Snatch: una storia tutta british dai sapori Tarantiniani

Come molti lavori sia musicali che cinematografici di fine secolo/inizio millennio (poi rivelatesi meteore), Guy Ritchie ci ha lasciato piccole opere thriller dall’umorismo nero come la pece, che sono già diventati piccoli cult per gli appassionati. Una di questi è sicuramente Snatch – Lo strappo. Un cast di teste calde tra cui spicca Brad Pitt e Jason Statham, ma soprattutto un personaggio poco conosciuto dalle nuovissime generazioni, Vinnie Jones, che aveva la fama del cattivissimo anche nei campi da calcio (per informazioni chiedere a Paul Gascoigne).

La storia è innanzitutto un turbinio di surreale autenticità, con una fotografia a dir poco tagliente, edificata su ritmi martellanti in cui l’azione raramente si prende una pausa. Un maestro dei dialoghi come il regista di Hatfield riesce a rendere reali dei personaggi che nella società politically correct odierna sembrano non avere posto, ma che esprimono tutta la genuinità dei sobborghi londinesi. Una sorta di Pulp Fiction alla britannica, dove diversi episodi convergono a cucire la trama: proprio questo rappresenta il primo pregio della pellicola, Ritchie che infatua lo spettatore creando una storia con molteplici personaggi, dove nessuno può essere considerato il protagonista.

Ironia del cinema, analogamente al film di Quentin Tarantino, l’opera è parte di una fantomatica trilogia sul crimine londinese che parte da  Lock & Stock per finire con Rocknrolla. A differenza dell’amore profondo del regista statunitense per il sangue, però, Guy Ritchie equilibra agli affari da gangster anche una insolita comicità, creando una simpatia per gli insani e violenti personaggi. Molti degli attori del cast possiedono visi molto caratteristici, adatti per l’aria plumbea dei sobborghi inglesi: tra questi compare Stephen Graham, uno che ci andrebbe a nozze con le risse nei pub, ma che fortunatamente ha intrapreso la carriera dell’attore con un buon successo, partecipando anche a quelli che una volta venivano chiamati colossal come Gangs of New York di Martin Scorsese e Nemico Pubblico di Michael Mann. Molti però lo ricordano per This is England, ruolo che gli è valso la nomination ai British Independent Film Awards.

SNATCH || TRAILER ITA

La forte componente umoristica, anche di fronte alla morte di alcuni personaggi, contribuisce ad accentuare gli stereotipi su alcune categorie di persone, tra cui figura certamente lo zingaro interpretato da Brad Pitt, “Michey”. Pitt riesce ancora una volta a caratterizzare il personaggio con un accentuatissimo dialetto gitano, e pur di lavorare con il regista inglese rinunciò al suo cachet che si aggirava all’incirca a venti milioni di dollari.

Anche la colonna sonora fa la sua figura passando in rassegna molti brani storici riarrangiati per l’occasione, spaziando dagli Stranglers a Noel Gallagher, collegandosi per bene ad un raziocinante senso del grottesco. Ovvio che però la vera protagonista del film si conferma la storia stessa, messa in piedi su una armonia magistrale, mai un indebolimento della trama, e nei momenti in cui l’azione si abbassa si assiste a dialoghi che da soli valgono i soldi del biglietto. Snatch è la storia di un furto di diamanti, ma anche di incontri di boxe clandestini, è una vicenda in cui niente va mai per il verso giusto e, pur aspirando a raccontarne la trama, non gli si renderebbe giustizia, perché ciò che è veramente importante è lasciarsi andare, perdendosi nella voragine di eventi che si incrociano l’un l’altro in un mosaico di gag buffe e dal sapore tenebroso.

Per farla breve, Snatch è un film giambico, prodotto in pieno stile anni settanta e che presenta un cast di buon livello, per un regista che a parte un solo passo falso (la parentesi del remake del film della Wertmüller, forse traviato anche dall’eccentrica ex-moglie), nel suo genere rimane uno dei più eminenti esponenti. Quindi se amate le trame intricate ed il tipico umorismo inglese, questo è il film che fa per voi.

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