Forgotten: la spiegazione del film, il finale e il colpo di scena

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Questo articolo rivela elementi importanti della trama e della spiegazione di Forgotten, il film coreano del 2017 diretto da Jang Hang-jun, svelandone il significato, gli eventi e le prospettive migliori per apprezzarne i pregi. Se ne suggerisce dunque la lettura solo ed esclusivamente dopo aver visto il film, e non prima, per evitare di perdervi il gusto della prima visione.

Forgotten è un film del 2017 molto apprezzato dagli amanti del thriller psicologico. Presenta una trama estremamente affascinante, capace di confonderti, di portarti in una direzione per una prima metà del film e poi forzarti a vedere le cose da un punto di vista completamente diverso. L’intreccio di eventi è presentato in modo articolato quindi il film può lasciare delle domande aperte. In questo articolo forniremo la spiegazione della trama, del finale del film e descriveremo come sono realmente andate le cose.

La trama

Parte 1: la realtà apparente

Nella prima parte del film osserviamo gli eventi dal punto di vista del protagonista, Jin-seok. Il ragazzo si sta trasferendo in una nuova casa con il padre, la madre e il fratello maggiore Yoo-seok. Jin assume psicofarmaci quotidianamente, quindi lo spettatore è giustificato a dubitare di alcuni aspetti di ciò che osserva in questa parte del film.

In questa sezione, Jun ha degli strani incubi e sente dei rumori sospetti provenire da una stanza misteriosa della nuova casa, nella quale gli è proibito entrare. Inoltre, accade un fatto sconvolgente: assiste al rapimento di suo fratello da parte di una banda di uomini all’interno di un furgone nero. Gli investigatori si presentano in casa, ma dicono che la targa vista da Jun non esiste. Jun prova a riprendere la vita che stava conducendo.

19 giorni dopo il fratello Yoo torna a casa. Dopo un primo momento di felicità, Jun inizia ad osservare strani comportamenti: il fratello zoppica in maniera differente da prima del rapimento, e esce nel cuore della notte, negando poi tutto il giorno dopo. Una notte Jun lo segue fuori casa e scopre che il fratello non zoppica realmente, e che va in un edificio in cui gli investigatori lavorano per lui. Viene inseguito e alla fine catturato, drogato e rimesso a letto. Il giorno dopo, il fratello Yoo lo convince che tutto quello che ha visto era un’allucinazione dovuta al fatto che aveva saltato la pillola quel giorno. Ma attraverso un paio di prove concrete trovate nella stanza, Jun capisce di non essersi sbagliato: il ragazzo che dorme in stanza con lui non è il vero fratello. Si confida con la madre, ma presto scopre che tutta la famiglia è coinvolta nella messa in scena: Jun si rende conto di essere controllato da tre individui che si spacciano per la loro famiglia ma non lo sono.

Riesce a fuggire e spiegare tutto alla polizia. A quel punto il colpo di scena prende atto e la confusione esplode nella testa dello spettatore. La polizia gli fa notare che le cose che Jun dice non hanno senso: lui non può avere 21 anni, e non siamo nel 1997 come lui ha sempre pensato. Jun osserva il calendario appeso nell’ufficio: siamo nel 2017 e Jun ha 41 anni.

Parte 2: la versione del finto fratello

Affranto e confuso, Jun decide di tornare a casa e farsi spiegare dagli individui che fingono di essere la sua famiglia cos’è successo. Quando arriva trova la porta della stanza misteriosa aperta, entra e assiste a una scena di omicidio simulata, con sangue finto e musica che viene fuori dalla radio. Non capisce cosa sta succedendo. Appare il finto fratello, che afferma che “anche questa parte del piano è fallita” e inizia a spiegare a Jun cosa è successo realmente.

Siamo nel 2017. Jun ha vissuto gli ultimi giorni sotto l’effetto di una potente ipnosi regressiva e degli psicofarmaci. Credeva di vivere nel 1997 con la sua famiglia, ma la verità è che i tre sono parte della messinscena, e il padre è l’ipnotista. Il motivo di tutto ciò è svelato subito: vent’anni prima, nel 1997, Jun aveva ucciso in quella casa una madre e sua figlia, lasciando vivo solo il bambino piccolo. Il colpevole non fu mai trovato dalla polizia e i sopravvissuti al delitto, nel tentativo di trovare giustizia, avevano assunto investigatori privati appartenenti alla malavita per scoprire la verità. Il finto fratello è proprio l’incaricato di tale missione e riesce a trovarlo. Lo torturano per giorni (e in questa fase rivediamo scene dagli incubi che Jun in effetti aveva ogni notte), ma c’è un grosso problema: Jun non ha memoria di quello che ha fatto. Gli eventi sono stati tanto traumatici che li ha rimossi dalla sua memoria cosciente, e nemmeno l’ipnotista è in grado di recuperarli.

