Pietro Pacciani è davvero il Mostro di Firenze?

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Per raccontare la storia giudiziaria di Pietro Pacciani, contadino di Mercatale e conosciuto da tutti come sospettato numero uno per i delitti del Mostro di Firenze, occorre partire da lontano, precisamente dall’Aprile del 1951.

Il delitto di Tassinaia

11 Aprile 1951. Un evento sanguinoso ha stravolto la comunità di Vicchio. Severino Bonini, 41 anni, è stato ucciso a coltellate nel bosco di Tassinaia. Attraverso una ricerca dei familiari si arriva alla figura di Miranda Bugli, la quale confessa che il responsabile dell’omicidio è il suo attuale compagno, Pietro Pacciani. I due vengono così portati a processo e il 5 Gennaio 1952 Pacciani viene condannato per omicidio volontario e sconterà 12 anni in carcere.

Secondo la versione ufficiale dei fatti Severino Bonini fu sorpreso da Pacciani mentre era in atteggiamenti intimi con Miranda Bugli e quest’ultimo, preso da un raptus di gelosia, gli si sarebbe scagliato contro uccidendolo con 19 coltellate. L’ipotesi è plausibile, ma rimane comunque il dubbio su quale possa essere stato il reale movente dell’omicidio, dato che la vittima venne anche derubata di una cospicua somma di denaro che i due si sarebbero divisi, lasciando spazio all’ipotesi che dietro a tutto ciò ci possa essere stata una premeditazione.

La lettera anonima

16 Settembre 1985. San Casciano. Siamo nei giorni immediatamente successivi a quelli dell’omicidio di Scopeti (quello che poi sarà l’ultimo delitto del Mostro di Firenze) quando alla caserma dei Carabinieri arriva una lettera anonima, che riporta:

Vogliate al più presto interrogare il nostro concittadino Pacciani Pietro nato a Vicchio e residente nel nostro paese in Piazza del Popolo a Mercatale V.P. Questo individuo a detta di molta gente è stato in carcere per 15 anni per avere ammazzato la propria fidanzata; conosce 1000 mestieri, un uomo scaltro, furbo, “un contadino con le scarpe grosse e il cervello fine”. Tiene sotto sequestro tutta la famiglia, la moglie grulla, le figliole non le fa mai uscire di casa, non hanno amicizie. Vogliate intervenire ed interrogare l’individuo e le figlie. È un tiratore scelto.

La lettera destò molta preoccupazione e i carabinieri si presentarono a casa sua il 19 Settembre, perquisendo l’abitazione ma senza trovare nulla di compromettente.

Il processo a Pacciani

Dopo questo episodio Pacciani uscì momentaneamente di scena per quanto riguarda le indagini, fino a che il suo nome ricominciò a circolare nel 1991, quando la Squadra Antimostro capitanata da Ruggero Perugini comincia a sospettare fortemente della sua figura, che era rimasta schedata negli archivi tra le persone che potevano corrispondere al profilo del Mostro. Da questo momento in poi subisce diverse perquisizioni, dove in particolare vengono trovati 3 elementi significativi: un blocco da disegno e un portasapone sospettati di essere appartenuti ad alcune vittime (elemento che resta tutt’oggi da provare) e una proiettile che venne rinvenuto nel suo orto (elemento che analizzeremo più avanti).

Il 17 Gennaio 1993 Pacciani viene arrestato con l’accusa di essere il responsabile dei delitti del Mostro di Firenze. Il 19 Aprile 1994 comincia il processo di primo grado, che si conclude con la condanna all’ergastolo. Il processo di appello si conclude il 13 Febbraio 1996 con l’assoluzione per non aver commesso il fatto e viene di conseguenza scarcerato. La cassazione annulla l’assoluzione e chiede un nuovo processo di appello, introducendo la questione dei complici, meglio conosciuti come Compagni di Merende, Giancarlo Lotti e Mario Vanni.

Pacciani non arriverà mai a processo in quanto il 22 Febbraio 1998 viene stroncato da un infarto. La storia giudiziaria prosegue con l’inchiesta relativa ai Compagni di Merende, che si conclude con la condanna di Giancarlo Lotti e Mario Vanni all’ergastolo per quattro degli otto duplici omicidi commessi dal Mostro. Come possiamo vedere, è vero che da una parte è stata stabilita (seppur parzialmente), una verità giudiziaria, ma è altrettanto vero che ad oggi, dopo oltre trent’anni dall’ultimo delitto, i punti oscuri sono ancora molti e le prove concrete a carico di Pacciani si sono dimostrate piuttosto deboli.

Il proiettile nell’orto

Una prova che a prima vista può sembrare inconfutabile è quella del bossolo ritrovato nell’orto nella perquisizione dell’Aprile 1992. Ma anche in questo caso l’elemento non è cosi chiaro. Difatti nel 2019 il consulente balistico della Procura di Firenze Paride Minervini ha firmato una perizia nella quale attesta che i segni trovati sulla pallottola rinvenuta nell’orto non sarebbero stati impressi dall’inserimento nella Beretta Calibro 22, la famosa pistola utilizzata dal Mostro, ma sembrerebbero in realtà essere artefatti. Una notizia che conferma già i dubbi presenti all’epoca del processo e di cui la Procura si sta attualmente occupando per verificare se si tratta effettivamente di una manomissione. A questo proposito si aggiunge un altro particolare inquietante.

