Lazarus: in Italia il musical di David Bowie con Manuel Agnelli

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Tutti conoscono Blackstar, il capitolo finale della discografia di David Bowie. Un album che, oltre a rappresentare l’ennesimo passo avanti nella ricerca musicale dell’artista, è entrato definitivamente nella storia due giorni dopo la sua pubblicazione (nel gennaio del 2016), quando la scomparsa del Duca Bianco ne ha cambiato profondamente il significato e la portata, rendendolo uno dei tasselli fondamentali del percorso artistico di Bowie.

Non tutti sono però al corrente che il congedo dell’ex Ziggy Stardust dal nostro mondo non si concretizzò col solo Blackstar, ma fu invece un percorso in due atti che, poche settimane prima della scomparsa di Bowie, vide il debutto in un piccolo teatro di New York, rigorosamente specializzato in produzioni Off-Broadway, del primo e unico musical mai scritto dall’artista.

È proprio sul palco di questo musical, intitolato Lazarus, che Bowie ha ricevuto l’ultimo applauso della sua vita e l’ultimo contatto live col suo pubblico, durante la prima assoluta dello show nel dicembre del 2015.

Sebbene le reazioni al musical della stampa specializzata e del pubblico siano state poco più che tiepide (siamo molto lontani dal terreno dei musical karaoke che sbancano i botteghini di tutto il mondo), Lazarus ha avuto vita anche negli anni successivi la sua prima rappresentazione, tanto da essere portato in scena da diverse compagnie sia in Europa che in giro per il continente americano.

Life on Mars from Lazarus Musical (Sophia Anne Caruso) live at the King's Cross Theatre London

Ora, sette anni dopo il debutto Off-Broadway, l’ultima fatica di David Bowie si appresta ad arrivare anche in Italia. La versione italiana di Lazarus debutterà infatti nella primavera del 2023 presso il teatro Bonci di Cesena, con la regia di Valter Malosti, già direttore del Teatro Nazionale dell’Emilia-Romagna, e la consulenza diretta del co-autore dell’opera, il pluripremiato drammaturgo irlandese Enda Walsh, per l’adattamento nella nuova lingua. Ad interpretare il protagonista, alter ego di Bowie, e curare in prima persona l’adattamento musicale dell’opera sarà il frontman degli Afterhours e popolare produttore e talent scout musicale, Manuel Agnelli, questa volta anche nell’inedita vesta di attore oltre che performer dei brani.

Durante la presentazione del progetto, che prende forma grazie alla collaborazione tra Emilia-Romagna Teatro, Stabile di Torino, Teatro di Napoli, Teatro di Roma e Lac Lugano, Agnelli ha dichiarato:

“Per me è un modo diverso di usare la voce, ma è stimolante per tantissimi motivi. È una cosa nuova, non è un revival, non è niente di grottesco: è un’opera contemporanea, che ha un senso bello e attuale. È un’opera molto introspettiva e ricca di sfumature stimolanti a livello interpretativo. Si canta, naturalmente, e questo mi fa sentire sicuro.”

Il rocker ha poi aggiunto di non essere un grande fan della forma musical, ma che ritiene Lazarus un pezzo di “teatro vero”, nonché una grande opportunità per valorizzare il teatro in Italia.

Avvolto dal mistero come gli ultimi anni della vita del suo ideatore, Lazarus riprende dopo quarant’anni esatti una delle maschere più iconiche di Bowie, l’alieno Thomas Jerome Newton, reso immortale nell’immaginario collettivo dalla prima e memorabile performance cinematografica della rockstar, nel film di Nicolas Roeg L’uomo che cadde sulla terra (1976), ispirato all’omonimo romanzo di Walter Tevis pubblicato nel 1963.

