Manipolazione: come riconoscerla e come difendersi

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La manipolazione è una profonda forma di abuso psicologico: è molto difficile capire di essere manipolati ed ancora più difficile uscirne, perché fa leva sulle nostre paure più profonde: la paura dell’abbandono, di non essere amati, etc..

La manipolazione, nonostante sia un fenomeno molto diffuso nella società di oggi, è spesso sottovalutata e difficilmente diagnosticabile, e si può manifestare in tutte le relazioni con particolare coinvolgimento emotivo: nelle relazioni sentimentali, nei rapporti di lavoro, nelle amicizie, nei rapporti familiari.

I tre livelli di manipolazione: caratteristiche e sintomi

Robin Stern, nota terapeuta americana, riconosce tre livelli di manipolazione, distinti per intensità e sintomi della vittima.

Primo livello

È il livello iniziale. La manipolazione si manifesta di rado e tramite episodi occasionali: piccoli malintesi, lievi arrabbiature che però lasciano un retrogusto amaro e una strana sensazione. Il manipolatore alterna momenti di dolcezza con altri di crudeltà, senza che questi ultimi pesino troppo.

Faccio un esempio. Immaginate una donna che ha appena cominciato una relazione con un uomo e sono nella fase dell’innamoramento. Una sera vanno al cinema, e alla biglietteria la donna scambia una battuta col cassiere. Al rientro a casa l’uomo la accusa di aver flirtato col commesso e quindi avergli mancato di rispetto. La donna sa che questo non è vero, ma tenderà a giustificarsi col compagno. Comincerà a temere le reazioni del partner e controllare cosa dice e come.

Questo stadio potrebbe durare qualche mese o restare tale nel tempo. Una buona consapevolezza ed un buon dialogo potrebbero interrompere il meccanismo manipolativo.

I sintomi più frequenti della persona manipolata in questa prima fase sono:

  • sensazione di confusione e sconcerto;
  • irritazione;
  • estremo controllo di fronte al manipolatore per paura di una sua reazione;
  • timore di essere fraintesi;
  • sensazione di ansia generalizzata quando la persona si avvicina;
  • lieve sensazione di timore durante le discussioni;
  • incubi occasionali;
  • gli amici dubitano del rapporto.

Secondo livello

Nonostante ci sia ancora consapevolezza di se, in questo livello la persona manipolata comincerà a vacillare e mettere in discussione ciò che pensa e che prova. Comincerà pian piano a smettere di difendere le proprie ragioni pur di non affrontare il manipolatore.

L’approvazione di quest’ultimo sarà sempre più importante e il bisogno di sentirsi amati si farà sempre più forte. Potranno comparire i primi litigi. Il manipolatore sarà sempre più motivato a dimostrare che ha ragione.

In questa fase si manifesteranno anche offese, critiche, ricatti emotivi o lunghi silenzi e la vittima, poiché non in grado di reggere questi trattamenti, sarà sempre più disposta a fare qualsiasi cosa per evitarli. Il punto di vista del manipolatore sarà più importante di quello della vittima.

sintomi più evidenti di questa seconda fase sono:

  • sensazione di fragilità;
  • ansia generalizzata;
  • stanchezza fisica e mentale;
  • diminuzione di interessi;
  • difendere il manipolatore davanti amici e parenti;
  • giustificare spesso gli atti del manipolatore;
  • amnesia riguardo alcuni episodi o alcuni dettagli delle conversazioni;
  • colpevolizzazione per aver fatto arrabbiare il manipolatore;
  • pensieri su ciò che c’è stato di sbagliato per aver provocato una reazione così violenta.

Terzo livello

Questo è il livello più grave, e di solito sfocia nella depressione. La vittima si convince di essere sbagliata, di non valere, e di conseguenza di meritarsi questo tipo di trattamento. Comincerà a giustificare sempre il suo carnefice e prenderne le difese, mentendo a sé stessa ed agli altri.

È la fase di resa e di convinzione che il manipolatore ha ragione. Sprofonda così nella autosvalutazione e diventa dipendente dal proprio carnefice. L’unica preoccupazione sarà quella di soddisfare le aspettative e i bisogni del manipolatore, evitando discussioni.

sintomi di questa ultima fase sono:

  • depressione;
  • sensazione di non valere/essere abbastanza/essere sbagliata;
  • perdita di interesse e apatia;
  • perdita di piacere;
  • forte ansia e attacchi di panico;
  • sintomi legati allo stress (tachicardia, tremore, tensione muscolare, emicrania, etc..);
  • disturbi psicosomatici (febbre, gastrite, dermatite, eczema, etc..);
  • stanchezza fisica;
  • pianto (apparentemente) immotivato;
  • sensazione di angoscia e smarrimento;
  • sensazione di paura;
  • evitare di parlare del manipolatore con parenti ed amici;
  • giustificazione di tutti i comportamenti adottati dal manipolatore.

