La Patagonia: un luogo ai confini del mondo

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È proprio il caso di definire la Patagonia, come uno di quei territori che si trovano alla fine del mondo. Con il termine di “Patagonia” si indica una vasta regione geografica dell’America meridionale, compresa tra due stati nazionali, l’Argentina ed il Cile, con un’estensione di circa 900.000 chilometri quadrati ed una popolazione che si aggira sui 2.800.000 abitanti, per una densità di appena tre individui per ciascun chilometro quadrato. Questo vasto territorio deriva la propria denominazione dalla popolazione dei “Patagoni”, i nativi originari di quella parte del mondo, così designati dal grande esploratore Ferdinando Magellano. Attualmente, dal punto di visto etnologico ed antropologico, i nativi della Patagonia sono tassativamente identificati come appartenenti alle tribù dei “Tehuelche” e degli “Aonikenk”.

Il territorio della Patagonia si presenta con ampie pianure su cui si estende una vegetazione definibile “steppica”, alle quali si alternano altipiani che possono elevarsi oltre i 1.000 metri di altezza, dall’aspetto desertico e ciottoloso. Una caratteristica peculiare delle pianure della Patagonia è la presenza di depressioni che favoriscono la formazione di stagni e di laghi che possono essere sia di acqua dolce che salmastra. Orientando lo sguardo verso la parte andina, l’osservatore si accorge che qui prevalgono le formazioni rocciose ricche di elementi utili alla costruzione, come il porfido, il granito e le lave basaltiche. La stessa vita animale e vegetale si mostra più abbondante e variegata, in concomitanza con l’approssimarsi alla costa occidentale adagiata sull’Oceano Pacifico. Ed è proprio nella zona delle Ande occidentali che vi sono i ghiacciaci più estesi dell’emisfero australe, dopo ovviamente l’Antartide, a causa della notevole piovosità e delle temperature basse delle acque superficiali del mare. I bacini lacustri che si affacciano sulla Cordigliera sono stati, infatti, scavati proprio dai flussi del ghiaccio, come il lago Argentino ed il lago Fagnano. In particolare, il ghiacciaio Upsala è il più esteso del subcontinente dell’America meridionale, misurando una superficie complessiva di circa 900 chilometri quadrati e terminando nel bacino formato dal lago Argentino. Il fronte del ghiacciaio ha un aspetto particolare, arrivando a dieci chilometri di larghezza e ad ottanta di altezza.  Nella stagione primaverile ed estiva (da settembre a marzo nell’emisfero australe), questo colosso di ghiaccio si trasforma in un luogo di incomparabile bellezza e di straordinaria importanza per le osservazioni idro-geologiche, ma può nascondere anche notevoli insidie e pericoli, a causa del possibile distacco di enormi iceberg, che poi galleggiano alla deriva nelle acque del medesimo lago. Le cime della Cordigliera patagonica, situate nel “tratto andino”, raggiungono altezze considerevoli, come il monte San Valente (4058 metri), il San Lorenzo (3700) o il Cerro Tronador (3554). La costa occidentale è disseminata di profondi fiordi molto simili a quelli norvegesi, con paesaggi ricchi di vaste zone notevolmente boscose.

Rispetto a quanto potessero supporre i primi visitatori, il clima è decisamente meno rigido. In linea generale, si può affermare che la costa orientale è meno fredda di quella orientale, soprattutto nella stagione estiva. Questa differenza si spiega con il fatto che davanti alla costa occidentale, scorre una corrente marina molto fredda che contribuisce a far abbassare le temperature. Nei primi anni del terzo millennio, l’erosione progressiva dello strato di ozono sui cieli che sovrastano la zona antartica è stata considerata la principale causa della cecità e del cancro alla pelle che hanno colpito le pecore della “Terra del Fuoco”, l’estrema propaggine meridionale della Patagonia. L’ipotesi avanzata dai climatologi è suonata come un pericoloso campanello d’allarme per la salute di tutti gli ecosistemi terrestri. Di certo, considerata la situazione complessiva del nostro pianeta, non si tratta di un timore troppo allarmista.

In Patagonia vi sono numerosissime aree protette, in considerazione della grande ricchezza paesaggistica e naturalistica che può vantare. Tra i vasti parchi nazionali, uno dei più noti è il “Parco nazionale Torres del Paine” situato in Cile, abitato dalla più cospicua colonia di condor dell’intero sud America. Il parco presenta una varietà di paesaggi davvero unica, comprendendo territori sul livello del mare e alture che arrivano fino a 3000 metri di altezza, dove è possibile ammirare scenari incantevoli con laghi ricoperti da banchise e da iceberg. In Argentina si distinguono il “Parco nazionale Los Glaciares”, istituito nel 1937 e dichiarato “riserva della biosfera” dall’UNESCO nel 1981, nonchè il “Parco nazionale della Terra del Fuoco”, dichiarato tale nel 1960.

Gli studi archeologici e paleontologici degli ultimi decenni hanno rilevato tracce di presenza umana in Patagonia che risalgono a circa 13.000 anni fa. La presenza stabile di insediamenti umani, tuttavia, sarebbe successiva e databile intorno a 9.500 anni fa, come dimostrano i resti di focolari e di pietre lavorate nella zona andina, risalenti a quel periodo cosiddetto “preistorico”. Molto famosa ed amata dai visitatori è la “Cueva de las Manos”, nella provincia di Santa Cruz in Argentina, che si configura come una caverna collocata alla base di una parete di roccia, dove sono state ritrovate raffigurazioni di centinaia di mani che sembrerebbero risalire a circa 8.000 anni fa.