La pagina dedicata a Lazarus – il musical, su teatro.it

Nel film di Roeg, Bowie è un visitatore da un altro mondo, giunto sulla terra nella speranza di trovare una soluzione alla morte imminente del suo pianeta natale e del suo popolo, destinato a fallire nella sua missione e a trasformarsi lentamente in un essere umano, corrompendo irrimediabilmente la propria natura. In Lazarus ritroviamo questo personaggio che, anni dopo gli eventi narrati dal film, vive da autorecluso in un piccolo appartamento di New York, sulla Second Avenue, in preda ai deliri dell’alcol e tormentato dai fantasmi del proprio passato. Nel corso dello spettacolo, Newton ha una serie di incontri fondamentali con alcuni personaggi (i quali possono essere reali o frutto della sua immaginazione) che cambieranno la sua vita, aprendo per lui una possibilità di redenzione.

Scandito per tutta la sua durata da un’interessante e non banale selezione di alcuni dei brani migliori del Duca Bianco e da qualche inedito, Lazarus è un oggetto misterioso anche per i più fini cultori dell’artista. La sua trama è profondamente criptica e la totale riservatezza di Bowie (che non ha mai concesso interviste negli ultimi dieci anni di vita) ne rendono estremamente difficile l’interpretazione: una metafora dell’isolamento dal mondo che Bowie si è autoimposto nei primi anni duemila e durato quasi un decennio (fino alla pubblicazione dell’album The Next Day nel 2013), durante il quale l’uomo ha cercato di distaccarsi completamente dall’artista; oppure un inno alla vita dopo la diagnosi nel 2014 di quella malattia che lo avrebbe strappato al mondo.

Tra le poche notizie certe c’è che Bowie aveva intenzione di riprendere in mano il personaggio di Thomas Jerome Newton già nel 2005, quando insieme all’amico e produttore teatrale Robert Fox si aggiudicò la licenza per una trasposizione teatrale del romanzo di Tevis. Sappiamo inoltre che l’embrione di ciò che sarebbe in seguito Lazarus prese forma tra il 2010 e il 2011, quando Bowie iniziò a stendere un soggetto per lo spettacolo nientemeno che con Michael Cunningham, lo scrittore Premio Pulitzer per The Hours. Completamente diverso da ciò che sarebbe poi stato il progetto finale, il soggetto abbozzato con Cunningham vedeva il ritorno di Thomas Jerome Newton e ruotava attorno al ritrovamento di una serie di brani inediti di Bob Dylan, poco tempo dopo la morte dello stesso (brani che, ovviamente, sarebbero stati composti da Bowie stesso).

Il musical ha poi raggiunto la sua forma definitiva qualche anno dopo, con un nuovo libretto curato da Walsh e la regia ad opera del belga Ivo Van Hove. Nel cast che ha portato in scena la prima versione dello spettacolo (e inciso l’omonimo album della colonna sonora), vi erano Michael C. Hall (Dexter, Cold in July) nel ruolo del protagonista, Cristin Milioti (The Wolf of Wall Street, Black Mirror) in quello di Ellie, Michael Esper (The Outsider, Ray Donovan) nei panni del sinistro Valentine e l’esordiente Sophia Anne Caruso nel ruolo della ragazza senza nome.

Dopo essere stato rappresentato a New York, Londra, Amburgo, Melbourne, Amsterdam, Praga e Rio de Janeiro, Lazarus si appresta ad avere la sua prima versione italiana nel momento in cui il personaggio di Thomas Jerome Newton torna a vivere, questa volta sul piccolo schermo, in The man who fell to earth, la serie televisiva targata HBO e supervisionata da Alex Kurtzman, sequel ufficiale del film di Roeg, nella quale il ruolo dell’alieno passa nelle mani di Bill Nighy. È opportuno sottolineare che serie tv e spettacolo teatrale non hanno alcun legame comune a livello di trama e ambientazione, essendo due interpretazioni diverse del film originale e del romanzo che gli ha dato vita.

Di seguito l’elenco delle canzoni che formano la colonna sonora di Lazarus e che saranno interpretate da Agnelli e dal resto del cast:

  1. Lazarus
  2. It’s no game
  3. This is not America
  4. The man who sold the world
  5. No plan
  6. Love is lost
  7. Changes
  8. Where are we now?
  9. Absolute Beginners
  10. Dirty Boys
  11. Killing a little time
  12. Life on Mars?
  13. All the young dudes
  14. Sound and Vision
  15. Always crashing in the same car
  16. Valentine’s day
  17. When I met you
  18. “Heroes”