Prima del web e di Michel Gondry: il pioniere nascosto del video musicale moderno

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Quello che vi apprestate a leggere è un lavoro di approfondimento diverso dal solito, su un nome oggi sconosciuto ai più ma al quale si devono gran parte dei risultati che conosciamo oggi in ambito di video sperimentali, grafiche computerizzate e genialità visive. Lo facciamo per la passione che notoriamente ci lega all’arte del video musicale contemporaneo, del quale il soggetto di cui parleremo è da considerarsi precursore sotto molti aspetti, e per dare spazio a un nome di cui oggi su internet si parla pochissimo, per via del suo ritiro dalla scena prima che il web esplodesse, all’inizio degli anni ’90. 

ZbigniewRybczynski

Dietro all’impronunciabile nome di Zbigniew Rybczyński si cela infatti l’autore di alcuni tra i video musicali più affascinanti degli anni ’80. Lui, regista polacco premiato con diverse onorificenze tra cui l’Oscar per il miglior corto d’animazione (Tango) e da sempre sperimentatore della dimensione spaziale su schermo (vedi quel capolavoro di futurismo surrealista che fu  The Fourth Dimension nel 1988), ebbe il suo picco d’attività tra il 1984 e il 1989, nel suo periodo statunitense, quando ideò alcuni dei video più celebri e creativi degli anni ’80, sperimentando con tecniche allora d’avanguardia come il greenscreen, l’alterazione delle velocità e la replicazione delle immagini. Qualcosa che molto tempo dopo ereditò con maestria uno che invece su internet è molto famoso, Michel Gondry, ma che a quel tempo era materiale da visionari, difficilissimo da realizzare e riservato a pochissimi.

I videoclip che vedete qui sotto sono gli esempi più rilevanti dell’importanza del suo contributo. Prendeteli come pezzi di storia che appartengono a un periodo lontano nel tempo e che son risultati decisivi per raggiungere il livello artistico che permette ai video odierni di raggiungere l’award.


Chuck Mangione – Diana D (1984)

 La figura di Chuck Mangione ripresa all’interno di sei diversi televisori a tubo catodico, abilmente mossi da una ragazza che vive a una velocità un tantino diversa, mentre invece il musicista segue il ritmo della canzone. La musica che si compone visivamente di fronte ai nostri occhi e interagisce con la protagonista. Da vertigine.


Pet Shop Boys – Opportunities (1986)

Gli oggetti che cambiano magicamente forme e contenuti mentre passano di mano tra le copie speculari dei due Pet Shop Boys, senza che loro perdano una sola nota della canzone. Mentre lo giravano lo spirito di Escher era lì, seduto da qualche parte.


Grandmaster Flash – Sign of the Times (1984)

Il primo music video ufficiale di Rybczyński, il divertimento di vedere i rapper volare in aria per effetto della loro stessa musica, interpretata fisicamente dal regista. Il grove qui fa molto, ma il video è di quelli da cui non ti scolli dopo che l’hai fatto partire.


Simple Minds – All The Things She Said (1986)

Forse il suo video più popolare, con le immagini replicate all’infinito dei Simple Minds, in sovrapposizione continua, con tutte le repliche a cantare la canzone perfettamente a tempo. A pensare quanto lavoro ci sia dietro viene da star male.


Mick Jagger – Let’s Work (1987)

Mick Jagger che corre e balla felice nel bel mezzo dell’autostrada, con una manica di strambi individui. E le macchine sfrecciano.


Art Of Noise – Close (To The Edit) (1984)

Il video più celebre di uno dei gruppi più sperimentali di quel decennio. La distruzione degli strumenti musicali classici si compie sotto la guida di uno strano personaggio femminile guidato dai suoi nervi. Il video vinse il premio come miglior editing e miglior video sperimentale agli MTV Music Video Awards del 1985 e fu proibito in Nuova Zelanda per “incitazione alla violenza“. Per farvi capire in che tempi eravamo.


The Fat Boys – Sex Machine (1986)

Il video ufficiale di un pezzo che diventerà famosissimo negli anni a venire, coi protagonisti che appaiono a sorpresa all’interno dei vecchi televisori in movimento, con velocità accelerate e stop motion. Suggerimento? Fate caso ai quadretti della parete dentro le televisioni. Con zero ritocchi post-ripresa.


John Lennon – Imagine (1986)

Zbigniew_imagine

Questo video, di cui esistono pochissime versioni visibili su internet, è stato il primo video in assoluto ad usare una videocamera ad alta definizione. Il ciclo della vita raccontato attraverso varie stanze e porte aperte. Di Imagine avrà maggiore diffusione il video con Lennon e Yoko Ono in casa, ma il valore artistico di questa versione è nettamente superiore.


Supertramp – I’m Begging You (1987)

Sovrapposizione di figure femminili e simulazioni di movimento, sembra un’animazione ma non lo è. Giusto per divertirsi.


Lou Reed – The Original Wrapper (1986)

Si chiude con stile e senso dell’assurdo: un trio di individui vestiti in giallo fosforescente che vano in giro a inscatolare persone per strada. Surreale.

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