Radegund, il nuovo film di guerra di Terrence Malick: tutto quel che c’è da sapere

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Terrence Malick è un regista un po’ particolare: visione estremamente personale e modi di far cinema fuori da ogni standard, gli capita spesso di girare i suoi film senza una sceneggiatura, quasi improvvisando, per poi spendere mesi (se non anni) in fase di montaggio, cercando di mettere insieme i pezzi uno per uno in modo da dar vita al film. Per questo, spesso, la produzione di un suo film prende tempi molto lunghi. A volte i risultati sono spettacolari (come in The Tree Of Life, con cui ha vinto la Palma d’oro a Cannes), altre volte un po’ meno (come To The Wonder e Knight Of Cups, che hanno ricevuto un’accoglienza molto tiepida).

Dopo Song To Song, il suo film ambientato nel mondo della musica di cui si è tanto parlato nei mesi scorsi, un altro suo film è già pronto: si chiama Radegund e rappresenta il ritorno di Malick tra le vicende della seconda guerra mondiale, dopo La Sottile Linea Rossa del ’98. Stavolta il film sarà di uno stampo completamente diverso, molto più narrativo e lineare, forse proprio per scongiurare le défaillance commerciali dei suoi ultimi lavori. È stata rilasciata qualche tempo fa la prima immagine ufficiale del film, la trovate qui sotto.

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Radegund è una storia vera: quella di Franz Jaegerstaetter, un contadino austriaco che si è rifiutato di prestarsi al servizio di leva obbligatorio per il Terzo Reich, dopo che la Germania annesse l’Austria nel 1938, e che per questo fu giustiziato. Il film è scritto da Malick, a partire dagli scambi epistolari originali tra il protagonista e la moglie, e vede August Diehl nei panni del protagonista. Lo stile mostrerà dunque uno stacco netto rispetto ai suoi film più recenti: il racconto di una vicenda reale, con risvolti e spunti di riflessione ancora attuali.

Il film uscirà nel 2018 e sarà probabilmente proiettato in premiere quest’anno, in uno dei prossimi festival cinematografici in programma. Non si sanno altri dettagli finora, ma c’è già abbastanza materiale per alimentare l’attesa. Non ultimo il fatto che rappresenta il ritorno di un altro grande regista nel cinema di guerra, dopo il fenomenale Dunkirk di Christopher Nolan, che ci ha esaltato per ragioni completamente diverse. Trovate qui la nostra disamina del film di Nolan. Per Malick, invece, occorre ancora aspettare.

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