Come si intuisce da quanto riportato nella parte introduttiva, la Patagonia fu ufficialmente “scoperta” dagli Europei, a seguito della spedizione guidata da Ferdinando Magellano, anche se non mancano ricostruzioni alternative che ipotizzano che quel vasto territorio fosse stato visitato in precedenza dai Vichinghi o dai Cavalieri Templari, rispettivamente durante il Basso e l’Alto Medioevo. Secondo alcuni studiosi, prima di Magellano, la Patagonia sarebbe stata visitata da navigatori precedenti, tra cui Amerigo Vespucci  che, però, stranamente avrebbe omesso di descrivere una regione così interessante e suggestiva. Abbiamo anche detto che “Patagoni” fu il nome attribuito da Magellano agli indigeni di quella terra. Secondo uno dei pochi superstiti alla spedizione condotta da Ferdinando Magellano, l’avventuriero Antonio Pigafetta, il nome significherebbe “terra dei giganti”, per la statura considerevole dei primi individui avvistati.  Altri esegeti contestano questa idea, ritenendo che il nome sia riconducibile al “Patagòn”, una mitica creatura selvaggia, citata da un certo Primaleon di Grecia, il protagonista del romanzo “Racconto di cavaliere errante” scritto dallo spagnolo Francisco Vazquez e pubblicato nel 1512. Magellano avrebbe considerato gli indigeni, che vestivano pelli animali e si cibavano di carni crude, molto simili alla creatura descritta da Vazquez, traendone spunto per affibbiare loro una denominazione colorita e che, al giorno d’oggi, sarebbe stata senza dubbio ritenuta razzista e denigratoria. Racconti di avventurieri di epoche successive, tuttavia, come quello di Francis Drake o di John Byron, sembrarono dare credito alle indicazioni di Pigafetta, descrivendo la Patagonia come abitata da “imponenti giganti”. Le fantasie sui giganti si affievolirono, quando furono compiute vere e proprie esplorazioni con metodo scientifico tra la metà del diciottesimo e la metà del diciannovesimo secolo. Ad una di queste e, precisamente tra il 1832 ed il 1836, partecipò anche il celebre teorizzatore dell’evoluzionismo, Charles Darwin, che si inoltrò nelle zone interne più impervie della Patagonia. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, quando Argentina e Cile diventarono indipendenti, cominciarono ad espandersi in maniera invasiva verso la parte meridionale dei rispettivi territori, alla ricerca di materie prime e soprattutto del metallo più prezioso, l’oro, di cui furono trovati estesi giacimenti nella “Terra del Fuoco”.

E l’arcipelago, noto appunto con il nome di “Terra del Fuoco”, occupa la propaggine più meridionale della Patagonia, a sud ed a est dello Stretto di Magellano. Questo straordinario territorio, davvero collocato ai confini del mondo, è formato da un’isola principale, chiamata anche “Isola grande” e da numerose isole minori situate, per la maggior parte sotto la giurisdizione cilena, come l’isola Dawson, la famosa isola di Capo Horn o quella di Diego Ramirez. La Terra del Fuoco è considerata, a giusta ragione, una delle poche zone ancora incontaminate del nostro pianeta. Tra i luoghi più interessanti vi è di certo la capitale, Ushuaia, edificata sull’Isola Grande, con le sue costruzioni tipiche  e l’aspetto inconfondibile del grande villaggio polare, a cui si può aggiungere un interessante visita al Museo Marittimo, dove sono conservati i principali reperti archeologici che raccontano la storia di quella regione e le prime esplorazioni ivi compiute. Non si può fare a meno di compiere un tragitto sul cosiddetto “austral fuengito”, conosciuto anche con il nome di “treno alla fine del mondo”, che dà l’idea di immergersi in una dimensione alternativa. Suggestivo è il lago Escondido, dove si organizzano diversificate escursioni con le necessarie guide locali, che danno la possibilità di ammirare la straordinaria ricchezza della flora e della fauna locale. Una delle esperienze più eccezionali da non perdere, se si ha il coraggio e la fortuna di visitare la Terra del Fuoco, è una breve crociera sul Canale di Beagle, con una durata minima di circa due ore e mezza. Nel corso della prima fase della navigazione si possono ammirare isole abitate da rare specie di uccelli e da leoni marini e si avvista il pittoresco faro “Les Eclaireurs”, prima di raggiungere la località di Puerto Karelo nell’isola di Bridges. Nell’isola “Martillo” vive una importantissima e fiorente colonia di pinguini, chiamati per ovvie ragioni i “pinguini di Magellano”, mentre la laguna Esmeralda è il luogo ideale per gli appassionati di trekking, in quanto numerosi sentieri circondano l’intricato comprensorio lacustre del posto.

E se ancora non è soddisfatto, dopo aver raggiunto la posizione estrema della Terra del Fuoco, così stretta fra due Oceani, l’Atlantico ed il Pacifico, al visitatore avventuriero non resta altro che cimentarsi in una crociera verso l’Antartide….