The Danilovsky Maniac: il maniaco dagli occhi spenti

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La storia del Danilovsky Maniac è quella di un serial killer decisamente perverso e inquietante che terrorizzò la Russia nordoccidentale tra il 2004 e il 2007. Un predatore dalle caratteristiche particolari che attaccava giovani ragazze in pieno giorno. La vicenda è resa ancora più angosciante dal fatto che al giorno d’oggi nessuno conosce la sua identità.

Lo sguardo della follia

Febbraio 2004. Marina Ostrovskaya è una ragazza di 17 anni residente a Cherepovets, nell’oblast di Vologda. La giovane ha programmato un incontro con il suo fidanzato per il primo pomeriggio. Alle 14:00 si dirige verso l’abitazione del compagno e decide di prendere una scorciatoia passando dalle strade di Danilovsky. Da questo momento in poi si perde ogni sua traccia.

I genitori di Marina segnalano la scomparsa e la Polizia avvia le ricerche ma la ragazza sembra introvabile.

Una sparizione a cui non si riuscirà a dare risposta per molti mesi, mentre nel frattempo nella zona iniziano ad accadere una serie di terrificanti eventi.

Agosto 2004. A Pitinsky viene rinvenuto il corpo di Irina Popova, una ragazza di 19 anni. La vittima è stata stuprata e strangolata.

Un mese dopo si verifica un altro delitto, stavolta ai danni di Tatiana Baeva, uccisa con la stessa modalità di Irina.

L’8 Dicembre 2004 a Sovetsky Prospekt viene scoperto il cadavere di Tatiana Maksimova, 17 anni. L’assassino ha nascosto il corpo senza vita nella boscaglia. Anche Tatiana è stata violentata sessualmente e infine strozzata.

Con 3 omicidi e una ragazza scomparsa in meno di un anno gli inquirenti iniziano a sospettare fortemente la presenza di un serial killer nel territorio. Una circostanza che purtroppo troverà conferma nei mesi successivi.

Il 26 Giugno 2005 viene denunciata la scomparsa di Lyudmila Miroshnichenko, 31 anni, residente a Babushkina Street. Aveva in programma di incontrarsi con un’amica ma non si era presentata all’appuntamento e nessuno aveva notizie su di lei. È la seconda scomparsa nel giro di circa un anno e mezzo. Poche settimane dopo il maniaco di Danilovsky tornerà a farsi vivo, e lo farà con un atto decisamente spaventoso.

14 Luglio 2005. Svetlana Stepanova, una ragazza di 19 anni, si sta dirigendo insieme alla sorella e un’amica alla spiaggia di Sheksna River. Mentre sono in cammino le si sbottona un sandalo e si ferma per rimetterlo a posto, nel frattempo le sue compagne proseguono il tragitto. Quando si accorgono che Svetlana si è fermata, si girano indietro e assistono a una scena agghiacciante: un uomo sconosciuto che sta trascinando la ragazza nei cespugli. Le giovani urlano mentre il soggetto uccide Svetlana e scappa dalla scena. La sorella e l’amica corrono in soccorso e addentrandosi tra gli arbusti trovano il corpo senza vita della diciannovenne. La sua gola è stata tagliata. Un omicidio sconvolgente accaduto in pieno giorno mentre la vittima si trovava in compagnia.

Dopo aver localizzato il corpo gli inquirenti interrogarono le testimoni ma a causa della velocità con cui si era verificato l’evento non erano riuscite a scorgere la faccia dell’assalitore.

La Polizia giunge sul luogo e inizia a setacciare tutta la zona, giungendo a un edificio abbandonato. La struttura dispone di un garage sotterraneo ed è proprio lì che vengono rinvenuti i resti di Marina Ostrovskaya e Lyudmila Miroshnichenko, le due ragazze scomparse. Una scoperta che conferma i sospetti degli inquirenti: anche loro sono rimaste vittime del serial killer. Ispezionando il garage gli agenti notano un particolare elemento: sui muri sono presenti una serie di graffiti a sfondo pornografico.

