Cosa rende il calcio un gioco divertente?

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Per la maggior parte delle mogli e dei ‘non appassionati’ di calcio – sono soltanto ventidue scemi che corrono dietro ad un  pallone – chi ama questa disciplina sportiva potrebbe stare ore ed ore a spiegare le molteplici motivazioni che lo rendono il “divertimento” più amato e seguito al mondo.

Calcio, una passione che inizia da bambino

Il calcio è un gioco ma anche un fenomeno sociale. Quando miliardi di persone si preoccupano di un gioco, esso cessa di essere solo un gioco”. citava Simon Kuper, lo scrittore sportivo nato in Uganda e naturalizzato britannico. Da piccoli, nei campetti del quartiere polverosi, si coltivano le prime amicizie tirando calci ad un pallone e si sogna di segnare la rete decisiva in uno stadio gremito di milioni di spettatori, anche questo rende il calcio un fenomeno meraviglioso. Il calcio è lo sport più seguito in Italia e quello più praticato sin da bambini, come il Baseball e il Basket lo sono negli Stati Uniti. Negli States i più piccoli sognano di diventare Michael Jordan o Kobe Bryant, nel nostro paese si fantastica di emulare le gesta di Francesco Totti o di Paolo Maldini – o più recentemente Cristiano Ronaldo e Leo Messi. I calciatori sono dei veri e propri esempi da seguire a volte, nella capigliatura, nel modo di esultare dopo una rete realizzata o nello stile di gioco. Quante volte abbiamo sentito anche giovani calciatori in rampa di lancio dire di ispirarsi ad un campione del passato, la stessa linea di pensiero dei bambini che sognano di diventare calciatori professionisti.

Partita+Pizza+Birra

I tifosi delle squadre di calcio cancellano tutti i loro impegni per assistere ad una delle tante partite di calcio di Champions League o della nazionale. A volte è anche una semplice occasione per stare in compagnia con amici a cena tutti insieme a casa o in qualche bar/ristorante che trasmette la partita tanto attesa. Le rivalità tra due squadre nella maggior parte delle circostanze consentono di fortificare i legami anche tra due persone che tifano per due club che sono acerrimi nemici. Tutto questo anche grazie agli sfottò che uniscono gruppi con opinioni divergenti ma uniti da una sola passione: il calcio. Il gol è la sensazione più grande che si possa provare in una partita di pallone, sia per gli interpreti sul rettangolo verde che per i tifosi esultanti sugli spalti o davanti alla tv. Basti pensare ai trionfi (più passati che presenti) della nazionale azzurra, gli abbracci e i salti di gioia per una vittoria – ma anche le delusioni come un rigore sbagliato in un match fondamentale – vedi rigore di Roberto Baggio contro il Brasile nella finale dei Mondiali a Pasadena.

La fede calcistica

Il calcio ha delle similitudini con la fede e un po’ con gli antichi romani. Spesso lo stadio viene paragonato ad un ‘tempio’ e i giocatori vengono venerati come degli Dei. La rinomata “fede” calcistica con migliaia di tifosi che riempiono bar, pub per vedere le squadre del cuore in tv o in streaming su Hesgoals o altri canali che trasmettono gli eventi in tempo reale. Nelle fabbriche del Regno Unito del 1800 ci furono riduzioni delle ore lavorative per gli operai, in modo da avere più tempo per svagarsi con il calcio. Questo si rivelò una strategia redditizia ai proprietari per tenerli lontani dal vizio dell’alcool e averli sempre in ottima forma. Da allora il calcio è diventato il più grande show contemporaneo, con i prestigiosi trofei, i campionati di calcio in ogni paese a livello globale, i giocatori – idoli per intere generazioni e gli allenatori.

Il Calcio non è uno sport per soli uomini

Il calcio non è uno sport per signorine” disse Guido Ara nel 1909, più di 100 anni fa. Le parole dell’ex mediano della scuola piemontese sono ormai “passate di moda”, così la pensa anche l’attuale allenatrice della squadra nazionale femminile di calcio – Milena Bertolini. Insomma, sono finiti i tempi in cui i maschietti giocavano a pallone e le femminucce con le bambole. Tantissime donne praticano questo sport. Persino nei videogiochi come FIFA ormai ci sono anche le squadre femminili di calcio, per descrivere il fenomeno basti pensare anche all’affluenza di seguaci nel calcio a 5 o agli arbitri donna, la società si è evoluta e la frase di Ara non ha più alcun valore nell’era moderna del pallone.

Conclusioni

Il calcio è anche gossip, con i calciatori che sono sempre più pagati, quelli che cambiano maglia e passano al club rivale e le “bandiere” che giocano per un’intera carriera nella stessa compagine. A volte vengono visti come dei supereroi, ma anche loro hanno delle fragilità e spesso hanno dovuto fare tanti sacrifici per diventare stelle del pallone. La loro carriera, anche se ben retribuita, può essere molto breve e negli anni in cui praticano questo sport a livello professionistico devono allenarsi duramente, seguire determinate diete, regole etc. Inoltre sono sempre nell’occhio del ciclone e dei giornali, nel bene e nel male, le loro prestazioni vengono immediatamente giudicati. Nelle giovani promesse, talvolta c’è troppo hype, talenti giovanissimi possono passare da ‘questo è il futuro Maradona’ a ‘questo calciatore è un bidone’, il giudizio degli addetti ai lavori molte volte è spietato.