Ci sono voci che riescono a emozionarci, perché capaci di mille sfumature e di parlare direttamente al nostro cuore. Quella di cui vi parliamo oggi, nel 1969 contribuì in modo decisivo al capolavoro dei King Crimson In The Court of the Crimson King, e in particolare all’iconica 21st Century Schizoid Man.
Un brano che ha segnato una pietra miliare nella storia della musica, con un testo poetico e profetico. La prima strofa simbolicamente parla di malattie mentali e neurochirurghi, volendo denunciare in realtà chi è disposto, pur di conservare il potere e di imporre il mantenimento dello status quo, ad utilizzare senza scrupoli o rimorsi ogni strumento repressivo e punitivo. Il neurochirurgo può essere qualunque uomo di potere, dipinto come un personaggio violento e sadico, mai sazio dei propri spregiudicati esperimenti, della cui violenza sembra quasi provare piacere, preoccupato solo di trastullarsi con i propri spaventosi attrezzi e indifferente alla salute dei pazienti che possiamo vedere come i cittadini.
Cat’s foot iron claw
Neurosurgeons scream for more
At paranoia’s poison door
Twenty first century schizoid manZampa di gatto, artiglio di ferro
Neurochirurghi urlano a lungo
Alla porta velenosa della paranoia
Uomo schizoide del ventunesimo secolo.
La seconda strofa rimane sul tema, ma cambiando simbologie. Si parte da una situazione contingente: l’uso del termine “napalm” è un evidente riferimento alla guerra in Vietnam, all’epoca al centro dell’attenzione dei movimenti politici in tutto il mondo e che diventa qui il presagio di futuri conflitti ancora più deleteri. Emerge così la rabbia di chi vede come la violenza e le ingiustizie si moltiplichino ai danni degli innocenti e a vantaggio dei governanti, interessati esclusivamente ad aumentare il loro potere e indifferenti alle sofferenze e alle ingiustizie inflitte all’umanità per perseguire tale interesse.
Blood, rack, barbed wire
Politicians’ funeral pyre
Innocents raped with napalm fire
Twenty first century schizoid manSangue, tortura, filo spinato
Rogo funebre di politicanti
Innocenti violentati dal fuoco del napalm
Uomo schizoide del ventunesimo secolo.
La voce era quella di Greg Lake. Solo un anno dopo, nel 1970, Greg Lake fonda, con l’organista/pianista Keith Emerson e al batterista Carl Palmer, un super gruppo che nel nome riprende i loro cognomi. Gli Emerson Lake & Palmer sono a tutt’oggi tra i più incompresi artisti della storia del rock progressivo. Sarà per l’estrema ricercatezza dei loro arrangiamenti, per l’atipicità strutturale delle loro canzoni, per il virtuosismo strumentale dei componenti o per non essersi mai esposti per quello che non erano, fatto sta che non hanno mai trovato il giusto spazio e il riconoscimento che meritano.
I tre erano compositori e arrangiatori di grande intelligenza, ma anche amici a cui piaceva scherzare per il semplice gusto di stare insieme. Nessuno di loro ha giocato il ruolo di “poeta maledetto” e questo non ha giocato a loro favore. Anche nei brani più seri c’erano momenti grotteschi e ironici che miravano a creare contrasti e a suggerire che, evidentemente, di quella musica si poteva anche ridere.
Tra i loro brani che preferisco c’è Still You Turn Me On, ballata di Lake che assume la funzione che in Trilogy era stata di From The Beginning. Un brano pacato e strutturalmente semplice, la voce di Lake ruba la scena a tal punto che quasi non si nota la raffinatezza dell’arrangiamento.
Una curiosità: Greg cantava quasi sempre masticando una gomma, come si può vedere chiaramente dal video. Ma questo non comprometteva mai la sua performance e la magia.
Il testo della canzone è un insieme di domande rivolte alla persona amata.
Do you wanna be an angel
Do you wanna be a star
Do you wanna play some magic
On my guitar
Do you wanna be a poet
Do you wanna be my stringYou could be anything
Vuoi essere un angelo? Vuoi essere una stella? Vuoi suonare qualcosa di magico sulla mia chitarra? Vuoi essere la mia corda? Vuoi essere la canzone o il cuscino sul quale mi addormento?
Tu puoi essere tutte queste cose.
L’importante è, però, canta Greg, che tu non ti nasconda dietro “una maschera con il vetro scuro sui tuoi occhi, nonostante la tua carne sia cristallina”. Come dire che, nonostante lei finga di essere quello che non è, lui conosce la sua anima cristallina e sa capirla. È innamorato per come lei è veramente e non per come vuole apparire, fingendo di essere un’altra persona.
Let me tell you something
It just don’t mean a thing
Quel “lasciami dirti qualcosa” potrebbe essere un consiglio a essere se stessa, e anche se forse per lei questa dichiarazione d’amore può non avere molto senso, lui ci tiene a ribadirle che “lo accende”.
Still… you turn me on
Still… you turn me on
Mmm… you turn me on