Tommy Johansson: quando il metal si tinge di pop

Alla vigilia del secondo millennio, c’era una volta una goliardica band nostrana, chiamata gli Atroci, che soleva cantare quel mantra che gli allora adolescenti – adepti del Dio Metallo – portano ancora nel cuore:

Che cosa noi vogliamo? Il metallo! In cosa noi crediamo? Il metallo!

Ebbene, sono passati più di vent’anni da quel mio primo ascolto de I guerrieri del metallo. Nel frattempo, ho in parte accantonato il metal per ampliare i miei orizzonti di ascolto, ho dismesso il nero come colore portante del mio abbigliamento da teenager dark per sconfinare nello stile mod.
Ovviamente, questa affermazione cela un enorme sottotesto, in quanto, alla fine dei giochi, se hai amato il metal rendendolo una delle radici della tua formazione musicale, sarà impossibile smettere di cercarlo in ogni sua forma.

Poi, una manciata di mesi fa, arrivò nella mia vita, con la stessa potenza di un uragano, Tommy Johansson, chitarrista e back vocalist degli svedesi Sabaton.

SABATON - To Hell And Back (Official Music Video)

Dall’Epic al pop, passando per Youtube

Partiamo dall’assunto che i Sabaton, band che spazia dal power, all’heavy, fino ad assumere sfumature proprie del symphonic, oscillano perennemente tra sentimenti opposti, contrapponendo l’amore più spassionato da parte dei loro followers all’odio radicale e mai sopito dei loro haters.
Ammettiamolo, sono un quintetto quanto mai controverso: i loro testi, dai temi lirici basati su guerra, conflitti storici e atti di coraggio ed eroismo, si accompagnano spesso a linee melodiche non proprio innovative e già sentite. La dimostrazione lampante ci viene regalata dalla loro ultima uscita del 2022, The War To End All Wars, che, nella stragrande maggioranza delle recensioni, è riuscita ad ottenere una sufficienza a dir poco stiracchiata.

In questo marasma di alti e bassi, sicuramente eseguiti a regola d’arte dai propri esecutori, spicca però il nostro Tommy, che è riuscito a ritagliarsi la sua fetta personale di fama grazie alla migliore idea che poteva venire in mente ad un Signore del Metal. La ricetta è la seguente: prendere il pop più mainstream, vestirlo di chitarre distorte e doppio pedale e caricare il tutto su Youtube.

Tommy Johansson, in direzione ostinata e contraria

È, quindi, evidente che Johansson abbia deciso di muoversi in una direzione alternativa e a tratti rischiosa. Abbracciare generi così lontani dalla propria matrice e riuscire a farli propri, mettendo a repentaglio l’immagine monolitica e spesso integralista propria della stragrande maggioranza dei musicisti metal più duri e puri, è la sfida che il chitarrista dei Sabaton ha portato a casa vittorioso.

Dedicandosi al suo progetto autarchico ha conquistato un nome a sé, affrancandosi dalle complesse dinamiche proprie di una band. Insomma, ha scelto come unico scopo quello di divertirsi senza freni – in queste rielaborazioni in apparenza azzardate, ma che rasentano la perfezione stilistica – facendo ciò che gli riesce magnificamente: suonare, pressoché ogni strumento possibile, e raggiungere livelli vocali impareggiabili. Un esempio fra tutti è Viva Forever delle Spice Girls, addirittura meglio dell’originale.

Ascoltare per credere.

Un Max Pezzali in versione scandinava: il caso di “Una canzone d’amore”

Immaginiamo ora che gli 883, i paladini indiscussi delle classifiche dei nostri anni ’90, vengano presi e trasformati da un giovane metallaro svedese all’interno di una sorta di dimensione parallela.
Questo è esattamente ciò che è successo con Una canzone d’amore, mega hit del 1995 firmata da Max Pezzali, con la quale Tommy Johansson è riuscito magistralmente a delineare le fattezze del concetto di cover definitiva.
Sfidiamo chiunque a non ricordarne almeno il ritornello.

A prescindere dal fatto che nella performance Johannson sfoggi un italiano da fare invidia a molti nostri connazionali, la sua versione di quest’inno generazionale è serrata, coinvolgente, trascinante come davvero poche cover prima di lei. Pensare, poi, che tutto ha avuto inizio da un caldo 27 agosto dello scorso anno, all’Ippodromo Snai San Siro durante un live dei Sabaton, trovarci in cuffia questo pezzo ci sembra ancora più surreale e, ammettiamolo, davvero bellissimo.

Insomma, l’Italia si è innamorata della professionalità ammantata di autoironia di Tommy Johansson, e i commenti al video in oggetto ne sono la più palese dimostrazione. Per continuare a godere delle cover al vetriolo di Johansson, siete invitati a sintonizzarvi il venerdì sul suo canale.

Stay tuned & Long Live Heavy Metal.

Una Canzone D’amore (883) - Tommy Johansson