La lettera che Ingrid Bergman scrisse a Roberto Rossellini

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È il 7 maggio 1948 quando un Roberto Rossellini all’apice del successo riceve una lettera; sulla lettera c’è una firma, è quella di Ingrid Bergman. Il testo recita così:

“Caro Signor Rossellini,
ho visto i suoi film Roma Città Aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.”

La Bergman, che aveva già recitato in Casablanca, Per chi suona la campana e Notorious e aveva avuto quattro nomination all’Oscar, era rimasta per l’appunto folgorata dall’innovativo stile rosselliniano: il neorealismo. Il regista italiano aveva girato i suoi due film di maggior successo, Roma Città Aperta e Paisà, in un’Italia disastrata e appena liberata dall’occupazione nazifascista; quella che fu una necessità (ovvero girare con un budget bassissimo, senza scenografie, senza attori professionisti se non per qualche eccezione, all’aria aperta e con un’illuminazione naturale) divenne uno stile ben preciso, che influenzerà non solo tutto il cinema italiano, ma l’intera ondata delle Nouvelle Vagues (Godard e Truffaut idolatravano Rossellini).

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Ingrid Begman e Roberto Rossellini sul set di Viaggio in Italia (1954)

Quell’indiretto “ti amo” scritto in lettera è il primo passo di una turbolenta storia d’amore tra la Bergman e Rossellini: la svedese infatti rimarrà incinta di lui durante le riprese di Stromboli, Terra di Dio (1950), subendo dunque un pesante divorzio da suo marito, il dottor Aron Lindstrom, e venendo praticamente disconosciuta dalla figlia Pia. Inoltre i puritani Stati Uniti, abbastanza infervorati per aver perso la loro più grande diva, montarono una gigantesca campagna di degradamento dell’immagine pubblica dell’attrice, definita: “apostolo della degradazione di Hollywood

Il divorzio di Rossellini fu più tranquillo, ma l’accoglienza della critica italiana ai nuovi film (oltre a Stromboli, Terra di Dio; Europa ’51, del 1952 e Viaggio in Italia, del 1954) con la Bergman non fu certo benevola: al cineasta venne imputata una svolta religiosa e ascetica, che si allontanava dagli ideali marxisti della sua trilogia neorealista. La trilogia con la Bergman venne però molto apprezzata dalla Nouvelle Vague francese e oggi Viaggio in Italia viene considerato dalla critica come uno dei suoi capolavori.

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Roberto Rossellini, Ingrid Bergman e i loro tre figli

I due avranno tre figli: Isabella (che raggiungerà la fama internazionale in Velluto Blu di David Lynch) e i due gemelli Isotta e Renato; il matrimonio sarà però burrascoso e terminerà nel 1957. In ogni caso la loro unione resta negli occhi e nei cuori di tutto il mondo come una appassionata e appassionante storia d’amore tra due delle personalità cinematografiche più importanti del Novecento.

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