L’esorcista – Il Credente: il sequel del capolavoro horror

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L’esorcista-Il credente è stato concepito come il sequel/reboot  de L’esorcista uscito nel 1973, con l’attrice Ellen Burstyn che riprende il ruolo di Chris MacNeil. In realtà, si tratta di una vicenda completamente scollegata dalla precedente che, come descriveremo in seguito, trova il suo punto di raccordo solo nell’apparizione della Burstyn. Le riprese del film sono iniziate nel mese di novembre del 2022 in Georgia, svolgendosi in prevalenza tra le città di Atlanta e di Savannah, terminando definitivamente nel marzo  di quest’anno. Negli Stati uniti, a causa dei contenuti violenti e delle immagini impressionanti, la pellicola è stata vietata ai minori di 17 anni mentre in Italia, e nella maggior parte dei Paesi europei, ai minori di 14. Il lancio del film nelle sale era stato fissato inizialmente per il 13 ottobre 2023, cinquant’anni esatti dopo il primo capitolo della saga, per poi essere anticipato al 5 ottobre.

Già nei decenni precedenti, vi erano stati vari tentativi, per la verità poco riusciti, di rievocare i tenebrosi messaggi psichedelici del film del 1973. Il primo a cimentarsi in tale impresa era stato, nel 1977, John Boorman con L’Eretico-L’esorcista II che focalizzò l’attenzione sull’origine del demone Pazuzu, spostando le tematiche dall’horror a sfondo cattolico verso un immaginario che ricordava il genere più marcatamente fantasy. Nel 1900 fu la volta di William Peter Blatty che creò L’esorcista III, uno dei thriller più spaventosi mai concepiti che, tuttavia, si rivelò un vero e proprio flop al botteghino. Si arrivò, poi, al 2004 con il disastro produttivo del Giano bicefalo, noto con il nome The Beginning, che portò al singolare quanto fallimentare risultato di due pellicole, l’una a firma Schrader, ispirata ad una riflessione maggiormente filosofica e spirituale,l’altra a firma Harlin con velleità più orientate vero il “tribale” ed il “superstizioso”. Ma il demone Pazuzu, messo un po’ in letargo, sarà rievocato quasi vent’anni dopo nelle scene de “L’esorcista- Il credente”.