Come riconoscere un manipolatore

La manipolazione psicologica è un tipo di influenza emotiva che ha lo scopo di cambiare la percezione altrui usando metodi illusori. L’obiettivo del manipolatore è la gratificazione dei propri bisogni, nella maggior parte dei casi a spese degli altri.

È un gioco a due: uno (il manipolatore) ha il bisogno di mantenere alta l’autostima e raggiungere i suoi scopi a qualunque prezzo, l’altro (il manipolato) ha un forte bisogno di approvazione. Questo meccanismo porta il manipolatore a fare ciò che vuole alla propria vittima, inconsciamente consenziente.

Il soggetto manipolatore può essere chiunque: un capo/collega di lavoro, un amico, il vicino di casa, il partner, un parente. È una persona che ha il dominio completo su tecniche ben precise che usa per confondere e raggiungere i propri obiettivi. Proprio per la sua bravura ad utilizzare queste tecniche e a mascherarsi è molto difficile da identificare.

Apparentemente si mostra come una persona carismatica, rispettabile, preciso sul lavoro e premuroso. Sul piano affettivo potrebbe sembrare il partner ideale, quello che hai sempre cercato. Sul piano lavorativo è molto abile, scrupoloso, e incline alla brillante carriera. Tutto ciò che all’inizio sembrava meraviglioso però, a lungo andare, si trasformerà in un vero e proprio incubo.

Il manipolatore comincerà presto a criticare, svalorizzare, fare sentire in colpa la povera vittima, la quale si sentirà responsabile e schiacciata. Spesso la vittima non si accorge di essere manipolata, nonostante ciò potrebbe sentire molta ansia, una forte rabbia, un senso disagio crescente generalizzato senza trovare però il soggetto del suo malessere. A lungo andare potrebbero uscire anche dei disturbi psicosomatici. Questo perché, anche se razionalmente non se ne rende conto, il corpo ha già capito che c’è qualcosa che non va e cerca di farlo vedere in tutti i modi possibili. L’aspetto negativo è che spesso la persona tende ad ignorare questi segnali e procedere con la razionalità, giustificando, per esempio, il manipolatore.

Il manipolatore ha solitamente una comunicazione ambigua, poco coerente e un carattere passivo-aggressivo.

Esiste una serie ben precisa di tecniche manipolative che possono essere usate dal manipolatore. È possibile trovare un elenco dettagliato a questo link.

Come difendersi dalla manipolazione

Ecco cosa bisogna fare per riconoscere di essere vittima di manipolazione e interrompere il rapporto di sudditanza.

Consapevolezza

Prendi coscienza che qualcosa nella tua vita non va, informati riguardo tutte le azioni manipolatorie e comprendi che stai vivendo una relazione disfunzionale: amici e parenti te l’hanno già detto, ma questo non ti è bastato.

Riconosci le strategie manipolative

Informati e cerca di capire tutte le tattiche messe in atto dal manipolatore, soprattutto cerca di distinguere la verità dalla versione distorta del manipolatore. Questo è il passo più difficile. Tuttavia, esercitandosi ed ascoltando anche punti di vista diversi, è possibile.

Evita discussioni

Quando ti rendi conto che la conversazione sta diventando una lotta, tirati indietro. Non è uno scappare o evitare le discussioni: io lo chiamo “amor proprio”.

Concentrati sui tuoi sentimenti

Comincia ad ascoltarti e capire che tu sei la persona più importante.

 Ascolta i tuoi sintomi

Spesso abbiamo la tendenza a scacciare i sintomi, ma questi sono dei campanelli d’allarme che il nostro corpo ci sta mandando per dirci che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Basterebbe cominciare ad ascoltarci senza giudizio per stare bene!

Rispettati

Contro ogni forma di violenza c’è solo l’amore. Poiché il manipolatore, nella maggior parte dei casi, non è in grado di dare amore, questo va cercato dentro di noi e nelle persone che ci vogliono veramente bene. Comincia a instaurare rapporti sani, riavvicinati alle persone che senti di voler bene.

Chiedi aiuto

Spesso non è facile riconoscere di essere stati manipolati, e ancora meno facile accettarlo. È importante in questo momento chiedere aiuto a chi è in grado di darlo: un familiare, un amico, uno psicoterapeuta.

Dott. ssa Pamela Busonero

Articolo tratto dalle pubblicazioni originali “Sintomi psicologici di chi sta subendo manipolazione e come uscirne” e “Manipolazione Psicologica: come funziona?” e gentilmente concesso ad Auralcrave per la ripubblicazione

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