Quentin Tarantino pronto per un film Star Trek (e la cosa non è poi tanto bizzarra)

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“La vendetta è un piatto che va servito freddo”

Antico proverbio Klingon

Con questa citazione di Star Trek si apriva nel 2003 il primo volume di Kill Bill. E recentemente, ad oltre 14 anni di distanza dall’uscita di uno dei più grandi cult degli anni 2000, arriva la notizia che il suo autore Quentin Tarantino è pronto a mettersi al lavoro proprio sul rilancio cinematografico della più longeva saga di space opera di tutti i tempi.

Creata nel 1964 da Gene Rodenberry, l’epopea di Star Trek ha visto susseguirsi in oltre cinquant’anni di storia ben sei serie televisive, una serie animata, tredici lungometraggi cinematografici (l’ultimo è stato Star Trek: Beyond, nel 2016) e un numero incalcolabile di fumetti, romanzi e videogiochi: pochi mesi dopo il debutto dell’ultima avventura televisiva (Star Trek: Discovery) fonti ufficiali parlano del coinvolgimento del noto regista di Knoxville che, supportato alla produzione da J. J. Abrams (per il quale era già apparso in veste di attore nella serie Alias), avrebbe ideato un soggetto per una nuova avventura della nave USS Enterprise e sarebbe pronto a trasformarlo in un film, per la precisione il quattordicesimo in ordine di produzione.

Non solo: dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe emergere che la Paramount, caso più unico che raro, avrebbe già dato il via libera al progetto concedendo addirittura il rating R (il divieto ai minori di 17 anni non accompagnati) al film. Se per i film di Tarantino tale rating è consuetudine lo è decisamente meno per quelli di Star Trek, che al contrario hanno sempre ottenuto il via libera del visto censura: tale concessione da parte dello studio dimostra tutta la forza contrattuale di Tarantino e Abrams, che uniti in questo progetto hanno occasione di dar vita ad una delle più interessanti follie cinematografiche degli anni a venire.

All’apparenza completamente diversi, Tarantino e Abrams sono piuttosto due facce della stessa medaglia all’interno del cinema mainstream: più autoriale il primo e più commerciale il secondo, entrambi produttori e talent scout per nuovi registi, i due amici sono accomunati dall’essere appassionati cinefili ed esperti di cultura pop, caratteristiche sulle quali entrambi hanno costruito le proprie carriere al cinema.

Aggiungiamoci poi che il film Star Trek (2009, diretto proprio da Abrams) è stato uno dei preferiti di Tarantino in quell’annata; che nella sua sceneggiatura per il film Una Vita al Massimo (1993, di Tony Scott) Tarantino inserisce un simpatico omaggio al grande William Shatner, il capitano Kirk; che negli ultimi due anni il regista di Pulp Fiction ha avuto più occasioni sia per dimostrare la sua profonda conoscenza di questo universo che per manifestare il suo interesse verso l’eventualità di lavorare ad un film del franchise, ed ecco che improvvisamente l’accostamento Tarantino/Star Trek non appare più così insolito.

Non è tutto, perché l’incursione di Tarantino nell’universo trekkiano ha perfettamente senso anche all’interno del suo percorso autoriale, che da sempre è orientato alla revisione dei generi cinematografici e, più in generale, dei principali fenomeni pop vissuti dall’autore durante la propria formazione. Sono poche le filmografie che possono vantare una coerenza tematica di fondo così forte nonostante l’eterogeneità di generi e ambientazioni; ogni film di Tarantino amplifica quanto fatto del predecessore e contiene in sé i semi del film successivo, andando a creare una sorta di unico grande franchise cinematografico che però riesce a mantenersi autonomo in ogni capitolo: un miracolo del regista più contradditorio di Hollywood, rivoluzionario e conservatore allo stesso tempo, che opera sul filo del rasoio del citazionismo senza mai scadere nel plagio.

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Per capire meglio questa cosa si può analizzare per coppie la filmografia tarantiniana: Le Iene e Pulp Fiction sono geniali decostruzioni del genere gangster, mentre con Jackie Brown (noir) e Kill Bill (action), Tarantino comincia a fondere il genere principale con altri generi (la blaxploitation per il primo, il western per il secondo); con Bastardi senza Gloria e Django Unchained il regista si diverte a creare una continuità storica alternativa, mentre la fusione tra generi molteplici rende impossibile identificarne uno principale (Django non è certo un western in senso stretto, a partire dall’ambientazione); Four Rooms e Grindhouse sono esperimenti tra amici, mentre il suo prossimo film, ancora senza titolo, che narra le vicende di alcune star di Hollywood durante il periodo di attività della famigerata Manson Family, sembra già sposarsi abbastanza bene con quanto fatto nel western/giallo/horror The Hateful Eight, ambientato sullo sfondo della guerra di secessione.

Star Trek  sembra già un passo avanti, forse l’apertura di una nuova fase per il regista (il passo successivo sarà un film di supereroi?) o forse la chiusura definitiva della sua carriera (ha giurato di fermarsi al decimo film, anche se sono in pochi a crederci realmente), ma sicuramente si intravede una logica precisa nella scelta di questo soggetto, anch’esso fondamentale per la sua formazione.

La particolarità del progetto risiede nel fatto che si tratterà del primo film non originale di Tarantino, cosa comunque comprensibile dal momento che mentre per generi più variegati, come ad esempio il western o il gangster movie, è relativamente facile creare una rilettura con soggetto originale, per Star Trek la situazione è più complicata data l’assoluta unicità del prodotto anche all’interno della fantascienza stessa: questo, unito alla recente rottura con Harvey Weinstein che ha obbligato Tarantino alla ricerca di nuovi produttori, spiega come mai il regista si sia diretto per la prima volta nella sua carriera verso un progetto non completamente suo.

Forse proprio per questo, o per non intralciare troppo la lavorazione del film sulla Manson Family, la lavorazione della sceneggiatura di Star Trek sta per essere affidata ad uno sceneggiatore di fiducia (in pole per il ruolo pare ci sia Mark L. Smith, già autore dello script di The Revenant) che dovrà dare veste definitiva al concept ideato da Tarantino.

Non ci sono al momento informazioni riguardo i tempi per l’entrata in produzione del film né indiscrezioni sulla trama, ma intanto Patrick Stewart ha già dato la propria disponibilità a riprendere il ruolo del capitano Picard nel caso in cui Tarantino abbia in mente un ruolo per lui.

Con un nuovo capitano a bordo dell’Enterprise, i cinefili di tutto il mondo si stanno già preparando a compiere un nuovo viaggio, là dove nessun uomo è mai giunto prima.

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