Fratelli estranei: la vera storia di Dubstep e Grime

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C’erano una volta due fratelli. Gemelli, ma diversissimi tra loro. Nati nella stessa famiglia, ma con caratteri per certi versi opposti e storie che non hanno quasi nulla in comune, ognuno di loro finito in ambienti lontani, inseguendo stili di vita non esattamente comuni.

Per rispettarne la privacy useremo dei nomi fittizi. Uno lo chiameremo Dubstep, l’altro Grime.

Per facilità diremo che, da bravi gemelli, sono nati lo stesso giorno. Questo potrebbe non essere corretto fino in fondo, ma eviterà di invischiare la nostra storia nella lunga diatriba su chi è nato prima, diatriba che dura da più di dieci anni e non ha mai trovato una vera conclusione. Sicuramente possiamo dire che sono entrambi nati all’inizio degli anni ’00. E possiamo anche dire che, sebbene gemelli, i luoghi di nascita originari vengono descritti in modo completamente diverso. La nascita di Dubstep la si fa ricondurre a certi strani incroci alternativi fatti anni fa da vecchi scienziati dai nomi strani (amici di un certo Afi, nomi strani tipo Plasta e Kodi, se la memoria non mi inganna), mentre Grime è stato trovato per le strade, sporco, unto e nudo, senza nemmeno una coperta addosso.

Ah, c’è un’altra cosa: saranno anche gemelli, ma venne fuori che Dubstep era bianco e Grime nero. Una di quelle strane vicende che si verificano nelle metropoli inglesi, da sempre caratterizzate da multiculturalità portata all’estremo. Lo diciamo con la mente assolutamente aperta verso ogni tipo di differenza di carnagione, ma era un dato di fatto. Dubstep era bianco come la luna e Grime buio come la notte. E questo fu un altro dei fattori decisivi di come maturaroro negli anni.

Avevano caratteri completamente diversi, Dubstep e Grime. Dubstep era un ragazzo introverso, sempre piegato sui libri, studiava un sacco e sembrava inseguire una sua personale missione che non tutti capivano. Voleva cambiare il mondo, o almeno la sua prospettiva. Voleva spostare l’attenzione sulla bellezza di ciò che non c’era, puntava sull’essenziale, sulla sottrazione. Less is more. Almeno quand’era piccolo. Grime invece era un ragazzaccio di strada. Passava intere giornate tra la sporcizia dei quartieri più malfamati, frequentando personaggi di dubbia estrazione, non tirandosi mai indietro se c’era una guerriglia tra gang. Per lui era una questione di orgoglio e virilità. Era uno che mostrava i muscoli e non nascondeva la sua provenienza. I tratti tipici dell’estroverso.

Sono cresciuti lungo gli anni 2000 e 2010 in modo completamente diverso, ed è interessante ripensare ora a come è cambiata (o non cambiata) la percezione che abbiamo di loro negli anni. Nel suo essere introverso, Dubstep fu il più dinamico dei due fratelli, quello che mostrò svolte più evidenti man mano che passavano gli anni e si fece prendere più facilmente dalle mode. Ebbe la sua fase buia, poi quella emotiva, poi si fece più robusto, dopo quelle fasi si aprì un po’ alla luce del sole e iniziò a sembrare più ottimista, a quel punto subì il fascino dei tempi moderni e volò a Las Vegas. Ci restò qualche anno, poi le cose andarono scemando e tentò di tornare a casa, in silenzio, e sta ancora lì, senza farsi vedere troppo in giro.

Grime fu tutto l’opposto. Di seguire le mode non se ne parlava. Al contrario: lui era un ortodosso e ci teneva a restare puro, a non mischiarsi coi fighetti che camminavano per strada in sneakers e felpina firmata. Lui si sporcava le mani all’inizio e se le sporca allo stesso modo oggi. Ebbe una fase più popolare in cui molti lo riconoscevano per strada, ma a lui quel tipo di attenzione non interessava e non gli permetteva di cambiare in alcun modo la propria natura. Se Dubstep fu il fratello volubile e aperto al mondo, Grime fece della difesa dei propri principi la missione della propria vita.

È questa doppia natura che ha determinato un diverso giro di conoscenze e il modo diverso in cui la gente li vede. Perché oggi, nel 2016, entrambi hanno un’età abbastanza matura ma un seguito differente. Dubstep ebbe la stima delle classi rispettate all’inizio, poi d’improvviso diventò l’idolo dei giovani, il suo era appeal fashion e queste son cose che posso scappare col tempo. Infatti oggi non si può dire che sia esattamente popolare come una volta. Grime invece restò sempre all’interno dei suoi ambienti e fondamentalmente fu amato sempre e soltanto dai membri della sua comunità. Comunità che col tempo si è andata ingrandendo, ma che non ha mai accolto caratteri diversi da quelli originari, ortodossi come loro.

Cosa succede oggi? Succede che, mentre di Dubstep quasi non si parla più, a parte qualche piccola cosa fatta da lui di tanto in tanto, di Grime sembrano parlare tutti da qualche anno, quasi stesse passando al successo che non aveva mai avuto. Il che l’hanno scritto i giornali, ma non è mica vero, sapete. Grime non avrà mai onde di successo come suo fratello. Al massimo avrà qualche piccolo picco di visibilità perché qualche giornalista parla di lui più del solito, e questo magari convincerà alcuni di voi che il successo è arrivato ed è il momento di conquistare l’America. Invece Grime di tutte le vostre aspettative se ne frega, da sempre, e continuerà a fare di testa sua. Seguendo la sua strada e facendosi scorrere via qualsiasi possibilità di diventare famoso.

È un ragazzo di strada lui. Sulla fama ci sputa sopra.

E poi, se vi capita di parlare con uno di quei gasati che ora proclamano Grime come star globale, ricordategli come hanno storto il naso loro stessi quando l’altro fratello, più ricco di mezzi e possibilità, andò a vivere negli States. Ricordategli quanto lo odiarono, lo boicottarono e rifiutarono di credere che fosse ancora in sé. Quasi gli tolsero la fiducia personale, cosa che fu rimediata solo convincendosi che quello che esplose negli Stati Uniti fosse un alter ego diabolico venuto fuori in seguito a un attacco di schizofrenia. Mentre invece era fondamentalmente il semplice processo di adattamento di chiunque si trovi negli ambienti competitivi e patinati delle grandi città americane.

Succederebbe anche a Grime.
Se non fosse che lui, dal suo quartiere, non si muoverà mai.

Per cui diteglielo, ai fissati del successo commerciale/mediatico: mettetevi il cuore in pace. Son due fratelli diversi, benché nati nella stessa famiglia. E non seguiranno i passi l’uno dell’altro. Non si sono mai parlati e, se li metteste nella stessa stanza, si prenderebbero a botte fino alla distruzione di entrambi. Lasciate che vadano avanti, ognuno per la sua strada, senza augurargli ciò che piacerebbe a voi. Non disturbateli con le vostre macchinazioni di superficie. Lasciateli vivere. Secondo natura.

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