Album: Flume – Skin

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Ma voi vi ricordate quando uscì il primo album di Flume? Come noi lo vedevamo, l’impatto che aveva avuto sull’intera scena di ascoltatori, il carattere visionario che gli riconoscevamo? Ricordate Holdin On? In parole semplici: era il 2012 e Flume venne fuori dal nulla come un genio capace di unire classico e moderno, eleganza jazz e coraggio dei nuovi suoni. Rappresentava il bello che la musica moderna poteva produrre, capace di colpire tanto il pubblico giovane quanto quello più maturo.

 

Ascoltate ora come suona il suo secondo album, con quattro anni che lo separano dal suo esordio, e riflettete su chi è adesso il target di Flume. Sapete che è successo da allora ad oggi? Sì, lo sapete: è successo che il mostro EDM è emerso dalle acque, ha assorbito ogni cosa ed è sprofondato di nuovo nell’abisso trascinandosi tutto con sé. È successo che in questi anni Flume è diventato l’idolo di pubblico e magazines 100% EDM e si è convinto che d’ora in poi son loro quelli a cui deve rivolgersi. E ha fatto l’album che vorrebbe dare un volto diverso a quei suoni. Solo che i suoni di fatto restano quelli e la longevità di questo disco si risolverà in meno di due mesi. Oggi, anni dopo, ricordiamo ancora con piacere rinnovato il suo esordio. Tra qualche anno ricorderemo lui come quello che ha dimenticato il meglio di cui è capace.

4.5 / 10

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