Interview + Free Download: l’anima malinconica di Marabou

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Ci sono artisti che cercano ispirazione esercitandosi a piede libero sulle proprie stesse strumentazioni. E poi ci sono artisti che l’ispirazione ce l’hanno dentro, e devono solo scriverla col linguaggio dei suoni. Marabou è uno di questi ultimi. Nato a Catania e cresciuto a Milano, il progetto Marabou nasce come canale espressivo delle malinconie che fan parte del carattere di Giovanni Alessandro Spina, riversate su un’elettronica facile da ascoltare ma intrigante nella composizione. Il primo album si chiama The End Of The Rainbow, uscirà ufficialmente l’11 ottobre e il primo singolo è in esclusiva streaming + free download su Aural Crave, qui sotto.

 

Gli abbiamo fatto qualche domanda, per scoprire qualcosa in più circa carattere, atteggiamento e ambizioni. Ne è venuto fuori un profilo consapevole e umile, focalizzato sui contenuto e senza distrazioni. Un bravo ragazzo in grado di emergere puntando sulle sue qualità. Scopritelo.

 

The End of the Rainbow, disco di elettronica easy listening, è il tuo debutto discografico ufficiale dopo oltre dieci anni di attività musicale. Ci descrivi in poche parole la strada che ti ha portato fin qui?

Sono stati proprio questi dieci anni a creare la musica che scrivo oggi. Ho trascorso gran parte del mio tempo a conoscere ed esplorare molteplici generi musicali. Ogni esperienza è riuscita a farmi capire cosa volevo dalla musica e in che modo volessi esprimerla.

Ciò che propongo oggi deriva dalla necessità di comporre musica da solo, cambiare città costantemente mi ha negato la possibilità di collaborare con altri musicisti e quindi ho dovuto adattarmi.

Quali parti del tuo carattere, della tua vita vengono fuori quando componi musica?

Tendo a legare la musica ai miei ricordi: piacevoli o meno, loro hanno sempre una loro colonna sonora. Sono quelli che mi permettono di creare delle musiche ispirate. Quindi immagino sia il mio lato malinconico a sputar fuori tutto questo.

Malinconico, dreamy, introspettivo. Trovi che queste caratteristiche si adattano alla tua musica? In che ordine?

Sì, la mia musica è introspettiva, e pure malinconica. Chiunque pensi ad un ricordo lontano sa cosa sia la malinconia, ma non saprei risponderti nel dirti in che posizione inserire tali aggettivi. Non saprei identificare una priorità.

Nella tua presentazione dell’album dici una cosa che mi piace molto: “Cerco d’essere il più astratto possibile in modo che il prossimo possa immedesimarsi nelle mie parole, trovare un proprio ricordo, un futuro che vorrebbe vedere realizzato o la sua situazione attuale.” Vedo questo carattere in gran parte dell’arte moderna, e parlo di quella prodotta nell’ultimo secolo. È come se a un certo punto l’arte si sia accorta dello spettatore e abbia capito che lui stesso può far parte dell’opera in modo decisivo. Come la vedi?

Credo che sia un punto di vista molto personale. È vero che molti artisti hanno contribuito a portare avanti questo metodo ma bisogna tener conto del fatto che oggi è molto più complesso esprimere determinate emozioni o situazioni senza essere giudicati
da un pubblico giovane, moderno e pretenzioso. Da questo punto di vista, mi dispiace che spesso i testi vengano sottovalutati.

Artisticamente, quanto sei ambizioso? Vedi la tua attività come qualcosa che fai per te, senza aspettative, o hai in mente come vorresti essere conosciuto al pubblico nel prossimo futuro?

Come si fa a fare qualcosa per sé stessi senza aspettative? Credo sia giusto puntare in alto nella vita, soprattutto se ci si impegna in qualcosa in cui si crede. Faccio ciò che mi viene meglio e penso valga la pena tentare.

Per il resto, non ho un’idea ben precisa di come voglia mostrarmi al pubblico. Sono io, sono me stesso e soprattutto sono la mia musica.

Ti riconosci in chi usa termini come “elettronica” o “pop” per la tua musica? Trovi che identifica bene il tipo di pubblico che potrebbe apprezzare il tuo disco?

Ad essere sincero, non tendo ad etichettare la musica, anche se oggi è impossibile non farlo in termini di mercato. L’elettronica è chiaramente presente nei miei brani ma sento molto più pop in ciò che scrivo, punto a strutturare la musica su questo piano, permettendomi di ampliare il range d’ascolti.

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