I video musicali animati più belli di sempre‏

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È uno di quegli esercizi che ogni tanto van fatti. Senza un vero pretesto legato al momento corrente. Il fatto è che raccogliere le idee e riepilogare quanto di meglio è stato fatto per una certa pratica specifica è qualcosa che serve a tutti: agli esperti per riscoprire, ai nuovi arrivati per partire con uno specchio che comprenda il meglio che già esiste. L’oggetto della nostra disamina stavolta è il video d’animazione, una categoria che include tecniche di realizzazione e stili visivi diversissimi tra loro e che negli anni ha offerto piccoli capolavori che vale la pena non dimenticare.

Perché il rischio di dimenticare, o perdersi esempi importanti, c’è tutto. Lo dimostra la parzialità con cui son state compilate le liste dei migliori video d’animazione che trovate in giro. Ce ne sono parecchie, ma ognuna di esse limita il raggio d’azione a una certa categoria musicale/stilistica, e così ti ritrovi con liste di video classici che dimenticano capolavori più moderni, o liste di video più rock/pop che trascurano le meraviglie che son state realizzate in ambito elettronica & dance.

Qui cercheremo di coprire tutto. Vi elencheremo i venti video musicali imperdibili che hanno fatto uso delle tecniche d’animazione, suddivisi in quattro macrocategorie che solitamente vengono coperte separatamente, quasi a voler solleticare l’orecchio dell’ascoltatore soltanto con un certo genere. L’arte visuale però è una disciplina universale e apprezzare i migliori accostamenti tra suono e immagine animata è possibile per qualsiasi genere musicale. Anzi, magari servirà anche a scoprire qualcosa di nuovo tra musiche che di solito non si frequentano. Leggere seguendo la spinta della curiosità è il miglior modo per restare aggiornati.


The Rockers

Categoria rockers. Nell’attitudine, non nel fatto che si usino le chitarre o meno. L’intento qui è scorrerci i video più belli realizzati con tecniche d’animazione e in questo caso è l’atteggiamento che determina la categoria. I cinque video che seguono sono rock nel midollo, nell’irriverenza e nell’energia, inclusi quelli con la visione alternativa. E tra loro c’è anche qualcosa di immortale.

Korn – Freak on a Leash

Anno 1999, la corsa dei bambini sul bordo del dirupo andò in hot rotation su Mtv (e moltiplico le vendite di Follow The Leader, l’album che scommetteva sulla stessa copertina). Il video usa tecniche diverse, animate e non, e la stanza dei proiettiti è il momento in cui si libera l’energia che identificò i Korn per lungo tempo. Diretto da Todd McFarlane (disegnatore di Spiderman).

Radiohead – Paranoid Android

Anno 1997, uno dei video più famosi di sempre irrompe come primo singolo dell’album-svolta OK Computer e rappresentò uno shock: per le immagini forti, caustiche, intrise di cattiveria postmoderna e per una canzone dalle mille anime che ancora oggi rappresenta l’apice estetico della band inglese. Diretto da Magnus Carlsson (riutilizzando i personaggi della sua serie Robin).

Queens of the Stone Age – Go with the Flow

Anno 2003, video rosso sangue che scorre via velocissimo e atmosfera maledetta, accentuata dalle figure oscure dei componenti della band. Per il modo in cui musica e immagine si amplificano tra di loro è un piccolo capolavoro. Vinse i migliori effetti speciali al MTV Music Awards di quell’anno. Diretto dal collettivo londinese Shynola (che ha lavorato anche per Radiohead, U.N.K.L.E, Blur e tanti altri, li incontreremo di nuovo più avanti).

The White Stripes – Fell in Love with a Girl

Anno 2002, è il celebre video di due minuti velocissimi coi lego che raffigurano le scorribande della band. Contribuì a cementare la fama dei White Stripes come gruppo in grado di produrre video che resteranno nel cuore dei fan (confermata poi da singoli come Hardest Button To Button e Seven Nation Army). Diretto dal più grande regista di video musicali in assoluto: Michel Gondry (che non potete non conoscere, se siete rimasti tra i pochissimi vi tocca scoprire tutto qui).

