Quando verrà tolto il green pass in Italia?

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A oltre due anni dall’inizio della pandemia, con le innumerevoli misure di restrizione che si sono susseguite mese dopo mese nel tentativo di arginare la diffusione del virus, resta oggi forte la domanda legata al mantenimento del green pass in Italia.

Col passare del tempo è iniziato a diffondersi un crescente malcontento nei confronti di questa misura, soprattutto quando essa comporta il ripetersi del richiamo vaccinale a breve distanza dall’ultima somministrazione o la continua esecuzione di tamponi per cercare di continuare a vivere in maniera quanto più normale possibile. E quanto più cresce la consapevolezza che sempre più nazioni al mondo stanno abbandonando questa misura, e che la sensazione diffusa nel mondo è che l’emergenza coronavirus sia ormai volta al termine dopo la variante Omicron, tanto più l’esigenza di andare oltre le restrizioni diventa forte.

La situazione in Italia confrontata col resto d’Europa

L’Italia si è sempre distinta nel mondo come il paese con alcune delle più forti restrizioni alla normalità legate alla pandemia. Con alcuni primati che risaltano in maniera particolare, tra i quali essere stata una delle pochissime nazioni al mondo a imporre la controversa misura delle mascherine all’aperto e quella dell’obbligo vaccinale per il lavoro, misure che nel resto del mondo occidentale sono state escluse fin da subito, ponendo attenzione al mantenimento dei diritti, delle libertà basilari degli uomini e della continuità della vita sociale. Ciononostante, l’uso robusto della misura del green pass è rimasto costante in Italia, ponendo limiti a moltissime attività quotidiane: accesso a servizi di ristorazione, negozi, spazi e servizi pubblici, mezzi pubblici, aerei interni, musei e aree lavorative. Nel 2022, senza il green pass un residente in Italia è fondamentalmente escluso dalla normalità sociale, nonostante non ci sia un’emergenza ospedaliera e nonostante il successo della campagna vaccinale, che registra uno dei tassi di vaccinazione più alti nel mondo (tasso di vaccinazione tra i più alti in Europa ancor prima dell’introduzione del green pass).

Per avere un’idea di come si sta comportando il resto d’Europa relativamente alle restrizioni legate alla pandemia, il sito di riferimento è Reopen EU, che presenta informazioni dettagliate e aggiornate sullo stato delle restrizioni in ogni nazione del mondo.

Vai su Reopen EU

La situazione aggiornata a Marzo 2022 è che ormai poche nazioni fanno uso del green pass come misura di contenimento della pandemia. Il green pass obbligatorio per gli spazi pubblici è adottato in Europa soprattutto da Italia e Germania, paesi che da tempo si prendono come riferimento l’un l’altro per il mantenimento delle restrizioni, insieme ad alcune altre nazioni tra cui Grecia, Bulgaria e Finlandia, mentre è stato abbandonato da Spagna, Regno Unito, Svizzera, Belgio, Olanda, Portogallo, Francia (da metà marzo) e varie altre. Il concetto di green pass rafforzato, che permette solo a vaccinati e guariti di accedere agli spazi pubblici, è anch’esso una prerogativa quasi esclusiva di Italia e Germania.

Quando verrà abolito il green pass in Italia?

Dal punto di vista del green pass, l’Italia rappresenta una delle nazioni che mantiene l’intenzione di resistere all’allentamento delle restrizioni. Nonostante le dichiarazioni che si vanno susseguendo su giornali e canali ufficiali, che di tanto in tanto ventilano l’ipotesi di tornare alla normalità, l’Italia continua a distinguersi per il mantenimento di misure d’emergenza, anche in situazioni in cui l’emergenza ospedaliera non c’è (ad esempio imponendo le restrizioni generali anche in zona bianca già dal 2021). Questa particolarità è alla base all’onda di emigrazione che si osserva a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, con i cittadini liberi da legami sul territorio che si trasferiscono in altre nazioni d’Europa in cui la normalità della vita quotidiana è maggiormente protetta.

La scelta di eliminare il green pass è ad oggi una scelta prevalentemente politica, che dunque deve venire da un’intenzione esplicita del governo. Le date di riferimento esistenti al momento, inclusa quella dell’1 Aprile che dovrebbe segnare il termine dello stato di emergenza, sono poco significative. Da questo punto di vista, dunque, non esiste un chiaro traguardo da raggiungere affinché il green pass possa essere abolito, né in termini di copertura vaccinale (già altissima), né in termini di occupazione delle terapie intensive (ormai sotto controllo da tempo).

In altre parole, il 2022 sta provando in molte parti del mondo che il ritorno alla normalità è una scelta che può essere fatta in qualsiasi momento, se è supportata da una volontà precisa. Questa consapevolezza, corroborata dalle statistiche che provano come la diffusione del virus in tutte le nazioni del mondo sia stata grossomodo identica indipendentemente dalla severità delle restrizioni adottate, ha spinto sempre più nazioni a insistere per il ritorno alla normalità. È una consapevolezza che arriverà presto anche in Italia, probabilmente lungo il corso del 2022, ma sapere quando di preciso le restrizioni saranno abolite è una stima difficile da fare oggi.