I dischi di rap italiano che hanno fatto la storia nell’ultimo decennio

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Nel corso degli ultimi tempi il mondo dell’intrattenimento è cambiato notevolmente grazie all’evoluzione digitale, come ben sanno gli appassionati di scommesse online. Anche il settore musicale è stato largamente influenzato dall’uso di nuovi strumenti digitali, come ad esempio la piattaforma di Spotify.

E, proprio grazie a Spotify, si può avere un’idea piuttosto chiara di quali siano le principali tendenze in ambito musicale e di quali artisti stiano raccogliendo più successo. Concentrandoci sulla musica rap italiana, proviamo a sfruttare anche le statistiche raccolte online per capire quali siano i dischi di rap italiano che hanno fatto la storia nel decennio che va dal 2010 al 2020.

Si tratta di un decennio molto speciale per il rap italiano, dato che è esploso in tutto il suo successo. Non si tratta unicamente dei numeri e dei dischi che sono stati venduti, ma anche dell’attenzione spasmodica che ha cominciato a generare tra il pubblico e pure tra i media generalisti. Così, proviamo a dare un’occhiata ai dischi che più sono stati rappresentativi di tale cambiamento.

Controcultura, il disco lanciato nel 2010 da Fabri Fibra

Impossibile non citare l’album cardine di Fabri Fibra, che ha sicuramente raccolto un enorme successo spinto dal singolo “Tranne te” che, nel giro di breve tempo, è diventato un vero e proprio tormentone. A conti fatti, si può dire che questa canzone rappresenta probabilmente il primo vero approccio di Fabri Fibra verso il pop.

Controcultura, però, si può considerare uno di quegli album in cui non mancano affatto i contenuti, orientati soprattutto verso l’ambito politico. Fibra non si tira indietro quando c’è da fare nomi e cognomi, che in parte dovranno essere censurati proprio per le proteste di chi si è trovato in quei testi. Insomma, “Controcultura” sarà sempre e comunque un perfetto trait d’union tra due parti dell’artista Fabri Fibra, l’anima del passato e quella del futuro.

Un anno dopo, ecco Il ragazzo d’oro di Gue Pequeno

Il rap italiano aveva conosciuto gruppi come i Club Dogo e le Sacre Scuole, di cui Gue Pequeno ha fatto parte, ma fino a questo momento nessuno aveva conosciuto il “Guercio” come solista. Un album che tocca livelli molto alti e consacrano definitivamente Gue come vera e propria punta di diamante del rap italiano. D’altro canto, su di lui c’erano tantissime aspettative e questo album riesce a soddisfarle appieno tutte. Sonorità notevoli, un precursore in fatto di alcune tendenze legate al sound hip hop e un gran numero di perle a livello di testo.

Il 2012, l’anno di Rancore e DJ Myke con Sienzo

In breve tempo diventerà uno dei rapper più particolari e sicuramente di alto livello dello scenario del rap italiano. Stiamo parlando di Rancore, un vero e proprio intellettuale di questo genere. In un panorama che, in quegli anni, vedeva sempre di più il passaggio verso il mainstream, con una notevole semplificazione dei contenuti da parte di gran parte dei rapper, ecco arrivare la sorpresa che non t’aspetti.

La Doner Music, guidata da Big Fish, è un’etichetta indipendente che ha il merito di credere e di puntare su Rancore, pubblicandone il primo album denominato “Sienzo”, condiviso con un dj di alto profilo come DJ Myke. Un risultato di altissimo livello, che mette in evidenza tutte le qualità di Rancore e il genio a livello musicale di DJ Myke. Tra le chicche da non dimenticare, troviamo certamente il videoclip del singolo “Anzi… Siamo già arrabbiati”. Un titolo con cui Rancore e Dj Myke hanno voluto dare il giusto omaggio al coro dei vigili del fuoco di una coppia unica del cinema italiano, ovvero quella formata da Bud Spencer e Terence Hill, nel film “Altrimenti ci arrabbiamo”.