Il caso Ludwig: uccidere per liberare il mondo dal male

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Il caso di Ludwig è un fatto di cronaca nera piuttosto atipico oltre che inesorabilmente tragico. Si tratta di una vicenda di omicidi seriali ma allo stesso tempo è caratterizzata anche da azioni tipiche dello stragismo. Un amalgama di una serie di ingredienti criminali che tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta ha diffuso il panico in Italia e non solo.

La prima rivendicazione

25 Novembre 1980. Alla redazione del Gazzettino, giornale locale del Triveneto, giunge una strana e inquietante lettera. La missiva riporta

“L’organizzazione Ludwig si assume la responsabilità delle seguenti uccisioni: Guerrino Spinelli, Verona, Agosto 77; Luciano Stefanato, Padova, dicembre 78 e Claudio Costa, Venezia, Dicembre 79. Come prova dell’autenticità di questa rivendicazione riportiamo alcuni particolari riguardanti gli attentati, che non sono di dominio pubblico. Nel primo si è fatto uso di 4 bottiglie Molotov (non 2 come riportano i giornali), confezionate con fiaschi da 2 litri, di cui 2 sono state lanciate dentro la macchina e 2 fuori. Nel secondo sono stati usati coltelli con manico di plastica e di colore rosso-arancione. Per quel che riguarda il terzo, sono stati usati 2 coltelli da cucina col manico di plastica bianca, che sono stati gettati sotto il ponticello vicino al quale è stata colpita la prima volta la vittima, morta nello stesso vicolo, dopo altre due colluttazioni. Gott mit uns.

Sulla lettera è stata disegnata un’aquila con una svastica attaccata agli artigli. Sopra di essa la scritta LUDWIG. La frase finale rende ancora più esplicita la fede dell’autore del messaggio, “Gott mit uns”, ovvero “Dio è con noi” motto utilizzato nel periodo del Terzo Reich.

Ma cosa ha a che vedere tutto ciò con tre omicidi avvenuti negli anni precedenti e apparentemente scollegati tra di loro? Possibile che dietro a questi delitti ci sia la stessa mano? Il fatto che chi ha scritto la missiva fosse a conoscenza di particolari così dettagliati e precisi fa propendere decisamente per questa ipotesi. Gli inquirenti del luogo decidono a questo punto di fare un passo indietro e andare a riesaminare i casi citati nella lettera, alla ricerca di un possibile nesso.

La genesi di Ludwig

25 Agosto 1977. Un terribile evento squarcia la notte di Verona. Guerrino Spinelli, un senzatetto che stava dormendo nella sua auto, viene bruciato vivo all’interno del veicolo. Qualcuno ha lanciato delle molotov nella sua direzione. L’uomo viene immediatamente ricoverato d’urgenza in seguito alle gravi ustioni riportate, ma purtroppo dopo una settimana di agonia perde la vita.

Le successive indagini non riusciranno a dare un nome al responsabile di questo atto così atroce.

19 Dicembre 1978. Sembra il classico periodo prenatalizio quando improvvisamente a Padova si verifica un inspiegabile delitto. Luciano Stefanato, cameriere omosessuale di 44 anni, viene trovato morto dentro la sua macchina. Ucciso da 30 colpi di arma da taglio. Il cadavere ha due coltelli da cucina piantati sulla schiena. L’origine di questo delitto è ignota e la ricerca del colpevole si preannuncia piuttosto difficoltosa, motivo per cui anche questo brutale assassinio rimane momentaneamente irrisolto.

Passa quasi un anno quando il 12 Dicembre 1979 a Venezia viene ucciso Claudio Costa, 22 anni, raggiunto da una pioggia di coltellate. La vittima aveva dei trascorsi di tossicodipendenza e per questo delitto gli inquirenti ipotizzano un possibile legame con il mondo della droga. Tuttavia non arriverà nessuna svolta definitiva in questa direzione.

