L’emozionante rivalità tra Ayrton Senna e Alain Prost

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“Non esiste curva dove non si possa sorpassare”

La storia delle varie discipline sportive è stata spesso caratterizzata da duelli entusiasmanti. Al momento dello scontro tra due titani o, nel caso degli sport di squadra, tra due corazzate, il pubblico si incolla ai teleschermi per seguire la battaglia. Molti si accalcano ai botteghini per acquistare un biglietto per seguire l’evento dal vivo, altri si riuniscono nei bar e commentano l’evento in diretta con i loro amici davanti a dei calici di birra, in passato si accendeva la radio cercando la frequenza su cui l’evento veniva trasmesso in diretta, invece oggi qualcuno si collega alla rete internet con il proprio smartphone. Spesso anche chi sostiene di non essere un appassionato di sport, magari anche con una smorfia di spocchia, segue con curiosità una sfida decisiva attorno cui si è generato un clamore rilevante. Insomma, le rivalità sportive come Liverpool – Manchester, River Plate – Boca Junior, Niki Lauda – Hunt, Valentino Rossi – Casey Stoner ecc… hanno sempre entusiasmato milioni di appassionati.

Nel weekend del 20-21-22 ottobre del 1989 i riflettori sono puntati sul circuito di Suzuka. È la penultima tappa della stagione di Formula 1 e al termine della gara già si potrebbe avere il nome del vincitore del quarantesimo campionato mondiale. A fronteggiarsi sono ancora una volta Ayrton Senna ed Alain Prost. Due piloti dalle qualità sportive e caratteriali totalmente differenti: il primo istintivo, aggressivo e caparbio, capace di affondare una staccata dove nessuno oserebbe; l’altro soprannominato “il professore” per via dell’astuzia tattica e della calma nel gestire situazioni complesse.

Il loro primo duello risale al Gran Premio di Monaco del 1984. Sul circuito si abbatte una pioggia torrenziale. Per via delle condizioni impervie della pista, molti piloti rallentano mentre altri commettono errori determinanti. È una gara ad eliminazione. L’unico a trovarsi a proprio agio in quelle condizioni è un giovane pilota brasiliano del team Toleman. È un fatto insolito… spesso sono i piloti del Nord Europa i più veloci sul bagnato. Quel pilota che sfreccia sulla pista di Monaco come se fosse asciutta, sorpassando gli altri con una facilità disarmante in un circuito dove compiere un solo sorpasso è già un atto eroico, è Ayrton Senna. In un baleno conquista la seconda posizione e arriva a ridosso del leader della corsa: Alain Prost, anche lui in difficoltà nel gestire la macchina sul bagnato. Proprio quando Senna sembra stia per avere la meglio sul francese, la gara viene interrotta per le condizioni della pista diventate proibitive. Prost vince il Gran Premio e Senna è secondo. Per il giovane Ayrton è comunque un successo aver agguantato il futuro campione del mondo del 1985 e 1986. Quella gara fu il trampolino di lancio verso le vette della Formula 1.

F1 Monaco 1984: Rivelazione Senna

Nel 1985 firma il contratto con la scuderia Lotus, portando la vettura alla vittoria per ben 6 volte. Ayrton ora è pronto per guidare una macchina decisamente più blasonata e competitiva. Infatti nel 1988 Ayrton Senna diventa ufficialmente un pilota dell’invincibile McLaren (motorizzata Honda). Finalmente ora può giocarsi il titolo ad armi pari con il suo collega di scuderia Alain Prost.

Il pilota brasiliano non delude le aspettative. A Suzuka, dopo una gara mozzafiato e un sorpasso chirurgico sul diretto rivale Alain Prost, si aggiudica con una Gran Premio di anticipo il titolo mondiale del 1988, il primo della sua carriera.

Circa un anno dopo gli stessi protagonisti tornano a Suzuka. Dopo una stagione rovente dal punto di vista sportivo, scorsa tra tensioni, battibecchi, battaglie in pista, Senna per tenere ancora aperta la lotta al titolo, deve vincere il Gran Premio del Giappone.