L’anonimo fiorentino

L’Anonimo Fiorentino è un misterioso personaggio che negli anni ’90 spedì una serie di lettere anonime a Procura, avvocati e giornali che si occupavano della vicenda del Mostro di Firenze, lettere piene di invettive e con toni di sfida verso gli inquirenti e non solo. Grazie al lavoro di Paolo Cochi, documentarista che si occupa da anni in maniera seria della vicenda, è stata portata alla luce una missiva dell’Anonimo Fiorentino datata 18 Novembre 1991 che mette in guardia l’avvocato Fioravanti, legale di Pacciani, in merito ad un possibile interramento da parte di terzi della pistola Calibro 22 proprio nell’orto di Pacciani. Circa sei mesi prima della perquisizione questo anonimo parla di un evento che effettivamente avrà dei riscontri nella ricerca dell’Aprile 1992. Certamente parla di pistola e non di proiettile, ma la similitudine del contesto è tale che viene difficile pensare ad una semplice coincidenza. Su questo episodio si aprono infiniti dubbi.

Chi era questo anonimo? Come faceva a conoscere un particolare di questo tipo? Può essere una figura collegata alla vicenda Mostro? È possibile che Pacciani sia stato in realtà incastrato dal vero Mostro di Firenze?

Conclusioni

Dopo aver ripercorso alcuni passaggi cruciali abbiamo visto come ancora oggi la figura di Pacciani rimanga avvolta dal mistero. Era veramente il Mostro di Firenze? Sapeva qualcosa a riguardo? Era totalmente estraneo alla vicenda? Quello che sappiamo con certezza sul suo conto è che non si trattava di un soggetto bonario, in quanto ha sicuramente ucciso Severino Bonini nel 1951 ed è altresì attestato che maltrattasse e violentasse sessualmente sia la moglie che le figlie, e che proprio per questo scontò una pena in carcere dal 1987 al 1991.

La sua personalità e sicuramente complessa, in quanto capace di orribili nefandezze ma allo stesso tempo dotato di un’intelligenza vivace e di un discreto senso artistico, come testimoniano alcuni suoi quadri e poesie. Notevoli sono anche le sue capacità oratorie, come si vede infatti al processo, con le sue testimonianze che tenevano incollata tutta la giuria. Ancora oggi la sua figura rimane avvolta dal mistero, e per il momento le prove sul suo conto scarseggiano.

Certamente parliamo di una persona spregevole dal punto di vista morale ed etico, ma per quanto riguarda i delitti che dal 1968 al 1985 sconvolsero le campagne fiorentine, possiamo ritenerlo colpevole? Oppure l’intera vicenda necessita di una chiave di lettura diversa? Nel frattempo l’indagine è ancora aperta e recentemente si è intrecciata a sorpresa con un altro caso clamoroso, quello di Zodiac (la cui storia completa è qui, mentre in questo articolo trovate gli argomenti a supporto dell’ipotesi che i due mostri siano la stessa persona). Vedremo se nei prossimi mesi usciranno nuovi elementi, nella speranza di poter prima o poi giungere alla verità di questa triste e violenta storia.

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5 comments

  1. ancora con quel povero cristo di pacciani?? POI sempre secondo il mio modesto parere di experto le vittime non venivano trovate per caso ma scelte con cura,vi sembra mai possibile che uno gira a casaccio per la campagna di firenze e trova gente da ammazzare cosi’ per caso? poi questa cosa del mostro intelligente e’ un altra bella cazzata il mostro ha quoziente zero e’ un ignorante quello che lo ha salvato e’ sicuramente perche’ faceva parte dello stato.

  2. E’ difficile credere che un contadino di 60 anni potesse essere il mostro di Firenze, ma è anche vero che Inoltre ai 3 indizi trovati a casa di Pacciani, alcuni testimoni avevano visto in più di un’occasione sfrecciare l’auto bianca di Pacciani in prossimità dei luoghi del delitti. E non ci dimentichiamo della deposizione fatta durante un processo dove un uomo testimoniò che Pacciani cercò di ucciderlo mentre era in auto con la fidanzata pochi mesi prima il caso di Vicchio, egli riuscì a scappare e l’assassino cadde in terra. L’uomo per essere sicuro che quello fosse proprio Pacciani, il giorno dopo andò a Mercatale e vide l’uomo con il braccio fasciato.

  3. Una cosa e’ certa e sicura il mostro cosiddetto di firenze uccideva da solo .Ma quali compagni e sette,se fossero state piu’ persone a commettere questi terribili delitti li avrebbero presi il giorno dopo .I colpi di una pistola cal 22 non sono poi cosi silenziosi come mai nessuno ha mai sentito gli spari? Il mostro frugava nella borsa delle vittime solamente per vedere l’indirizzo e recarsi per primo nei dintorni dove risiedevano le vittime per puro piacere personale ,questo e’ un mio parere si intende. Terzo conosceva benissimo i luoghi dove di sicuro ha sofferto ma non abitava a firenze .

  4. Blue steel bersaglio mortale guardate il film e’ secondo me quello che successo nel primo delitto.. che di sicuro non era del futuro mostro, qualcuno addetto alla ricerca dell’arma gettata da qualche parte la trovo’ se la porto’ a casa e dopo qualche anno inizio’ per una sua malattia psichiatrica a commettere omicidi.

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