Tre omicidi nell’arco di tre anni. Ripercorrendo i fatti e prendendo in considerazione il contenuto di quella missiva il quadro comincia a delinearsi. In base alla fede ideologica chiaramente espressa da Ludwig nel suo messaggio, tutte le vittime (un senzatetto, un omosessuale e un tossicodipendente) potevano essere considerate come dei “mali da estirpare” nella sua psiche deviata. È ormai palese che dietro a quello pseudonimo si nasconde una personalità cinica e senza scrupoli, decisamente pericolosa.

Gli ispettori devono mettersi al lavoro per scoprire la reale identità dell’artefice della lettera. Non è chiaro se si tratti di un singolo o di più persone che agiscono in comune. Passerà poco tempo però prima che quel nome torni a farsi vivo nel peggiore dei modi possibili.

La linea di sangue

È il 20 Dicembre del 1980 e stavolta Ludwig torna a colpire a Vicenza, ai danni di Maria Alice Baretta, una donna di 52 anni che lavorava come prostituta. La vittima è stata massacrata a colpi di ascia e martello.

Giunge una nuova lettera di rivendicazione

“Rivendichiamo l’esecuzione di alice m. baretta 20-12-1980 vicenza prove per l’autenticità della rivendicazione il martello ha il manico giallo ed è della marca vpex porta come marchio il n°1500.

Il 20 Luglio 1982 vengono aggrediti due frati del Santuario della Madonna di Monte Berico, a Vicenza. Si tratta di padre Gabriele Pigato e padre Giuseppe Lovato, entrambi colpiti con una serie di martellate. Padre Gabriele perde la vita, mentre padre Giuseppe viene trasportato in ospedale in gravissime condizioni. Purtroppo anche lui spirerà pochi giorni dopo.

26 Febbraio 1983. Il sacerdote Armando Brison ha appena finito di celebrare la messa e sta tornando al suo convento di Trento. Improvvisamente qualcuno lo assale e gli conficca nel cranio un punteruolo su cui è attaccato un crocifisso. Giungono i soccorsi e la vittima, in fin di vita, viene ricoverata. Sfortunatamente non ci sarà niente da fare e poco tempo dopo Armando Brison muore. Un omicidio dall’aspetto ritualistico che scuote profondamente la città.

Due giorni dopo arriva una missiva all’Ansa

“Il potere di Ludwig non ha limiti. Il crocifisso porta la scritta Faba”

Ludwig ha ormai cominciato a prendere di mira anche le figure ecclesiastiche, a dimostrazione del fatto che prova una profonda avversione anche nei loro confronti. È a questo punto che cambia ancora target di vittime e inizia a mettere in atto azioni di stampo terroristico.

Il 14 Maggio 1983 il cinema a luci rosse “Eros” di Milano viene devastato da un incendio doloso che causa la morte di sei persone e il ferimento di altre trentadue. Un atto devastante che porta ancora la firma di quell’organizzazione, come testimonia l’ennesima lettera

“Rivendichiamo il rogo dei cazzi. Una squadra della morte ha giustiziato uomini senza onore, irrispettosi della legge di Ludwig. Per appiccare l’incendio al cinema sono stati usati una tanica e un bidone di plastica ai cui manici sono stati fissati rispettivamente una catenella da lavandino e una fascetta metallica marca Serflex”

Ormai è una scia di sangue partorita da un delirio omicida in continua evoluzione che sembra impossibile da fermare. Gli agenti tentano in ogni modo di prevedere le prossime mosse, ma il passo successivo è qualcosa di imprevedibile.

8 Gennaio 1984. La discoteca “Liverpool” situata a Monaco di Baviera viene avvolta dalle fiamme di un incendio. Il bilancio finale è di sette feriti. Corinna Tartarotti, una barista italiana di 20 anni che lavorava nel locale, riporta gravissime ustioni e muore dopo mesi di ricovero. I successivi rilievi dimostrarono che il fuoco era di natura dolosa e poco tempo dopo giunse un messaggio da parte di Ludwig

“Al Liverpool non si scopa più”

La sua follia è ormai riuscita a varcare i confini geografici con il chiaro intento di portare a termine il suo disegno criminale.

