La Figlia Oscura: spiegazione e differenze tra film e libro

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Questo articolo rivela elementi importanti della trama e della spiegazione de La Figlia Oscura di Maggie Gyllenhaal, svelandone il significato, gli eventi e le prospettive migliori per apprezzarne i pregi. Se ne suggerisce dunque la lettura solo ed esclusivamente dopo aver visto il film, e non prima, per evitare di perdervi il gusto della prima visione.

La Figlia Oscura è un romanzo di Elena Ferrante pubblicato nel 2006, e trasposto su film nel 2021 da Maggie Gyllenhaal, al suo esordio in regia. Il film ha ricevuto il premio alla miglior sceneggiatura alla mostra di Venezia 2021 ed è stato nominato a 3 Oscar e due Golden Globe.

La trama

La storia è un racconto di introspezione che ha come protagonista Leda Caruso, una famosa traduttrice in vacanza in Grecia. Leda (nel film interpretata da Olivia Colman) è una professoressa di mezz’età che viene in qualche modo coinvolta nella vita degli altri durante quella vacanza, ed entra in contatto con Nina (Dakota Johnson), una giovane mamma che una mattina in spiaggia perde di vista la propria figlia piccola ed entra nel panico. La figlia viene subito ritrovata, grazie all’aiuto di Leda, che però si appropria dell’amata bambola della figlia. Durante il resto della storia, Nina si impegna nella ricerca di quella bambola, a cui la figlia tiene molto, e Leda osserva tutto ciò con sguardo distaccato, tenendo comunque la bambola per sé.

Durante l’evolversi della storia, Leda ripercorre attraverso flashbacks il proprio passato di giovane mamma, e lascia emergere la propria natura di cattiva madre, fino a ripercorrere il momento in cui decise di abbandonare le sue due figlie piccole, lasciandole all’ex-marito e alla madre, per vivere la propria vita lontana dal nucleo familiare, inseguendo le sue ambizioni professionali e intraprendendo una storia sentimentale con un professore collega. Come spiegherà a Nina, quel periodo per Leda è stato “incredibile”, eppure lei tornerà a casa, tre anni dopo, solo al momento in cui le figlie le mancavano. Presentando dunque anche il ritorno come una scelta dettata semplicemente da ciò che provava, dunque dal suo egoismo.

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Il finale e le differenze col libro

Nel finale del film, vediamo Leda accogliere in casa Nina e aprirsi improvvisamente con lei, in maniera scomposta: prima la avverte che quella depressione che sente Nina in questo momento non andrà mai più via e fa parte della condizione stessa dell’essere madre, poi le svela di essere una cattiva madre e le mostra la bambola che aveva preso alla figlia di Nina, spiegandole che l’ha presa per gioco. Nina è sconvolta da tutto ciò e le pianta nello stomaco la spilla che Leda le aveva regalato, fuggendo da quella casa.

Nella scena finale del film, vediamo Leda prendere l’auto nella notte e andare via, per poi avere un incidente stradale. La mattina successiva la vediamo svegliarsi su una spiaggia, ancora con la ferita sanguinante nello stomaco. Leda parla al telefono con le figlie, sorprese e contente di sentire la madre, dicendole che “pensavano fosse morta”. Leda risponde che in realtà è viva. Un’arancia appare nella sua mano, simbolo di un legame intimo che le figlie avevano con lei, nel momento in cui da giovane mamma la sbucciava giocando con loro.

Il libro in realtà si chiude in maniera leggermente differente. Dopo l’incidente Leda si risveglia in ospedale. Parla con le figlie, che erano preoccupate che la madre fosse morta. Leda risponde “sono morta, ma sto bene.” In questa differenza si nasconde la doppia interpretazione sul finale del film, e del libro, che gli spettatori si chiedono una volta terminata la visione.

La spiegazione e le due interpretazioni

Sia il libro che il film lasciano spazio a due possibili interpretazioni, per via della particolarità della scena finale descritta. L’affermazione del libro “sono morta, ma sto bene” pone la domanda se Leda fosse ufficialmente morta nell’incidente, e se dunque la scena finale rappresenti una situazione fittizia, non reale. Stessa cosa nel film, l’apparizione improvvisa dell’arancia nella mano di Leda può lasciar pensare che quella scena non sia effettivamente reale, e che dunque Leda sia morta nell’incidente.

Tuttavia, va anche tenuto conto che la storia ha sempre avuto un alto contenuto simbolico, che potrebbe comunque spiegare entrambi i finali. La frase “sono morta ma sto bene” del libro si potrebbe interpretare in via allegorica, con Leda che ammette una morte dell’anima ma si mostra contenta di sentire le figlie. Stessa cosa con l’apparizione dell’arancia, che rappresenta il simbolo di un momento in cui Leda è stata una brava madre, una sorta di desiderio che prende forma nel momento finale del film.

Sia il libro che il film lasciano aperte le due possibili interpretazioni, e non esiste dunque una risposta finale. Leda potrebbe effettivamente essere morta, o si può essere salvata e chiude la storia con un riavvicinamento alle figlie e alla sua dimensione genitoriale.