Volontà, consapevolezza, sopravvivenza: le dimensioni psicologiche di Split

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Split non è semplicemente un thriller psicologico di stampo moderno che gira intorno al tema delle personalità multiple. Sono stati in molti a leggerlo (solo) in quest’ottica, magari trovandoci difetti circa la verosomiglianza del film, facendo le pulci alla trama del film. Come se fosse un film che tenta di raccontare una storia reale. Come se il regista non fosse M. Night Shyamalan. Come se non sapessimo l’amore innegabile del regista indiano per le storie che rendono labile e fondamentalmente irrilevante il confine tra realtà e fantasia, tra vero e impossibile. La solita storia: c’è chi osserva la superficie, l’immagine, cercando di trovare le pieghe sgranate dell’intreccio. E nel frattempo dimentica in che dimensione il regista sta cercando di portarti.

No, Split è film ben più complesso. Le personalità multiple e la complessità del protagonista è il pretesto per parlare di violenza, traumi infantili e necessità di sviluppare meccanismi di difesa tanto più forti quanto gravi sono state le ferite che abbiamo subito, e quanto pericolose siano le minacce della vita di ogni giorno. È anche un film con un messaggio ben preciso: possiamo essere chiunque noi vogliamo. Un inno alla forza di volontà, sebbene a prendersi sulle spalle l’onere di darne esempio sia uno dei personaggi più disturbati mai apparsi su grande schermo. Un film che ti cattura nel piano oscuro delle stanze in cui si svolge l’azione, e nello stesso tempo negli angoli più rischiosi della mente umana.

Alla fine del viaggio, non c’è vincitore né vinto. C’è solo una grande, condivisa consapevolezza raggiunta. Verso la propria condizione, verso la possibilità di difendersi dalle minacce, siano esse reali che dentro di noi. È un film sull’importanza di conoscere la vita e riconoscere sé stessi. In altre parole, una lezione di sopravvivenza. Il resto sono espedienti che piacciono tanto ai critici machiavellici: il meta-cinema, Bruce Willis, Billy Milligan, la Bestia e il super-uomo. Voi a quelli non badateci. Andateci per farvi portare per mano dal regista lungo un viaggio ai confini del possibile. E per vedere la spettacolare recitazione di James McAvoy.

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