Il weekend per lui inizia nel migliore dei modi. Il sabato conquista la Pole Position. Del resto si sa… nelle qualifiche Senna è quasi imbattibile, tanto da detenere ancora il record del maggior numero di Pole Position consecutive: 8. Alle sue spalle, dalla seconda casella scatterà Prost.

Domenica 22 ottobre 1989. Si accendono i semafori rossi. Il rombo dei motori diventa assordante. Pochi istanti. Via. Lo scatto di Senna, come spesso accade, non è buono e si trova alle spalle del suo rivale. Se la corsa dovesse terminare con queste posizioni Prost diverrebbe campione del mondo. Non c’è altra scelta, Senna deve rimanere incollato agli scarichi della sua vettura ed attaccarlo nel momento più opportuno. E così fa per tutta la gara. I giri passano uno dopo l’altro. Prost non riesce a scrollarsi di dosso il brasiliano. Lo tallona curva dopo curva, staccata dopo staccata, giro dopo giro. Le due McLaren dominano il Gran Premio. Gli altri sono a distanze siderali dai due. Prost ad un tratto sembra allungare, portando a cinque secondi il distacco da Senna, ma egli non è intenzionato a cedere il titolo. In poco tempo recupera lo svantaggio accumulato.

Siamo al quarantaseiesimo giro. Ne mancano 6 al termine della corsa. È giunto il momento di spezzare l’equilibrio della gara. Le due vetture arrivano appaiate alla feroce staccata della chicane del triangolo, l’ultima prima del rettilineo di partenza. Senna prende la scia alla monoposto di Alain Prost, si affaccia all’interno della chicane e tenta il sorpasso. Prost vede la vettura di Ayrton infilarsi e chiude la traiettoria. I due si agganciano e rimangono fermi nella via di fuga.

1989 Japanese GP - Final Laps after Senna/Prost crash (50fps)

Prost, ormai convinto che la gara sia compromessa, esce dall’abitacolo e decide di ritirarsi. Senna invece non vuole cedere il titolo così facilmente al suo rivale quindi, con il supporto dei commissari, rientra in pista percorrendo la via di fuga. È secondo alle spalle di Alessandro Nannini ma nonostante il ritiro del francese, vuole comunque vincere la gara per tentare di vincere il mondiale in Australia. Dunque termina il giro, rientra ai box, sostituisce il musetto danneggiato e monta le gomme nuove. Malgrado il distacco accumulato da Nannini è davvero ampio, Senna recupera cinque secondi a giro all’italiano e in pochi istanti riesce a portarsi in testa. Senna si aggiudica il Gran Premio del Giappone.

Al termine della gara però la Direzione esamina l’incidente avvenuto alla chicane del triangolo. I commissari decidono di squalificare il vincitore in quanto, per rientrare in pista, aveva percorso la via di fuga della chicane piuttosto che percorrere quest’ultima. Prost così si aggiudicò aritmeticamente il titolo mondiale del 1989, tra l’ira di Ayrton Senna, il quale si scagliò contro il provvedimento dalla FIA. Accusò Jean-Marie Balestre, presidente FISA di quel momento, di aver favorito il suo connazionale. Queste dichiarazioni costarono a Senna una multa di 100.000 dollari e il ritiro temporaneo della licenza di guida.

Dopo l’incidente di Suzuka i precari equilibri all’interno del box McLaren sono irrimediabilmente compromessi. Uno dei due campioni deve abbandonare la scuderia. Sarà Prost a trasferirsi alla Ferrari al fianco di Nigel Mansel, mentre ad Ayrton verrà affiancato l’austriaco Gerhard Berger. Una personalità decisamente più mite rispetto a quella del “professore” quindi più adatto alla convivenza serena nel team.

Per la rivincita su Alain Prost, Senna deve attendere di nuovo il Gran Premio del Giappone del 1990. Il campionato, iniziato tra i malumori regressi, è dominato dalla McLaren di Ayrton. La Ferrari del francese arranca e non riesce a tenere il passo del rivale. A Suzuka questa volta a dover vincere per mantenere aperta la lotta al titolo è Prost.