Il film si apre ad Haiti nel 2010, quando una coppia di colore in luna di miele viene benedetta da una sacerdotessa voodoo, prima che un disastroso terremoto si abbatta con inaudita violenza  sulla povera gente inerme. La donna rimane gravemente ferita e l’uomo è invitato dai medici a compiere una scelta tragica: scegliere di salvare la vita alla moglie o alla bambina non ancora nata. La scena si sposta, in una rapida ellissi temporale, a tredici anni dopo, focalizzando l’attenzione dello spettatore sulla vita quotidiana del padre, che ha ormai perso la fede, e la figlia Angela diventata adolescente, cresciuta senza la madre. Un giorno, la ragazza, insieme alla sua migliore amica Katherine, appartenente ad una famiglia ultra-religiosa, decide di avventurarsi nel bosco, allo scopo di compiere un imprecisato rituale in grado di metterla in contatto con la mamma defunta, di cui ha sempre sentito la mancanza. Il padre di Angela ed i genitori di Katherine, accortisi della loro scomparsa, con l’aiuto delle forze dell’ordine, organizzano una ricerca disperata delle ragazze. Dopo tre giorni, queste vengono ritrovate in un fienile, a cinquanta chilometri di distanza dal luogo in cui erano sparite, traumatizzate ma in condizioni psico-fisiche apparentemente accettabili. Accurate visite mediche, infatti, evidenziano solo la presenza di bruciature sotto i piedi, oltre al vuoto di memoria su quanto accaduto in quei fatidici tre giorni, al punto che vengono riportate a casa, subito dopo il controllo in ospedale. I comportamenti delle due adolescenti, tuttavia, diventano sempre più inquietanti: Angela tenta di soffocare suo padre Victor con una sciarpa che era appartenuta a sua madre; Katherine si scaglia in uno sfogo blasfemo nella chiesa locale, ripetendo le parole “il corpo e il sangue”, con chiara allusione al sacramento dell’eucaristia. Miranda, la madre di Katherine, avanza l’ipotesi che le due ragazze abbiano viaggiato nell’inferno, riportando indietro nella nostra dimensione un terribile demone.Ciò, secondo la donna, spiegherebbe le bruciature sotto i piedi, accostando tale evento ad un presunto viaggio che Gesù avrebbe compiuto in quel luogo oscuro, nei tre giorni intercorrenti tra la morte e la resurrezione, allo scopo di affermare la propria autorità divina su Satana. Nel prosieguo del film, Victor fa ricoverare Angela in un reparto psichiatrico, mentre i genitori di Katherine si ostinano a tenerla in casa, nonostante l’evidente pericolosità della giovane e la presenza di due bambini più piccoli. Le condizioni delle due ragazze continuano a peggiorare, manifestando i tipici segni della possessione demoniaca: piaghe sul corpo, voce cavernosa, frasi in strane lingue (cfr. L’esorcista del papa su Auralcrave).  L’episodio più convincente in merito alla presenza malefica e che, in qualche modo, scardina il comprensibile scetticismo di Victor, avviene quando Angela rivela i segreti mai confessati della vicina Ann, cioè la sua formazione come suora ed il successivo aborto. La stessa Ann consegna a Victor un libro scritto da Chris MacNeil, la protagonista del capolavoro del 1973, che aveva vissuto un’esperienza più o meno simile con la figlia Regan. La donna, ormai ultranovantenne, aveva trascorso gli ultimi cinquant’anni a studiare i rituali esorcistici di tutte le culture, ottenendo uno straordinario successo con il suo libro di memorie. A causa, però, della diffusione mediatica di tali memorie, sua figlia Regan si era allontanata da lei e non si erano più riviste. Chris riceve una visita di Victor e decide di aiutarlo nell’impresa di scacciare il demonio, mettendo a disposizione la propria esperienza e conoscenza. Insieme si recano a casa di Katherine, dove la ragazza  mostra segni sempre più evidenti e terrificanti della possessione demoniaca. L’anziana donna decide in maniera coraggiosa di entrare da sola nella stanza dove giace la ragazza e, dopo alcune invocazioni rituali, ne viene a tradimento ingannata. Katherine le si avvicina e con un crocifisso le pugnala ripetutamente entrambi gli occhi. In più, leggendo nell’anima della donna e, pertanto, conoscendone il tormento profondo, con assoluta spietatezza le rivela che Regan è morta. Victor, poi, accompagna l’anziana signora d’urgenza in ospedale, dove le vengono prestate le cure del caso. Non mi dilungherò sull’ultima fase del film, per lasciare il gusto della sorpresa a coloro che decideranno di guardare lo spettacolo, anche perché alcuni punti accennati nella prima parte troveranno spiegazione solo in seguito. Non dobbiamo mai dimenticarci, comunque, che Satana è chiamato anche “il grande mentitore” e su questa sua caratteristica l’architettura del film giocherà molto.

L'ESORCISTA - IL CREDENTE | Trailer Ufficiale (Universal Studios) - HD

Come accennato in apertura, L’esorcista-Il Credente è stato concepito come il sequel della pellicola del 1973 che fece veramente epoca, riuscendo ad impressionare l’immaginario collettivo ed attirando l’attenzione sul misterioso e sottile confine, per chi ci crede, tra disturbi psichiatrici e possessione demoniaca. A ciò si aggiunge il fatto che L’Esorcista-Il Credente è stato proposto come il primo di una trilogia, il cui secondo capitolo è atteso in uscita per il mese di aprile del 2025. Diciamo subito che la produzione contemporanea non mostra né il fascino, né la coerenza narrativa di quella del 1973, in un’epoca  in cui non vi era la possibilità di creare effetti speciali al computer, ma soltanto artigianali, cioè quelli elaborati in maniera diretta sul set, alla stregua di cavi o strumenti ottici, ottenuti con sovraimpressioni, lenti particolari o modifiche della pellicola. Il risultato complessivo era stato, comunque, pregevole e suggestivo, conducendo lo spettatore in una dimensione cupa, tetra ed ansiogena. David Gordon Green, invece, adopera strumenti digitali per evidenziare la connessione con la dimensione del maligno, allontanando il tema della pellicola da quella originale, al punto da rendere perfino irriconoscibile il Satana/Lucifero dell’angoscia apocalittica cristiana, mescolandone le caratteristiche con altre pratiche di culto, peraltro descritte in maniera superficiale e con scarsa attenzione ai riferimenti culturali. Le stesse dinamiche “esorcistiche” si susseguono in stile new age, attraverso una disinvolta commistione tra elementi mutuati  dalla dottrina cristiana ed altri derivanti da tradizioni afro-americane. La visione ecumenica della fede proposta da Green è alquanto distratta e poco convincente: ai rituali partecipano troppe persone ed i ruoli sono poco definiti e confusi. Si intuisce, inoltre, una certa diffidenza nei confronti della burocrazia della Chiesa Cattolica Romana, più preoccupata dall’opinione pubblica che dall’effettiva salvezza delle anime. Il prete esorcista non ha il cuor di leone di un guerriero che si scaglia contro le forze del male, così come accade in altri film dello stesso genere, ma viene addirittura ridicolizzato a vantaggio del sodalizio ecumenico che si viene ad instaurare tra persone di differente fede religiosa. Si assiste al trionfo del “politicamente corretto”, in quanto a sfidare il diavolo può provvedere l’uomo comune provvisto di adeguata fede, senza la necessità di intervento da parte di un prelato regolarmente preparato ed autorizzato ad operare in tal senso. Lo spunto di riflessione, in linea generale, può apparire giusto, ma le soluzioni proposte si mostrano troppo ingenue e di scarso spessore culturale. Potrà sembrare paradossale, ma si ha quasi la sensazione che L’Eretico-Il credente non voglia davvero fare paura, in quanto manca la tensione diretta a creare un’atmosfera di puro orrore, come accadeva nella pellicola del 1973, dove con scabrosa lucidità si consentiva ad una ragazzina di 12 anni di compiere azioni davvero terrificanti.

