo la fine del bagliore) e lo abbraccia, consapevole di non essere più nemmeno lei la stessa di prima.


La spiegazione

È difficile provare a dare una spiegazione soddisfacente di un film che non ha nessuna intenzione di dare spiegazioni. Tre anni dopo il grande successo del suo lungometraggio d’esordio Ex Machina (anche se più voci confermano che avrebbe diretto anche la maggior parte del film Dredd del 2012, tratto dal fumetto della 2000 AD) lo sceneggiatore e regista Alex Garland ha deciso di portare sul grande schermo il primo romanzo della Trilogia dell’Area X (composta da Annientamento, Autorità ed Accettazione), saga fantascientifica new weird firmata dal pluripremiato Jeff VanderMeer, decidendo però in comune accordo con l’autore di stravolgere il romanzo originale per dar vita ad un film diverso ed autonomo. Di Annientamento non è tanto interessante la trama, in fin dei conti un canovaccio visto e rivisto, ma il modo in cui Garland riesce a rimodellare molti elementi di questo canovaccio (come fa il bagliore nel suo film) rendendoli originali ed interessanti.

Non c’è solo una metafora sul tumore, sulla morte e sulla paura dell’ignoto: con molti debiti nei confronti del cinema di John Carpenter (a partire dall’imprescindibile La Cosa fino ai meno scontati Starman e Il Signore del Male), della logica del body horror di David Cronenberg e degli incubi surreali di R. H. Giger (impossibile non pensare a lui nella scena del ritrovamento dello scheletro fuso con la parete e i funghi). Garland mette in scena il suo film come se fosse un incubo irrazionale: la cronaca di un incontro diretto con l’ignoto lovecraftiano, quello che ci spaventa perché non lo possiamo comprendere. Al di là di ciò accade dentro il bagliore, colpisce il modo in cui Garland (sceneggiatore esperto, non certo un novellino) decide di rappresentare il mondo esterno, quello reale: nei flashback che raccontano la vita di Lena e Kane (compreso il tradimento di lei) la recitazione degli attori è meccanica, i volti sono meno espressivi e le battute banali, se non addirittura brutte, come se paradossalmente ci fosse più umanità dopo le varie trasformazioni che prima.

Questo è molto interessante in relazione alla domanda che si pone nel finale: perché Lena è riuscita a sconfiggere il proprio doppelganger e Kane no? Perché solo loro sono riusciti ad emergere? Tutto sembra suggerire infatti che quello sia sempre stato il piano dell’alieno, fin dall’inizio: l’alieno non è sconfitto (come pensiamo noi che ragioniamo con la logica umana) perché ora sono Lena e il doppio di Kane ad essere l’alieno: gli unici due personaggi del film ad essersi introdotti nel bagliore con una motivazione e non per un impulso autodistruttivo, gli unici due ad esserne riemersi, anche se annientati e trasformati in qualcosa di diverso. I nuovi Adamo ed Eva, di cui non conosciamo le mosse future: saranno loro a portare il cambiamento? O porteranno la distruzione? Cambiamento e distruzione che non sono mai stati concetti tanto simili come ora.

Annihilation (2018) Ending Alien Scene Part 1 | HD

La parte visiva di Annientamento è quella che sorprende di più: dopo un film quasi minimalista come esordio, Garland si sbizzarrisce con un inquietante delirio psichedelico che raggiunge l’apice nei trenta minuti finali, quando Lena incontra l’alieno e assiste alla creazione del suo doppelganger: sono lunghe sequenze sostanzialmente mute in cui le luci e i suoni terrificanti emessi della creatura diventano quasi ipnotici fino all’apparire della una sagoma umanoide (opalescente come la superficie del bagliore) del doppio di Lena che non sembra essere malvagio, anzi, si rispecchia in lei e attacca solo quando viene attaccato. La regia è completamente diversa rispetto ad Ex Machina, prova della grande versatilità di Garland che ora è uno dei registi da tenere maggiormente d’occhio in questo campo. Nonostante la computer grafica non sia proprio eccellente nella parte centrale (anche se ottima nel finale), è apprezzabile lo sforzo di dar vita ad un immaginario nuovo, che pur reggendosi sulle spalle dei giganti degli anni ’80 riesce ad avere la propria autonomia. Considerando poi il budget non proprio alto gli si perdona tutto.

Pensato da Garland per il cinema, Annientamento ha spaventato la Paramount Pictures al punto di cederne i diritti di distribuzione internazionale (USA e Cina a parte) a Netflix, con grande disappunto iniziale del regista. Siamo di fronte ad uno dei primi casi (insieme a The Cloverfield Paradox) di film di intrattenimento a medio budget che approda in streaming dopo essere stato progettato per il cinema: uscito nelle sale statunitensi il 23 febbraio 2018, Annientamento è approdato in streaming su Netflix il 12 marzo dello stesso anno, in tutti i paesi in cui il servizio è disponibile, generando un dibattito acceso sull’utilità di questo metodo di distribuzione, che potrebbe portare questa tipologia di film a sparire dalle sale cinematografiche. Comunque sia, ad oggi Annientamento è uno dei migliori esempi per dimostrare che anche tra i film originali targati Netflix è possibile trovare prodotti di grande qualità.

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