Album: Venetian Snares – Traditional Synthesizer Music

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L’infinita storia d’amore tra Venetian Snares e i sintetizzatori. E non solo: la passione del produttore canadese per le geometrie, i tempi asimmetrici e i breakbeat appuntiti. D’altronde, se c’è uno che può spendersi il tag braindance come vuole è proprio lui, mica Prins Thomas. E la storia ce lo insegna, vsnares è stato autore di alcune delle espressioni drill’n’bass più inafferrabili di sempre (con l’apice per il suo album orchestrale Rossz Csillag Alatt Született) ma anche quello che coi synth e il sound acid ha curato alcune delle cose più eleganti e ingegnose del filone (col suo alias Last Step, che ha dato il suo meglio nell’album narcolettico Sleep del 2012).

Il ritorno – previsto per il 19 febbraio sulla sublabel della Planet Mu Timesig – sa essere entrambe le cose col giusto equilibrio. Ha la sua dose di breaks cervellotici (sono nella sua testa e vengono fuori in maniera spontanea 4 volte su 5, non si scappa) ma anche le sue belle invenzioni che fan breccia coi tempi irregolari e le attitudini cerebrali (tipo il bel singolo qui sopra, in 11/12). A noi Snares piace così, quando offre un profilo bilanciato pur senza sacrificare tutte le schegge intelligenti che fan parte del suo carattere. Disco di continuità ma robusto al punto giusto.

7 / 10

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