Quella volta che Frank Zappa inventò lo streaming

Posted by

The Frank Zappa Book – scritto a quattro mani con Peter Occhiogrosso e pubblicato in italiano da Arcana come Frank Zappa. L’autobiografia – è molto più che un’autobiografia. Sebbene il racconto cronologico dell’evoluzione dello Zappa musicista sia effettivamente presente, questa non occupa che la prima parte del libro. Il resto è composto perlopiù da taglienti riflessioni sull’industria discografica e su società, costumi e politica americani, che prendono sempre spunto da episodi della vita del compositore americano.

Il capitolo 18 (“Fallimenti”) raccoglie delle idee, o potenziali invenzioni, alcune delle quali Zappa racconta di aver effettivamente tentato di realizzare. Dal punto di vista delle implicazioni della trovata, la più interessante è il “sistema che sostituisca il commercio dei dischi fonografici”. Pur non inquadrato in una data specifica, Zappa dice che l’incontro con la Rothschild Venture Capital, alla quale propose (non è dato sapere quanto seriamente) alcune sue idee, sia avvenuto “quando i CD non erano ancora sul mercato”. È quindi ragionevole collocare l’episodio all’inizio degli anni’80, quando il CD non era ancora stato impiegato commercialmente.

L’idea di Zappa, presentata qui di seguito, si proponeva quindi di superare non solo il vinile, in quanto “PEZZI DI PLASTICA avvolti in PEZZI DI CARTONE, […] costosi e pesanti da trasportare, il [cui] processo di fabbricazione è complicato e primitivo”, ma addirittura di scavalcare il CD, che ancora non era nemmeno usato a tutti gli effetti.

“Proponiamo di acquisire i diritti per poter duplicare digitalmente il meglio di ogni catalogo con prodotti di qualità delle varie case discografiche, immagazzinarlo in un luogo di smercio centralizzato renderlo disponibile per telefono o per televisione via cavo, in maniera che possano essere direttamente collegati all’impianto di registrazione di casa. […] Tutti i conteggi per il pagamento dei diritti, addebitati all’utente e così via sarebbero automatici, perché effettuati da un meccanismo inserito nello stesso impianto.

Il consumatore avrebbe la possibilità di abbonarsi a una o più categorie di interesse speciale, con una tariffa mensile che che non varierebbe con la quantità di musica che il consumatore desidera registrare. Fornire tanto materiale a un costo così ridotto potrebbe in realtà far diminuire la voglia di duplicare e archiviare, perché la musica sarebbe disponibile in qualsiasi momento del giorno e della notte. Liste mensili potrebbero poi essere forte per catalogo, sgravando in tal modo il carico del computer.

[…] Si potrebbero visualizzare la copertina con i testi delle canzoni, i dati tecnici e così via, tutto in tempo reale con la trasmissione del suono”.

p. 281-283 nella traduzione italiana di Davide Sapienza

È proprio la descrizione di una piattaforma di streaming, immaginata con una trentina di anni di anticipo, incluse connessione internet e playlist.

I diritti degli artisti erano una causa notoriamente molto a cuore a Zappa, che aveva cominciato molto presto a lavorare in proprio per quanto possibile. Le conseguenze positive di questo sistema da lui ideato erano infatti una ridistribuzione più equa dei ricavi (anche attraverso l’eliminazione dei costi della pubblicazione fisica) ed una maggiore visibilità per molti musicisti “di qualità”.

Infine, Zappa, acuto osservatore delle tendenze sociali americane, previde anche il futuro del vinile come oggetto di quello che lui chiama “coccolamento feticistico”, sentimento evidentemente  iniziato già allora,  quando l’unico rivale degli LP erano le musicassette. In questo caso, tuttavia, Zappa sembra sottovalutare la forza del fenomeno, ritenendo che il “tocco elettronico di nostalgia” che il sistema avrebbe dato attraverso “la copertina con i testi delle canzoni, i dati tecnici e così via”, avrebbe potuto effettivamente superare il fascino e la potenza della fisicità del vinile. Anche così, è evidente che lo spirito di osservazione di Zappa lo aveva portato ad un’altra lucida intuizione.

Ed è bello immaginare Zappa – se non se ne fosse andato troppo presto – impegnato nell’ennesima battaglia legale, questa volta per la paternità di Spotify.

Miguel Forti