SENNA - Exclusive Clip ('90 Japanese Grand Prix)

Il copione della battaglia sembra essere sempre il medesimo, Senna è in pole position e Prost alle sue spalle. Dopo la stretta di mano avvenuta durante la conferenza stampa del Gran Premio d’Italia, la tensione tra i due sembra essersi affievolita ma la pace durerà sino a pochi metri dal via della gara del Giappone. Infatti allo spegnimento dei semafori, Senna esita allo scatto, Prost lo sopraggiunge ma all’ingresso della prima curva il brasiliano riesce ad infilare il musetto della sua monoposto all’interno della traiettoria, tamponando così il campione del mondo in carica. Entrambi finiscono nella ghiaia e Senna si laurea campione del mondo per la seconda volta nella sua carriera. Ai microfoni dei giornalisti Prost accuserà la volontarietà del tamponamento di Senna ma ormai è aritmeticamente fuori dai giochi.

Le cose sono fatte così, qualche volta le gare finiscono alla prima curva e qualche volta finiscono a 6 giri dalla fine.”

Estratto di un’intervista rilasciata da A. Senna

Se Senna abbia speronato volontariamente Prost o meno è impossibile sancirlo, ma indubbiamente l’anno precedente, alla chicane del triangolo, quest’ultimo avrebbe potuto guardare lo specchietto di destra della sua McLaren con maggiore accuratezza o magari difendersi meglio nel lungo rettilineo.

Il ricordo delle gesta dei due eroi della Formula 1 arde ancora nel cuore di molti appassionati e continua ad alimentare la curiosità nelle nuove generazioni. Il mito di Ayrton Senna e di Alain Prost soffia tutt’ora nelle piste di Formula 1 e quando si corre il Gran Premio del Giappone a Suzuka, negli occhi scorrono le immagini di un pilota con il casco tinto di giallo e l’altro di bianco, mentre si azzannano sull’asfalto rovente.

Prima di quel maledetto Gran Premio di San Marino del primo maggio 1994 i due rivali si incontrano di nuovo ma questa volta fuori dalla pista. Alain Prost, ormai ritirato, raggiunse Ayrton nel paddock per porgergli gli auguri per la stagione appena iniziata. Una tragica fatalità volle che quello fosse il loro ultimo incontro. Al settimo giro del Gran Premio, la saldatura effettuata sul volante della Williams di Ayrton cedette mentre si trovava alla curva tamburello del circuito di Imola. Dopo Roland Ratzenberger, pilota austriaco deceduto durante le qualifiche del sabato, perse la vita anche Ayrton Senna.

Oggi preferiamo ricordarlo così, mentre sventola la bandiera del Brasile dopo una delle tante vittorie ottenute in carriera, perché in quell’abitacolo portava con se tutto il popolo brasiliano, socialmente diviso, ma in quelle occasioni unito più che mai per celebrare il loro eroe.

“Quando mio figlio incominciò la scuola io, come tutte le mamme, mi premuravo alla mattina di dargli la merendina che avrebbe mangiato nell’intervallo delle lezioni (…). Quando andai per la prima volta a parlare con la sua maestra, lei mi disse che il mio bambino era bravo ma un pochino disattento, magari forse anche per colpa del fatto che nell’intervallo non aveva mai niente da mangiare. Come? Pensai io. Niente da mangiare? Quando quel giorno Ayrton tornò a casa da scuola gli chiesi dove mai mettesse tutte le cose buone che ogni mattina gli davo. Mamma, mi rispose, per andare a scuola io passo da una via dove ci sono tanti bambini come me, ma che davvero non hanno mai da mangiare, e io le mie merendine le regalo a loro”.

Neyde Senna

Oltre a donare le merendine ai bambini meno fortunati della sua città, qualche decennio più tardi consegnerà al popolo brasiliano 3 mondiali di Formula 1 e nel frattempo elargiva parte del suo cospicuo patrimonio in beneficenza. Il suo sogno consisteva nel trovare delle soluzioni concrete per i bambini meno abbienti del Brasile, dunque dopo il fatale incidente di Imola, sua sorella decise di coronare il suo sogno fondando l’associazione di beneficenza “Ayrton Senna Foundation”.

E ho capito che era tutto finto
Ho capito che un vincitore vale quanto un vinto
Ho capito che la gente amava me

Potevo fare qualcosa
Dovevo cambiare qualche cosa

Lucio Dalla – Ayrton

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