Poi, fortunatamente, qualcosa va storto.

4 Marzo 1984. Alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere si sta svolgendo la serata di carnevale quando a un certo punto i presenti si accorgono del propagarsi di un incendio. Tuttavia il pavimento del locale possiede un rivestimento ignifugo e gli addetti alla sicurezza riescono a spegnere il fuoco. Durante l’operazione vengono intercettati due ragazzi con in mano delle taniche di benzina, che vengono immediatamente fermati e in seguito arrestati.

Il duo viene portato in caserma. Gli inquirenti cominciano a nutrire forti sospetti nei loro confronti. L’azione che volevano mettere in atto ricorda i roghi appiccati nei mesi precedenti e per questo motivo dispongono ulteriori indagini. Le successive perizie calligrafiche e il ritrovamento dei testi delle lettere all’interno delle loro case confermarono i sospetti degli agenti.

Dietro all’organizzazione Ludwig c’è il nome di quella coppia di giovani. Wolfgang Abel, 25 anni, e Marco Furlan, 24 anni.

Wolfgang Abel e Marco Furlan

Due ragazzi di buona famiglia, dall’aspetto pulito. Abel e Furlan non avevano certo l’apparenza da assassini seriali, se mai ne esistesse una.

Entrambi dell’area di Verona, Wolfgang è originario di Monaco di Baviera ed è figlio di un consigliere delegato di una compagnia assicurativa tedesca. È un ragazzo molto intelligente, laureato in matematica con il massimo dei voti. Marco è figlio del primario del centro ustioni di Verona. Prima di essere arrestato era a pochi passi dalla laurea in Fisica presso l’Università di Padova.

I due si conobbero nel 1975 durante gli anni del Liceo e strinsero un solido rapporto. Non è chiaro come nacque l’idea di Ludwig ma quello che sappiamo è che da un certo periodo in poi questo legame diede vita a un progetto che prevedeva di “liberare” il mondo da tutto ciò che la loro visione distorta considerava come immorale o indegno. Fomentati da un’ideologia nazista che funzionò da carburante per le loro idee distruttive, iniziarono a spargere una devastante sequenza di azioni delittuose senza limiti né confini che durò più di cinque anni.

La condanna

Furlan e Abel vennero incarcerati in attesa del processo.

Ad entrambi viene riconosciuta la seminfermità mentale e in Primo Grado saranno dichiarati colpevoli di 10 omicidi e condannati a 30 anni di carcere, ridotti in Appello a 27 anni. La Cassazione nel 1991 confermò la sentenza di Appello. Marco Furlan riuscì a fuggire nel periodo in cui era in soggiorno obbligato in attesa del giudizio nei suoi confronti. Rimase latitante per alcuni anni fino a quando nel 1995 venne catturato nell’isola di Creta e successivamente riportato in Italia a scontare la sua pena.

Dopo gli anni trascorsi in carcere i due condannati ottennero prima la libertà vigilata e in seguito la totale libertà, prima Furlan nel Novembre 2010 e successivamente Abel nel Novembre 2016.

Entrambi iniziarono a condurre una vita ordinaria tenendo un basso profilo e cercando di stare lontani dai riflettori. Dopo l’uscita di galera i due non si sono più incontrati né sentiti.

Nel Settembre 2021 Wolfgang Abel, in seguito a una caduta dovuta a un incidente domestico, entra in coma e viene portato in ospedale. Dalle notizie che trapelano sembra che ad oggi non si sia ancora ripreso dallo stato comatoso.

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Fonti

queryonline.it – I Segreti dei Serial Killer : Ludwig
yeslife.it – Ludwig: due menti, due spietati serial killer, un solo nome
ildolomiti.it – Ludwig, il 26 febbraio 1983 a Trento venne ucciso don Armando Bison. Gli fu conficcato in testa uno scalpello con attaccata una croce
storiedimenticate.it – Il rogo del cinema Eros