Jack Savoretti è nato a Londra e vive in Inghilterra. Nelle sue vene però, come si evince facilmente dal cognome, scorre anche sangue italiano, motivo per il quale tutte le volte che suona nel nostro paese, complice anche il suo italiano fluente, viene percepito più o meno inconsciamente come il figliol prodigo che torna all’ovile, e lui al contempo non fa mistero di sentirsi a casa.
A fine ottobre dello scorso anno è uscito il suo quinto album, Sleep no more, un’opera che si discosta da quell’ambientazione prettamente intimista che ci si aspetterebbe da un cantautore, mantenendo però quell’impronta autentica di chi sa plasmare una canzone partendo da una fugace ispirazione.
È un disco senza tempo dal sapore retrò, permeato da atmosfere intrise di malinconia, sofisticato e struggente, un disco cantato in inglese ma in grado di rievocare l’incanto della canzone d’autore italiana.
A distanza di nemmeno un anno viene pubblicata un’edizione speciale con doppio cd contenente oltre al disco originale anche una raccolta di canzoni live dai dischi precedenti, tracce acustiche dall’ultimo disco e un inedito. Immaginate danze gitane contaminate da un tocco vintage di disco music e vi farete un’idea del clima che si respira ascoltando Whiskey Tango, di cui viene inserita anche una versione demo dal fascino ancestrale.
Dal primo disco del 2007 troviamo Soldier’s Eyes, una di quelle canzoni in cui musica e testo creano un’alchimia perfetta. Le note esaltano le parole strazianti di un soldato che combatte una guerra di cui non comprende nemmeno il senso, consapevole del fatto che quando tornerà a casa, se tornerà, i suoi saranno gli occhi di un uomo che ha assistito ad orrori indicibili.
Si intuiscono quindi le prime note di Breaking the rules, un grande classico estratto dal suo terzo disco. Viene proposta in versione piano e voce ed il pubblico sa già che l’emozione sarà tangibile. La canzone risale ai tempi in cui la carriera artistica faticava ad ingranare ed è un inno al coraggio di essere se stessi anche quando il mondo ti rema contro; il pathos con cui la esegue è tale che non si può non cogliere il sentimento di rivalsa e soddisfazione che anima la performance.
Si cambia direzione attraverso una serie di pezzi più ritmati ed energici, dal quarto album infatti troviamo Home, The Other Side of Love e Tie Me Down, il pezzo che dal vivo scalda di più la platea. Lo introduce rivendicando la natura cosmopolita della band che lo accompagna e specificando che non sarà di certo la nazionalità di ciascuno di noi a definirci: il tutto è più della somma delle singole parti e per come stanno le cose al giorno d’oggi è inverosimile credere che quello che succede lontano da noi non ci riguardi o non influenzi le nostre vite.
Lui si definisce il risultato della Seconda Guerra Mondiale: da un lato padre italiano e nonno partigiano, dall’altro madre nata in Inghilterra da nonno polacco e nonna tedesca, rifugiati prima a Parigi e poi approdati a Londra. Uno con un curriculum così si sente male a sentir parlare di Brexit, e per temperamento non gradisce tanto neanche che gli si dica che non ha il nome adatto per farcela nel mondo del music business, troppo orgoglioso delle sue origini per rinnegare quel cognome esotico che ad inizio carriera lo esortavano a cambiare. Gli esperti asserivano che se ti chiami Savoretti non importa se sei nato a Londra, non puoi farcela nel mercato inglese; in Italia pare che la gente sia più calorosa ma se canti in inglese e vivi in Inghilterra, non importa se hai il nome italiano… un loop infinito in cui non sei mai abbastanza giusto, e Tie me down vuole essere proprio questo, una presa di posizione nei confronti di chi tenta di incasellarti in una definizione o di dirti come sei o dovresti essere.
Arriviamo quindi alle tracce rivisitate in chiave acustica estratte da Sleep No More, l’esplorazione dell’ultimo album è la quintessenza della poetica romantica contaminata da una nota decadente, a cui va il merito di aver creato quell’atmosfera malinconica e struggente che avvolge tutto il disco. Si inizia con When we were lovers, per poi proseguire con Deep Waters, Start Living in the Moment, Only you ed infine I’m yours.
Assistere ad un concerto di Jack Savoretti è un’esperienza che ti fa riflettere sull’enorme valore che ha la musica suonata dal vivo, chi l’ha vissuta sa che le registrazioni in studio non sempre rendono giustizia, ma soprattutto sa che si torna a casa emotivamente arricchiti. L’edizione speciale di Sleep No More può essere un eccellente punto di partenza, per chi quest’esperienza non l’ha ancora provata, per farsi un’idea della sua caratura, ma al tempo stesso è anche un ottimo palliativo per arginare quel sentimento di nostalgia che attanaglia chiunque abbia assistito ad un suo live, il cui ardore rimane indelebile nei ricordi.
Elisabetta Signorini
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