Fatboy Slim – Right Here, Right Now

Anno 1999, l’attitudine è rock anche se Fatboy Slim lo si inserisce più facilmente nella categoria elettronica: è uno di quei casi di confine (lo chiamarono big beat e dentro ci entrarono anche i Chemical Brothers) e il video è una bellissima animazione dell’evoluzione delle specie viventi da 350 miliardi di anni fa ad oggi, con tanto di contatore in basso a destra. Diretto da Hammer & Tongs (che di music videos sono più che esperti, per la produzione completa andate pure su wikipedia).


The Classics

Classic non significa per forza antico. Il classico prende vita quando il prodotto artistico, in questo caso il video d’animazione, ha un impatto sulla scena e sulla storia che lo rende una tappa imprescindibile, e questo può accadere anche per uscite più recenti. I video che seguono sono dei classici dell’animazione applicata al video musicale e includono sia materiale storico che produzioni più recenti, diventate classici della modernità.

Micheal Jackson – Leave Me Alone

Anno 1989, Michael Jackson aggiunge l’ennesimo tassello a una storia di singoli pop di successo, produzioni video costosissime e attenzione maniacale per l’immagine che l’ha resa il mito che oggi riconoscono tutti. Ovviamente lui nel video c’è, si muove in stop-motion ed è l’unico elemento non animato della visione. Diretto da Jim Blashfield (Talking Heads, Peter Gabriel, Tears For Fears).

Paula Abdul – Opposites Attract

Anno 1989, altra hip pop il cui successo è spinto dal video, vero e proprio valore aggiunto per generare buzz (eravamo ai tempi d’oro di Mtv). La tecnica qui presenta la figura reale di Paula Abdul, che flirta col personaggio felino animato, MC Skat Kat. Mood piacevolissimo che si rivede sempre volentieri. Diretto dalla coppia Candace Reckinger/Michael Patterson (uno di loro lo ritroverete più avanti).

Gorillaz – Clint Eastwood

Anno 2001, in televisione viene fuori dal nulla questo gruppo musicale esclusivamente animato, che si impone di non offrire mai in futuro una presenza fisica reale. Si sa che dietro ci sono quel matto di Damon Albarn dei Blur e il fumettista Jamie Hewlett. Clint Eastwood fu il primo singolo e ne parlarono tutti come la follia definitiva del nuovo millennio. La band poi partorì diversi altri video animati, ma il classico è questo. Diretto da Hewlett insieme a Pete Candeland.

Air – Sexy Boy

Anno 1997, il duo francese tra le strade di New York e la celebre scimmietta che fluttua nello spazio. Sexy Boy fu una di quelle canzoni elettroniche che scavalcano qualsiasi barriera di genere e venne apprezzata da tutti, soprattutto per quella perfetta armonia in sospensione data dal video. Diretto da Mike Mills (regista e visual artist che ha collaborato con Moby, Pulp, Blonde Redhead e altri).

A-ha – Take On Me

Anno 1985, una delle hit maggiormente identificative del pop anni ’80 nel celebre video che da vita al fumetto in bianco e nero. Trent’anni dopo è ancora un piacere vedere realtà e fantasia che si incrociano attraverso lo specchio, ognuno con la visione dalla propria parte. Diretto da Steve Barron, uno col vizietto di passare alla storia (ha diretto tra gli altri Money For Nothing, Billie Jean e Don’t You Want Me).


The Dancers

Quella dance è tipicamente la categoria che si esclude se si fa una disamina sui video per un pubblico popolare. Quindi succede che se una classifica dei video d’animazione include i Queens of The Stone Age, tipicamente non ci finisce nessuno dei video che vedete qui sotto. Che invece rappresentano alcuni dei risultati più memorabili della categoria, sebbene rimasti magari meno famosi degli altri. Infatti qui il bello è ridargli la visibilità che meritano.

Daft Punk – One More Time

Anno 2000, il primo singolo dell’album Discovery viene lanciato sulla programmazione televisiva e l’immaginario manga entra a far parte del mondo Daft Punk in maniera definitiva. One More Time fu una dele hit di quel decennio e rappresentò solo l’esordio nei canali televisivi, il prodotto completo in realtà è Interstella 5555, in cui l’intero album scorre sulle immagini animate disegnate dal artista giapponese Leiji Matsumoto (famoso soprattutto per Capitan Harlock).

Junior Senior – Move Your Feet

Anno 2003, il fascino della grafica 8 bit prende possesso delle tv musicali tramite l’allegria portata da questo sconosciuto duo danese. La canzone è una delle cose più positive e piacevoli che sono venute fuori lo scorso decennio e il video ne rende lo spirito in maniera perfetta. Diretto dagli Shynola (gli stessi del video dei Queens of the Stone Age visto in precedenza).

