Come separarsi senza soffrire?

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La separazione dei coniugi è spesso vissuta dai coniugi come un trauma.

Chiaramente ciò è più evidente quando la separazione sia improvvisa o derivi dalla violazione dei doveri coniugali, vale a dire quando un coniuge magari ha già maturato la decisione di separarsi e l’altro si trovi all’improvviso davanti alla scelta unilaterale di porre fine al matrimonio …magari da parte di chi ha già un nuovo compagno o compagna.

E allora la domanda sorge spontanea: come separarsi senza soffrire?

Come separarsi senza soffrire: cosa non fare prima di una separazione?

Chiaramente è più facile separarsi senza soffrire se la separazione avviene quando entrambi i coniugi hanno maturato questa decisione in modo ragionato, cosicché questa soluzione appaia ad entrambi come una strada inevitabile.

Resta comunque il fatto, anche in questa situazione, che i coniugi procedono a separarsi non senza soffrire: si tratta pur sempre di porre fine a un percorso, spesso durato molti anni o decenni, che ha portato alla creazione di una famiglia, all’acquisto magari di beni condivisi, ecc.

Ma la decisione di separarsi porta a soffrire soprattutto quando, prima di affrontare la separazione, uno dei due coniugi abbia già svoltato, magari iniziando una nuova relazione all’insaputa del partner.

In molti casi, diversamente da quanto di solito si crede, questo tradimento non ha un rilievo giuridico. Infatti, il tradimento è causa di addebito della separazione solo se è il motivo per cui i coniugi decidono di separarsi e non anche quando il tradimento avvenga in una coppia che era già in crisi: per approfondimenti sulle questioni giuridiche della separazione e del divorzio è possibile trovare molti spunti nel Portale degli Avvocati Divorzisti italiani.

Ciò nonostante questo tradimento ha delle conseguenze rilevanti nella serenità con la quale i coniugi riescono ad affrontare la separazione stessa: il coniuge tradito nel separarsi non può che soffrire molto, essendo così più stimolato ad addebitare la colpa all’altro e meno stimolato a trovare un accordo consensuale.

La mediazione famigliare per separarsi senza soffrire

Uno degli strumenti utili ad affrontare la separazione, in modo razionale e sperabilmente senza soffrire, è quello di farsi aiutare da un mediatore famigliare.

Si tratta di un soggetto terzo, che ha una specifica preparazione e ha seguito dei corsi di formazione necessari a svolgere la mediazione famigliare. Si tratta quindi di un soggetto che può aiutare la coppia a capire come separarsi senza soffrire e ad affrontare in modo razionale questo loro momento, mettendo al centro il futuro e magari (quando sono coinvolti) la serenità dei figli.

Spesso è un valido aiuto, anche psicologico, nell’aiutare i coniugi a trovare una soluzione con riguardo ai punti che devono essere decisi nella separazione: gestione dei figli e diritti di visita; fissazione di eventuali assegni di mantenimento a favore del coniuge debole o dei figli; gestione della casa famigliare; ecc.

Il ruolo dell’avvocato matrimonialista

Gli avvocati divorzisti hanno un ruolo importante nella separazione. Molto spesso, anche grazie alla loro mediazione, i coniugi giungono a una separazione consensuale.

La separazione consensuale è una procedura che dura pochi mesi e che permette di ratificare in Tribunale l’accordo che i coniugi hanno trovato.

Dal profilo qui esaminato relativo alla domanda come separarsi senza soffrire? è chiaro che per i coniugi l’essere giunti a questa separazione consensuale e l’aver trovato un accordo consente in poco tempo di guardare avanti e di pensare al futuro in una diversa prospettiva. Quando le parti non trovano un accordo, invece, la via per separarsi è quella di una separazione giudiziale: in questo caso si tratta di una vera e propria causa, che dura alcuni anni; di una procedura nella quale le parti sostengono tesi in contrapposizione, che non fanno altro che mantenere viva la sofferenza. Certo non è il modo migliore per separarsi senza soffrire.

Per questo, anche il ruolo dell’avvocato matrimonialista è importante perché è un soggetto che può aiutare il proprio cliente a valutare pro e contro di un eventuale accordo, consigliandolo ove possibile di dare l’assenso a una separazione consensuale.

E, se l’accordo è ragionevole, sicuramente la procedura consensuale è quella preferibile perché permette di separarsi senza soffrire: inoltre, non solo consente di buttarsi il passato alle spalle senza strascichi, ma è anche la procedura più breve e meno costosa. E, infatti, è questa la procedura di gran lunga prevalente: mediamente l’85% delle separazioni sono consensuali e appena il 15% giudiziali.

Separarsi senza soffrire: come scegliere l’avvocato per la separazione

Visto il ruolo importante del legale divorzista che assiste e guida uno o entrambi i coniugi nella separazione, la domanda sorge spontanea: come scegliere un avvocato per la separazione ?

Spesso le persone che si devono separare non hanno una precedente esperienza in Tribunale e non hanno (per fortuna) mai avuto bisogno di un avvocato. Per la scelta possono affidarsi, come spesso avviene, al consiglio di un amico o conoscente che ha avuto esperienza positive, ma possono anche cercare legali della propria zona esperti in diritto di famiglia.

Questo è il dato di maggior rilievo da prendere in considerazione nella scelta: non solo perché l’esperienza consente di essere seguiti da un avvocato preparato ma anche perché questa esperienza consente di avere termini di paragone con molte altre precedenti separazioni, consentendo di avere più dati per valutare se sia giusto aderire o meno a un accordo. Anche l’avvocato matrimonialista può essere una guida per cercare di separarsi senza soffrire o, almeno, per soffrire meno affrontando con consapevolezza le vicende che coinvolgono i coniugi in crisi.

Il ruolo dello psicologo o psichiatra

Resta il fatto che, in alcuni casi maggiormente e in altri in modo più attenuato, non è possibile separarsi senza soffrire. Soffrono i coniugi ma possono soffrire anche i figli.

Certamente la guida dei professionisti che operano in questo settore (avvocati e mediatori famigliari) è utile ma, anche quando un accordo è stato raggiunto avendo portato a una limitazione del disagio, non è detto che la sofferenza sia finita. E da questo punto di vista può entrare in gioco il ruolo dello psicologo o psichiatra, anche con specializzazioni specifiche per i bambini. Sono talvolta questi soggetti l’anello debole tra e persone coinvolte nella separazione: si tratta di persone che non la scelgono ma la subiscono, che magari vivono direttamente o indirettamente le tensioni tra i genitori e, comunque, si trovano a dover affrontare un futuro diverso in una età in cui, invece, si immagina la famiglia come era stata fino a un attimo prima.