Forgotten Korean Movie Trailer

Il piano allora diventa di riportare Jun attraverso l’ipnosi al 1997, facendogli rivivere gli ultimi momenti della sua vita felice prima che avvenissero gli eventi traumatici di cui non ha memoria. Lo scopo di tutto ciò è forzarlo a ricordare ciò che ha fatto, in modo che la famiglia potrà prendersi la sua vendetta uccidendolo con cognizione di causa, dopo che lui sarà tornato consapevole di ciò che ha fatto.

Il rapimento di Yoo-seok è l’evento che sconvolge il piano: non è stato un rapimento, ma un arresto da parte della polizia. Il finto fratello passerà 19 giorni in prigione, poi riuscirà ad uscire corrompendo tutti. Il problema è che tanti giorni sono passati e gli effetti dell’ipnosi su Jun iniziano a perdere efficacia. Per questo Jun inizia a rendersi conto delle stranezze che lo circondano, mentre all’inizio l’ipnosi che lo controllava era ancora troppo forte per notare tutto ciò. Ma i rumori che sentiva e i dubbi che aveva, erano tutti reali e fondati.

Jun-seok si oppone a questa spiegazione: lui non ha mai ucciso nessuno. Scappa, i due hanno un incidente stradale e Jun si risveglia in un letto d’ospedale, con il finto fratello accanto a lui, pronto a ucciderlo con il veleno. Ma all’improvviso scopriamo che a Jun è tornata la memoria, e la riviviamo per come è realmente accaduta.

Parte 3: la spiegazione reale di Forgotten

Il 1997 è stato in effetti l’ultimo anno di felicità per Jun. Lo rivediamo in macchina con la sua famiglia, padre, madre e fratello maggiore. Sono persone effettivamente diverse da quelle con cui ha vissuto negli ultimi giorni. Jun dorme con la spalla poggiata sulla madre. Questo è il momento esatto in cui il film inizia, in cui la messinscena sotto ipnosi prende atto. Nella sequenza di eventi reali di vent’anni prima, durante quel viaggio in macchina la famiglia avrà un incidente grave. I genitori moriranno e il fratello maggiore finisce in ospedale in condizioni critiche, con la necessità di un costoso intervento chirurgico. Jun resta solo, povero, disperato.

Tenta di trovare lavoro, inutilmente, per via della crisi economica. Ma un giorno riceve una proposta particolare: un uomo misterioso gli offre i soldi di cui ha bisogno, in cambio Jun deve uccidere una donna. Disperato, Jun accetta. Riceve un indirizzo, che coincide effettivamente con la casa in cui ha vissuto in quei giorni, allo scopo di rivivere quel momento. Entra in quella casa nella notte, ci ripensa, tenta di lasciare casa, ma qualcosa va storto, la figlia inizia a urlare impaurita. Jun è spaventato, la insegue e involontariamente la uccide. La madre entra nella stanza, Jun uccide anche lei, poi inganna il bambino piccolo, che si era svegliato, e lascia l’appartamento, lasciando il bambino vivo.

L’indomani si incontra con l’uomo che lo ha assoldato per l’omicidio: è il padre di quella famiglia e il dottore che si prende cura del fratello maggiore di Jun. Vuole che sua moglie muoia per incassare i soldi dell’assicurazione, ma ha scoperto che anche la figlia è morta e ora è furioso con Jun. In una colluttazione, il dottore muore. Jun ritorna a casa. Da quel momento inizia il processo in cui inconsciamente rimuoverà tutto quello che è successo, dimenticandosene completamente per vivere in pace con la propria coscienza.

Torniamo alla stanza d’ospedale. Jun ora ha piena memoria di come sono andate le cose. Il ragazzo di fronte a lui, che vuole ancora sapere la verità, rivela di essere il bambino sopravvissuto. E intuisce che Jun non ha agito per sua volontà. Capisce dunque che era stato il padre a spingerlo a farlo, nonostante Jun nega, per evitargli questo enorme shock. Con questa consapevolezza, decide di risparmiare Jun, esce dalla stanza e si lancia dalla finestra: la sua vita ora non ha più uno scopo, la vendetta contro chi ha sterminato la sua famiglia sarebbe inutile, non ha più ragione di vivere. Anche Jun si suicida col veleno che è rimasto sul suo letto: ora che ricorda tutto quello che ha fatto, la vita è troppo difficile per essere vissuta. L’unica cosa che lo ha tenuto in vita in quegli anni era la perdita della memoria per le cose orribili che aveva fatto.

Il finale del film

La scena finale mostra Jun da giovane, nel 1997, prima di mettersi in viaggio verso la nuova casa. I colori sono vivi, sgargianti. Quello è l’ultimo momento di felicità della sua vita. Si avvicina un bambino che interagisce con lui in silenzio, poi torna dalla sua famiglia. Qui rivediamo i volti della famiglia unita: il medico che si prenderà cura di suo fratello nei mesi a venire, la madre e la figlia che moriranno. In quell’ultimo momento felice, Jun era in armonia col mondo e con gli individui a cui distruggerà l’esistenza da lì a qualche mese.