È possibile curarsi con la musica?

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Nelle civiltà antiche dell’India, in Oriente, in Africa, in Europa e fra gli Aborigeni e gli indiani d’America, la pratica di usare il suono per guarire e realizzare l’equilibrio interiore di corpo e spirito è sempre esistita. I tibetani usano ancora le campane e il canto come fondamento per loro pratica spirituale. Nostradamus ha profetizzato addirittura che un giorno scopriremo una cura per il cancro con l’utilizzo di un “suono puro”. In tempi più recenti, anche il sensitivo americano, Edgar Cayce e l’antroposofo, educatore, filosofo e mistico tedesco Rudolf Steiner, hanno previsto che i suoni sarebbero stati usati per la guarigione. Grazie all’avvento dell’elettronica e dell’informatica applicata al settore musicale, oggi abbiamo la possibilità di utilizzare frequenze prima ingestibili e inascoltabili, trasmettendole attraverso onde sonore particolari.

Prima di intraprendere questo viaggio devo spiegare la differenza tra tono e suono: per tono intendiamo un suono nel quale tutta l’energia sonora è concentrata in una sola frequenza (è, quindi, una sorta di “suono” puro, anche se è meglio utilizzare il termine tono), mentre i suoni che sentiamo quotidianamente non sono mai puri, ma sono costituiti da un amalgama di frequenze in cui al suono fondamentale (o frequenza fondamentale) se ne aggiungono altri più acuti e meno intensi (le armoniche).

Sembra una distinzione banale e magari molti la conoscono ma è proprio da questa che sono partito quando, dopo essermi diplomato in teoria e armonia musicale al Berklee College of Music di Boston con specializzazione in Music for wellness, ho deciso di intraprendere una ricerca acustica di frequenze e suoni, in grado di alleviare alcuni disturbi e farci stare meglio. HSP – Healing Sound Project, questo è il titolo che ho voluto dare al progetto di ricerca musicale. HSP è anche il nome della Playlist che troverete sul mio canale ufficiale youtube e che potrete ascoltare liberamente. Ogni video è accompagnato da immagini e animazioni realizzate in particolari forme e colori affinché l’effetto audio visivo sia potenziato e quindi risulti più efficace.

Combatti l’ansia

Le frequenze molto basse facilitano lo stato di rilassamento del cervello umano, proprio perché lo inducono a sincronizzarsi in quei range di frequenza che sono tipici della fase di sonno o di meditazione. Ascoltando delle frequenze a 7 Hz, ad esempio, faciliteremmo il nostro cervello nel vivere rilassanti esperienze oniriche. Il problema però è che l’orecchio umano è impossibilitato a percepire queste frequenze. Come fare? Esistono due “trucchi” affinché il nostro cervello riesca ad ascoltare tali frequenze. Il primo è quello delle frequenze binaurali. Le “Binaural Beats” sono state scoperte nel 1839 dal tedesco H. W. Dove, anche se poi entrarono realmente in uso soltanto in seguito alla sperimentazione diretta sul cervello grazie al Dottor Gerald Oster al Mount Sinai School of Medicine di New York, nel 1973. L’espediente consiste nel creare due suoni con frequenze distinte, entrambe udibili dall’orecchio umano, lasciando però fra una frequenza e l’altra un margine rappresentato proprio dalla frequenza binaurale che si vuole riprodurre.

Il brano “binaural beats” sfrutta pienamente i suoni binaurali. Tramite essi è stata generata una specifica frequenza che, per l’effetto di Risonanza Simpatetica, indurrà il cervello a resettarsi allo “stato dell’essere” corrispondente a quella frequenza che nel nostro caso è stata scelta per indurre rilassamento e scaricare l’ansia. Un problema dei suoni binaurali è che funzionano solo se si indossano le cuffie (perché un suono diverso deve essere immesso in ciascun orecchio). Quindi… indossate gli auricolari e buon relax!

binaural beats

Mai più insonne

Semplificando, ciò che chiamiamo comunemente “rumore bianco” è in realtà un insieme di frequenze udibili dall’orecchio umano, il cui scopo è quello di “nascondere” gli altri suoni, evitando le distrazioni e accompagnando la nostra mente in uno stato di riposo più profondo. Per quanto non sia apparentemente molto “attraente”, il rumore bianco permette di coprire tutti i rumori causa di distrazione, creando una sorta di “terreno fertile” per il nostro cervello, che interpreterà in maniera più piacevole il contesto ambientale. Grazie alle frequenze riprodotte e alla sua tipica ripetitività, il rumore bianco è in grado di distendere i muscoli, indurre uno stato di relax e contenere le ansie e le tensioni tipiche della parte finale della giornata, quando siamo carichi dello stress accumulato nelle ore precedenti.

