Nonostante le (blande) resistenze di una fascia minoritaria della popolazione, ora il gioco è riconosciuto nella sua completezza, anche per il suo valore artistico. Nel corso dei decenni il mondo dell’arte ha contribuito a influenzare lo sviluppo di giochi da tavolo, di società e anche i più moderni videogame.
In questo articolo scopriremo alcuni degli esempi più lampanti dell’influenza (bidirezionale) fra arte e gioco.
Le linee e le forme come indicatrici della psiche
La raffigurazione dei personaggi di un gioco, tranne sparute eccezioni, segue uno degli assiomi fondamentali dell’arte applicata alla psicologia. Le forme scelte per il viso di un personaggio dicono spesso molto sul suo carattere e sulla sua personalità.
Così, se l’intento dello sviluppatore è rendere intuitiva la comprensione del ruolo del personaggio, le linee del suo volto rappresenteranno in modo evidente ciò che ha dentro. E quindi lineamenti lievi e stondati rappresentano la bonarietà, la dolcezza e l’innocenza. Mentre tratti più incisivi e squadrati indicano una personalità più forte e risoluta.
A questa narrazione geometrica si possono poi apporre numerosi strati di complessità, a seconda dell’età e della formazione del pubblico cui è destinato il prodotto. Così, i lineamenti dolci e simmetrici di Chun-Li nascondono invece una personalità forte, di una donna capace (letteralmente) di fare male. E quindi non molto distante dal mascellato Guile (della stessa fortunata franchise) dal taglio di capelli trapezoidale.
Il mito greco nell’arte e nel gioco
Le influenze della mitologia greca sono evidenti in molte sculture di periodi successivi. Ma l’onda lunga di uno dei periodi più fertili a livello culturale ha percorso i secoli, andando a colpire nel profondo la creatività di pittori di epoche successive, come il grande Caravaggio. La Medusa di Merisi e il suo sguardo abbacinante sono impressi nell’immaginario collettivo. E la stessa figura mitologica, in grado di pietrificare chi le si presentava davanti, influenza ancora oggi gli sviluppatori di giochi e slot machine come quelle di Starcasino (Divine Fortune ne è un chiaro esempio).
Il gioco influenza l’arte: la Video Game Art
Il gioco influenza l’arte e l’arte influenza il gioco. Come ha dimostrato il nostro connazionale, l’artista Paolo Pedercini con il progetto Molleindustria, il gioco può diventare vettore di un messaggio così come una vera e propria opera d’arte.
La cultura del gaming, così radicata nella società attuale e abbracciata da milioni di persone in tutto il mondo, può diventare una forma di attivismo attraverso il concetto di Soft Industry, in un’immaginaria chiamata alle armi contro lo status quo dell’industria dell’intrattenimento.
Attraverso diversi giochi, sviluppati da lui stesso a partire dal 2003 su varie piattaforme, l’artista ha creato giochi totalmente gratuiti sulla base di temi di impatto collettivo. Questo è il caso di Nova Alea, incentrato sul tema della vita in città e sul controllo della stessa. Ma si può anche citare Oligarchy, che tocca il delicato argomento dell’estrazione petrolifera (e più in generale quello dello sfruttamento scellerato delle risorse).
Un modo diverso di intendere il gioco: un nuovo vettore per influenzare le menti dei giocatori, spingendole a riflettere su temi solitamente trascurati dai principali sviluppatori, poiché coinvolgono interessi economici ancora attuali. In un certo senso, il cambiamento sociale può passare attraverso un joypad.