Nel frattempo le analisi sui corpi di Marina e Lyudmila attestarono la causa di morte tramite strangolamento, effettuato con una garrota. Su entrambi i cadaveri è presente il DNA dell’assassino. Gli inquirenti iniziano a estrarre campioni genetici tra i residenti di Cherepovets per tentare di individuare il responsabile: tuttavia nessuna delle tracce prelevate corrisponde a quella del killer.

L’intera zona è in apprensione e i cittadini temono che il maniaco torni a farsi vivo. Ciononostante nei mesi successivi non si registreranno nuovi attacchi. Gli investigatori credono che l’assassino si sia trasferito oppure che sia impossibilitato a colpire per qualche motivo specifico. Sfortunatamente però, il suo silenzio non sarà eterno e dopo due anni il terrore ricomincerà a scorrere.

11 Giugno 2007. Il corpo senza vita della diciassettenne Natalya Zakalova viene ritrovato nella zona di Sheksna River. È stata stuprata e strangolata, esattamente come le vittime di due anni prima.

Gli inquirenti ispezionano l’area e si mettono alla ricerca di possibili testimoni, ricevendo un’importante dichiarazione. Un uomo riferisce di aver visto un soggetto con gli abiti sporchi aggirarsi nelle vicinanze del luogo del ritrovamento del cadavere di Natalya. Un tizio di età compresa tra i 30 e i 50 anni, alto 180 cm, corporatura robusta, capelli corti. La caratteristica che però catturava maggiormente l’attenzione era il suo sguardo, che sembrava totalmente perso nel vuoto.

Nel frattempo giunsero altre testimonianze da parte di persone che avevano visto un tipo bizzarro che girava in prossimità dell’edificio abbandonato dove erano stati trovati i resti di Marina e Lyudmila. Il soggetto era stato avvistato mentre disegnava graffiti pornografici sui muri e corrispondeva alla descrizione fornita dall’altro testimone, con quella specifica caratteristica dello sguardo che rimaneva particolarmente impressa.

In seguito a queste dichiarazioni la Polizia realizzò un identikit del sospettato. Il serial killer venne soprannominato “maniac with dull eyes” (maniaco dagli occhi spenti)

Le indagini

Nel Luglio 2008 un soggetto residente a Cherepovets entra nel mirino degli inquirenti dopo aver tentato di aggredire due ragazze. L’uomo voleva trascinarle tra i cespugli ma fortunatamente le giovani erano riuscite a scappare e a chiamare la Polizia. Gli agenti iniziarono a sospettare che potesse essere il maniaco di Danilovsky, tuttavia l’esame del DNA dimostrò che non si trattava del serial killer a cui stavano dando la caccia da tempo.

Un altro sospettato fu un detenuto che si trovava in carcere per aver ucciso la sua fidanzata dopo una lite per gelosia. Gli investigatori scoprirono che nel periodo degli omicidi era in libertà ed era solito visitare la zona di Cherepovets. Anche in questo caso però la comparazione genetica concluse che non era stato lui ad ammazzare le sette ragazze negli anni precedenti.

L’investigazione procede a ritmi serrati ma nonostante ciò non si verificano sviluppi cruciali. Nel mentre gli omicidi sembrarono interrompersi e non si registrarono a livello ufficiale ulteriori delitti riconducibili al Danilovsky Maniac.

Ancora oggi il caso rimane irrisolto. Una vicenda cupa, sette giovani vite strappate da una mente degenerata la cui identità resta ignota. Un serial killer sfacciato e spietato che ai giorni nostri non sappiamo che fine abbia fatto e dove si trovi, ma ci auguriamo che la prossima volta che sentiremo parlare di lui corrisponda alla notizia della sua individuazione e cattura.

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Fonte:

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