L’intreccio drammatico iniziale, al contrario, è interessante: le ragazzine scompaiono nel bosco ed è necessario scoprirne la causa. Considerato il finale, che non ho rivelato, si potrebbe supporre e sperare che il primo capitolo si imponga come importante prologo di qualcosa che magari verrà sviluppato meglio nei successivi due capitoli. Alcune tematiche socio-politiche sono affrontate soltanto di striscio, senza la dovuta profondità introspettiva, come la tensione razziale che si intuisce nei rapporti tra Victor ed i genitori di Katherine, l’aborto come marchio di infamia che aveva bollato l’esistenza della sfortunata novizia, oppure la critica alla mentalità patriarcale che non aveva permesso a Chris di assistere all’esorcismo della figlia cinquant’anni prima. Il dramma della pubertà, che nella pellicola del 1973 emergeva in tutta la sua dinamica complessità, in questa rappresentazione del terzo millennio rimane ai margini, sfumando soltanto come elemento collaterale nell’esistenza delle due ragazze. Irrompe con evidenza, poi, l’importanza attribuita dagli sceneggiatori al rapporto tra genitori e figli, che viene considerato da diverse prospettive. Da una parte il padre vedovo che da solo è costretto a crescere una figlia nata in un contesto tragico, dall’altra genitori molto religiosi che confidano nella fede per salvare dall’assalto del male la loro bambina. In tale contesto si inserisce anche la difficile relazione tra Chris e la figlia Regan, compromessa dallo straordinario successo editoriale della madre.

Uno dei più grandi meriti di Green è stato sicuramente quello di riportare sulla scena Ellen Burstyn che aveva recitato nel film del 1973 e che si era sempre tenuta lontana dai numerosi film ispirati all’originale che si erano susseguiti in questi cinque decenni. L’eleganza della donna conferisce una sorta di dignità alla pellicola e la perdita della vista, dopo l’aggressione da parte di Katherine, la accosta ad un tipo di eroina tragica. Come nell’ Edipo Re, il grande capolavoro di Sofocle, la donna perde la vista fisica, ma acquista l’eccezionale capacità di vedere con la mente (una delle scene finali potrebbe essere interpretata simbolicamente in tal senso). Oltre alla Burstyn, Green riesce, comunque, a reclutare un cast di tutto rispetto, formato da talenti già affermati, come nel caso di Leslie Odom Jr, nei panni di un padre disperato che tenta di salvare la figlia, conosciuto dal grande pubblico per l’acclamato musical Hamilton, premiato dalla critica con un meritato Tony Award. Di pregio anche l’interpretazione di Ann Dowd, già conosciuta dagli estimatori del genere horror per i ruoli ricoperti in Compliance o in The Handmaid Tales.

In conclusione ritengo che, al di là dello spettacolo, per quanto discutibile, nel filo conduttore del film manchi alcuna visione coerente ed unitaria del problema del male sia sotto il profilo filosofico che teologico. A Pazuzu, divinità dei venti e demone apotropaico dell’antica Mesopotamia, non si fa alcun riferimento esplicito. Nemmeno si accenna alla sua funzione nell’ambito delle gerarchie infernali ed al suo rapporto con Satana/Lucifero, l’antagonista di Dio nella dottrina cristiana. Se nel film del 1973, Pazuzu poteva essere considerato come una delle tante espressioni dirette del maligno e, quindi, quale emanazione plastica del potere satanico, nella trama de “L’esorcista- Il credente” il demone assume un’identità indefinita e sfuggente, quasi si trattasse di uno “spirito malvagio” qualsiasi, presente in ogni mitologia fin dagli albori della civiltà umana.