Il brano “white noise” sfrutta proprio il rumore bianco. Perfetto se avete problemi ad addormentarvi o se vi svegliate facilmente durante la notte. Il valore aggiunto rispetto al silenzio assoluto è presto detto. Se ti addormenti in un ambiente privo di rumori, sei più esposto al rischio di essere svegliato nel momento in cui se ne verifica uno. Per certe persone, infatti, anche il più piccolo rumore può interferire in maniera disastrosa con il sonno. Ascoltando il brano entrerete in una sorta di “bolla” in cui addormentarsi diventerà automaticamente più semplice.

white noise

Aumenta la concentrazione e rafforza la memoria

Brainwave Entrainment è una parola complessa che non ha una traduzione vera e propria in italiano. “Brainwave” significa “onda del cervello”, mentre “Entrainment” significa “sincronizzazione”. Possiamo tradurlo con “sincronizzazione e induzione delle onde celebrali”. Quest’ultimo concetto fu identificato per la prima volta dal fisico olandese Christiaan Huygens, nel 1665. Come tutte le grandi invenzioni della storia, avvenne per caso: Huygens scoprì il fenomeno durante un esperimento con degli orologi a pendolo. Ne mise in moto uno per uno e, quando tornò il giorno successivo, si accorse con grande meraviglia che le oscillazioni di ogni pendolo si erano sincronizzate.

La composizione “brainwave entrainment” opera una sincronizzazione tra le onde celebrali e i suoni su un particolare ritmo in grado di favorire la concentrazione. È un ascolto ottimo prima o durante lo studio. Le linee melodiche e l’armonia sono state, infatti, ideate per sollecitare i centri della memoria. Il brano aiuta, inoltre, ad aprire la strada del benessere psicofisico e della connessione spirituale. L’attivazione di determinate onde cerebrali attraverso le frequenze sonore usate, permette di attivare specifici stati mentali, nuovi pensieri e quindi manifestare ciò che desiderate.

brainwave entrainment

Addio all’emicrania

Al suo livello più semplice, un tono isocronico è un tono che si accende e si spegne rapidamente a intervalli regolari e uniformemente distanziati. Questa regolarità genera una pulsazione ipnotica. Attraverso l’ascolto, le onde cerebrali si vanno a sincronizzare con questo stimolo attraverso quello che è definito: trascinamento delle onde cerebrali. Un metodo allo studio come potenziale terapia per una varietà di condizioni di salute e in particolare per combattere l’emicrania.

La composizione “isochronic tones” sfrutta un tono isocronico che permette di combattere l’emicrania e indirettamente anche l’ansia: due disturbi e condizioni di malessere che sono strettamente collegate. Molto utile anche per trattare il mal di denti. A differenza dei suoni binaurali, il tono isocronico non ha bisogno di cuffie per esplicare i suoi effetti.

isochronic tones

Scarica lo stress

L’effetto di panning della musica in 8 dimensioni è una tecnica di produzione che molti studi hanno evidenziato essere estremamente efficace per scaricare lo stress. Le cuffie sono fondamentali per questo ascolto perché altrimenti si perde l’effetto terapeutico del suono che gira e si sposta da un emisfero all’altro del cervello. Basta indossare degli auricolari e concedersi pochi minuti per eliminare tossine e ripristinare quello che viene chiamato “Equilibrio Emisferico” uno Stato dell’Essere che porta a notevoli benefici psicofisici.

Il brano “alice in wonderland – (8d audio)” utilizza la tecnica del panning in 8d e quindi va ascoltato rigorosamente con le cuffie.

alice in wonderland (8d audio)

Combatti gastrite e disturbi intestinali

Gli armonici prodotti dalle campane tibetane hanno un enorme potere curativo. Perché? Diciamo prima di tutto che sono strumenti con una loro peculiarità: enfatizzano gli armonici naturali come nessun altro strumento. È come se le campane producessero sempre degli ‘accordi’ di note tutte perfettamente udibili, molto piacevoli e consonanti.

Il brano “tibetan bells” sfrutta proprio la caratteristica di questi strumenti. Per la composizione sono state utilizzate campane di diverse forme, leghe e intonazioni. Gli armonici prodotti sono così ricchi e variegati che hanno l’incredibile potere vibrazionale di riequilibrare il nostro intestino, il nostro secondo cervello. Agiscono, inoltre, come potenti integratori in grado di reintegrare la flora batterica intestinale.

tibetan bells

Per approfondire gli argomenti trattati nell’articolo, potete fare riferimento al mio libro Curarsi con la musica, edito da edizioni OM.