Come sono nate le maschere dei grandi classici horror

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Nella storia del cinema horror esistono maschere che più di tutte sono entrate nell’immaginario pop(ular) mondiale e difficilmente passeranno di moda: Freddy Krueger, Ghostface, Michael Myers, Jason Voorhees.

Cosa hanno in comune questi personaggi? Sono sicuramente il motivo degli incubi della generazione ottantina – restituiti ai millenials attraverso miriadi di sequel e remake che difficilmente riusciranno a rendere giustizia al capitolo primo di ognuna di queste saghe horror. E ad identificarli sono i volti, le maschere, che sono rimaste impresse nell’immaginario degli amanti dell’horror per decenni. Vi siete mai chiesti se la nascita di queste terrificanti maschere sia frutto di menti perverse (come molti di voi immaginano) oppure sia merito di banali casualità? Scopriamolo!


Michael Myers – Halloween (1978)

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Il film più visto il 31 ottobre, dal 1978 in poi. Il film – tra questi citati – più a basso costo degli altri (nonché il più redditizio). Cosa sarà saltato in mente a John Carpenter – regista di film con alcuni tra i villain più belli e “viscidi” della storia della cinematografica del genere horror (Christine – La Macchina Infernale, La Cosa, Il Signore del Male) per la creazione della “semplice” maschera di Michael Myers? Ricordate la premessa: è un film a basso costo, non si può chiedere troppo. Quindi alla troupe venne la brillante idea di far sì che a fare il cattivo fosse Kirk (interpretato da William Shatner) di Star Trek: è bastato dipingere la maschera di bianco, tagliarle i capelli e allargare i fori degli occhi. Michael Myers, direttamente dall’USS Enterprise NCC-1701, è pronto per mietere vittime.


Jason Voorhees – Venerdì 13 (1980)

Jason-Voorhees

La lunghezza della storia dietro la nascita della maschera da hockey come segno riconoscitivo dell’efferato serial killer Jason Voorhees è l’esatto opposto della longevità della saga di film a lui dedicati. La maschera però non appare nel primo capitolo di Sean S. Cunnigham, creatore della serie, e nemmeno nel secondo: nel primo film non appare proprio Jason (scusate lo spoiler), nel secondo ha una camicia a quadri, dei jeans ed un sacco di juta con un foro per gli occhi. Nel terzo capitolo via il sacco e si aggiunge una maschera da hockey. Perché proprio una maschera da hockey? Come affermato dal creatore della saga, Cunnigham, il regista dei sequel 1 & 2, Steve Miner, precedentemente aveva lavorato a dei documentari sull’hockey. Non ci è dato sapere fino a che punto gli sia piaciuto questo sport da associarlo ad un killer seriale.


Freddy Krueger – A Nightmare on Elm Street (1984)

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Un, due, tre, Freddy stanotte viene per te. Ricordate la filastrocca di Nightmare? Terrificante. Proprio come il bullo che terrorizzava il maestro dell’horror Wes Craven in età preadolescenziale: un certo Fred Krueger. Casualità? Non credo. Aggiungiamoci il fatto che colui che avrebbe fatto spaventare intere generazioni coi suoi capolavori del genere horror – aveva anche una paura tremenda di un barbone che un giorno lo fissava intensamente: cosa chiedere di meglio come fonte d’ispirazione per l’abbigliamento di Freddy? C’è un’ulteriore chicca per quanto riguarda i colori del maglione dello spaventoso personaggio interpretato da Robert Englund: le iconiche strisce rosse e verdi del maglione dovevano inizialmente essere gialle e rosse, come Plastic Man, un eroe mutaforma della DC Comics. Dopo aver letto un’articolo scientifico in cui si affermava che i colori in forte contrasto tra essi fossero rosso e verde, Craven cambiò idea. E voi lo immaginate un Krueger giallorosso?


Ghostface – Scream (1996)

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La maschera di Screaml’horror che fa il verso agli horror – è forse anche tra le più abusate. Non è quel tipo di maschera che inquieta, spesso il suo stile è associato alla goffaggine (peculiarità di Scream) e (purtroppo) alla rielaborazione della maschera in chiave grottesco-ironica presente nella saga di Scary Movie (che doveva essere il titolo originale di Scream!) C’è una storia – dai caratteri quasi leggendari – che ruota intorno a come Wes Craven abbia deciso di scegliere proprio la Ghostface come maschera dell’assassino, ed è assolutamente vera! Dopo aver preso a carico il progetto di Scream (all’epoca ancora denominato Scary Movie) non diede nessuna indicazione allo sceneggiatore sul cattivo da realizzare se non un semplicissimo: “ghost mask killer”. Nel frattempo una produttrice del film, Marianne Maddalena, stava cercando la location adatta per girare una scena del film, visitò due case abbandonate a Santa Rosa, in California: la prima – poi scartata – venne utilizzata anche da un certo Alfred Hitchcook nel 1943 per L’Ombra del Dubbio e fu esattamente la casa dove Marianne Maddalena trovò la Ghostface. Non come la conosciamo oggi, d’altronde c’è sempre qualche problema dietro: dopo averla portata a Craven che se ne innamorò (ed erroneamente si prese i meriti della scoperta, per poi ammettere qualche tempo dopo che la scoperta era della sua assistente) e che successivamente dovette ovviare con la sua Dimension Films ai problemi di licenza con l’azienda di giocattoli produttrice della maschera, la Fun World. Il resto è storia, Craven ci riuscì, il film fu record d’incassi nel 1996 e ora ad ogni Halloween milioni di persone si travestono da Ghostface: la Fun World ringrazia.

Dietro queste terribili maschere dunque a volte si celano storie tutt’altro che spaventose, a volte buffe e in forte antitesi coi delitti al quale assistiamo sullo schermo. Potete dormire tranquilli ora: Freddy Krueger era solo un bulletto di quartiere, e Michael Myers un semplice comandante di una navicella spaziale.

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