Bamboo – Bamboogie

Anno 1998, dall’underground acid house britannico finisce in tv un video dal sapore antico, che fa scorrere immagini di cartoni in bianco e nero di un’altra era. La canzone è di quelle appiccicosissime, col campione di KC and the Sunshine Band, ti resta impressa fin dal primo ascolto nonostante il nome sia di quelli che dimentichi subito (e servono ore per riportarlo alla mente). Diretto dallo stuolo di disegnatori che negli anni ’50 hanno posto le basi dei cartoni moderni.

The Supermen Lovers – Starlight

Anno 2001, è la Francia la nazione che più si è divertita col materiale dance e il video-cartoon. Per l’ennesimo esempio di good mood dance degli anni a cavallo tra i ’90 e i ’00 c’è questa strana patata animata che riesce finalmente a farsi produrre la sua stessa canzone, una cosa che ti mette un buonumore istantaneo. Diretto dal francese Numero 6 (lo stesso di un altro bel video animato, It’s Not the End of the World dei Super Furry Animals).

Etienne de Crecy – Am I Wrong

Anno 2000, il cosiddetto french touch elettronico raggiunge uno dei suoi picchi storici col maestro house Etienne de Crecy e questo spettacolare video che mostra i segreti inconfessabili di un fast food. In Am I Wrong c’è tutto: cinismo, ribellione, appeal e trasporto di stomaco. Diretto dal fratello di Etienne, Geoffroy de Crécy.


The Electronics

Gli elettronici arrivano alla fine del viaggio e sono quelli più sfuggenti e intriganti, forti del loro carattere sempre un po’ aristocratico: non si arrendono mai alla pura popolarità eppure amano strizzare l’occhio al grande pubblico dall’alto, sfruttando la potenza del loro carattere ricercato. Con gli ultimi cinque video chiudiamo in bellezza, in equilibrio tra sperimentazione e istinto.

Breakbot – Baby I’m Yours

Anno 2012, il verbo Breakbot si sparge tra gli ambienti web attenti alla musica di qualità, col suo appeal disco moderno, la spensieratezza e il dinamismo animato del video. Questa non è più l’era del buzz mediatico in tv, e probabilmente nemmeno gli anni migliori per esplodere come fenomeno globale, ma tra chi ne capisce Breakbot diventa una garanzia di qualità. Diretto da Irina Dakeva.

Röyksopp – Remind Me

Anno 2002, i migliori Röyksopp lanciano in orbita il loro primo album con un video dai sapori tipicamente scandinavi: suono sintetico tagliente e video che appare armonico e alienante allo stesso tempo. Erano ancora i tempi in cui si poteva far colpo in tv e infatti il video funzionò benissimo. Diretto dallo studio francese H5 (che ritroveremo tra un attimo).

Alex Gopher – The Child

Anno 1998, l’ennesimo, piccolo capolavoro audiovisivo arriva ancora una volta dalla Francia e sfrutta la semplicissima idea di sostituire ogni oggetto con il proprio nome scritto in caratteri grassi. Il suono è curatissimo e raffinato, secondo migliore tradizione francese, la vicenda riguarda una donna prossima al parto. Diretto anche questo dallo studio H5 (che oltre ai vari spot pubblicitari si occuperà anche di nomi come Massive Attack e Goldfrapp).

Deadmau5 – The Veldt

Anno 2012, uno dei produttori elettronici più discussi dell’era moderna rilascia quella che diventerà una delle sue tracce più rappresentative. Deadmau5 ha un caratteraccio ma sa far musica che può piacere a chiunque, conosce la tecnica e sa come evitare di abusarne. Qui abbiamo un tocco trance delicatissimo e un’avventura dallo spirito infantile. Diretto da Qudos Animations.

Plaid – Eyen

Anno 2008, sul sito della Warp compare un video dall’altissima carica emotiva che ripropone una traccia dei Plaid dall’album Double Figure del 2001. La comunità elettronica si trova a riscoprire l’eleganza inarrivabile del gruppo inglese che partecipò all’espansione della mitica onda intelligent music degli anni ’90. Diretto dal regista francese Jean Luc Chansay, che nella realizzazione del video riutilizza ad arte alcuni disegni fatti da sua figlia di 5 anni.

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