Album: Fifth Harmony – 7/27

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Avrete presente la semplicità? Quella sensazione di facile assorbibilità che ha la musica pop quando è fatta bene, in un modo che solitamente nasconde sotto la superficie un insieme di componenti e tecnicismi in realtà nient’altro che banali. È qualcosa che al pop ormai succede abbastanza di rado, preferendo più spesso cascare nei due estremi che rendono un disco pop cattivo: o album stucchevoli, fatti di piatti espedienti senza sostanza sottostante, oppure stili coraggiosi che sperimentano nuove intuizioni ma che non riescono a raggiungere la facilità di fruizione minima richiesta dal grande pubblico.

Le Fifth Harmony, invece, sembrano aver trovato la quadra proprio con questo secondo album. Ben più curato e ambizioso del precedente Reflection (che invece cedeva spesso al protagonismo r&b), 7/27 rappresenta la consacrazione finale del gruppo tra le file del pop autorevole, con gente navigata dietro alla produzione del disco (Stargate, Ammo, Kygo e altri) e quel gioco di prestigio che vi dicevamo: robustezza stilistica che pesca agilmente dal quella future bass che vi raccontavamo come vera origine di molto pop moderno, eppure appeal popolare che le ha già mandate in cima tra le tracce più ascoltate del web. Non è un disco pop perfetto, soprattutto per un paio di pezzi più prevedibili del normale. Ma è un ascolto che funziona benissimo nella naturale dimensione per cui il pop è pensato: accompagnamento nei normali contesti quotidiani, per orecchie non troppo esigenti ma che amano farsi coinvolgere. Soprattutto d’estate. Non a caso al momento le trovate in apertura alla nostra Aural Radio.

7 / 10

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