L’amore secondo Madame: il nuovo album di un’artista eclettica cresciuta con De André

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Signori della giuria, dalle corti della giustizia
Guardate in basso a noi serpenti di Eva
Grandi professori dai grassi polsi diamantati
Guardatemi negli occhi e beneditemi
Signori della platea ai piedi della mia croce
Scagliate la prima pietra se non siete peccatori
Per chi ha la faccia pulita ma il cuore nell’errore
Fuori dalla mia vita voglio amore, voglio amore

Ci aveva lasciati così, Madame, con l’inedita e sorprendente strofa inserita in chiusura di Via del campo al Festival di Sanremo. Una scelta artistica frutto dei mesi precedenti l’evento musicale, in cui Francesca Calearo, la persona, era stato colpita dallo stigma di giovane irresponsabile per l’ormai nota vicenda del falso vaccino. Ma non addentriamoci nella filosofia morale e concentriamoci sulla musica. Un po’ lo aveva detto, un po’ lo avevamo capito: Madame sarebbe tornata con un album diverso da quello di esordio, più introspettivo, più profondo; perché insieme alla cantautrice, in questi anni, è maturata anche Francesca, e Il bene nel male, che ha anticipato il nuovo disco, era già una dichiarazione di cambiamento, tanto umano quanto stilistico. Un brano fresco, non puramente rap, in cui Madame si avvicina alla musica d’autore e mette in chiaro che non ha intenzione di lasciarsi incastrare in un unico genere musicale. Ecco, L’amore, uscito lo scorso 31 marzo per la Sugar Music, è il compimento di questa ambizione. Ammirare e ascoltare De André e altri maestri del passato non basta più, e se avvicinarsi a loro resta un’utopia da raggiungere col tempo, è troppo forte il desiderio di seguirne le orme, pur continuando a osservare il mondo contemporaneo e mantenendo la propria unicità.

Il canto dell’amore universale

L’album è un concept di 14 tracce (più una bonus), un viaggio attraverso le infinite forme del sentimento amoroso, durante il quale Madame ha incontri ravvicinati con gli individui-musa che abitano l’inferno della società: i reietti, le puttane, i giudicati, gli sfigati. In due parole, gli ultimi, al fianco dei quali Francesca ha detto più volte di voler stare. Senza paura, senza pregiudizi, bensì con senso di immedesimazione per capire i loro sentimenti, solitamente inespressi, o quantomeno invisibili, e soffocati dalla vergogna loro imposta dall’alto. Madame si fa loro portavoce e ne libera le emozioni, le porta in superficie. Nessuno è più dimenticato.

Si comincia con Come voglio l’amore, che scompone il sentimento in sensazioni e gesti quotidiani (L’odore di un uomo paterno […] Il calore di un tocco materno), romantici (Nelle tue mani metterei i miei sogni/Nei tuoi capelli pianterei germogli) e carnali (Come penso l’amore/Ogni colpo di un uomo che mi fa tremare il corpo). C’è spazio anche per un esotismo che sembra richiamare Battiato (Il sudore di un uomo iraniano/Quello di un uomo danese/Il colore di un uomo afghano/Quello di un uomo scozzese). Madame concede a tutti la possibilità di amare ed essere amati:

Un uomo dirigente
Un uomo indipendente
Un uomo che convive con la madre
Un uomo deficiente
Un uomo travolgente
Un uomo che convive con l’amante
Un uomo infastidito
Un uomo dimagrito
Un uomo che convive con il cane
Un uomo curvilineo
Un uomo irrigidito
È l’uomo che convive con me

Il secondo posto della tracklist è occupato dalla già citata Il bene nel male, l’amore donato ma non accolto; reale per chi lo prova, una prostituta, eppure impossibile per il suo cliente, paralizzato dal pregiudizio che ha nei confronti di lei.

L’amore è solamente di chi prova amore
Non è di chi lo riceve
E io che l’ho provato ad ogni tocco tuo
Posso dire che a me è rimasto il bene e a te il male

Con un sound anni ’60, Quanto forte ti pensavo racconta una storia di abusi finita senza rancori:

E alle donne che hai amato
Ho tenuto il mio segreto
E non ho detto come mi hai odiato
Non ho detto di che sei capace
Tanto non ti avrebbero lasciato
Perché troppo innamorate
Anche io lo sono stata
Si perdona tutto ad uno come te

La violenza dell’amato è descritta poi più chiaramente: E quanto forte mi pestavi/Che quasi non respiravo. Eppure, la donna ricorda di quanto fosse forte il suo amore nonostante tutto, quanto fosse impossibile lasciar andare il suo carnefice, che ancora tormenta il suo cuore: Quindi ti darò tutto l’amore che ho […] Sperando che un giorno mi libererà.

Madame - IL BENE NEL MALE (Sanremo 2023)

Nimpha – La storia di una ninfomane è un’ossessione da ballare e introduce un elemento molto caro a Madame, il mare, già presente con forza in Marea, ricorrente e letto in chiave erotica anche in questo album. Come nel caso della prostituta, anche qui ci troviamo di fronte a una protagonista “scomoda”, dal desiderio insaziabile (Ogni notte sarà dura darmi sempre un po’ di più) che travolge il suo uomo:

E più mi guardi
Più penso che
Vuoi ammazzarmi
Ma non sai se
Vorrai lasciarmi cadere
Mi stai supplicando piangendo
Oh, Nimpha
Che succhi la mia linfa
Ti getterei nel mare
Per non vederti più

La traccia seguente, Il mio nuovo maestro, si distingue per un utilizzo più marcato dell’autotune e per una parte strumentale elettronica da pelle d’oca. Interessante e più intima la versione acustica che Madame ha portato a Radio Italia e che si è promessa di riportare nei prossimi live. Si tratta della canzone più ipnotica e misteriosa dell’album, spiegabile forse come una fantasia d’amore proibita: Il mio nuovo maestro mi ha dato una carezza/Ho pensato a quel gesto invece di pensare a te.

Con Donna vedi l’erotismo del disco raggiunge il suo apice, diventa più che mai esplicito e si spinge fino alla perversione; o meglio, sarebbe perverso se Madame non volesse ottenere il risultato opposto, cioè togliere dal sesso ogni pudore:

Donna vedi
Il sesso è così, da animali
Che a te che sei un angelo
Cadrebbero le ali

La donna che canta è convinta di essere stata un uomo nella vita precedente (Io sono donna, sì/Ma nella scorsa vita avevo il cazzo), poi espone il suo manifesto femminista, chiave di volta per comprendere l’intero album: Donna, in questa vita son della tua razza/Perché devono imparare ad ammirarti davvero.

Il breve skit Pensavo a prosegue su questa linea, elencando immagini erotiche senza limiti. Si arriva così all’autobiografica La festa della cruda verità. Con uno straordinario omaggio alla pizzica – ricordiamo le sue due presenze, una come Maestra Concertatrice, alla Notte della Taranta – e, in chiusura, ad Angelo Branduardi (i versi Dietro al mondo c’è un posto nuovo/Sarai felice di starci con me riprendono perfettamente Alla fiere dell’Est), Madame dimostra di fare arte lasciandosi ispirare da ogni lato e di saper unire culture e tradizioni diverse. Il risultato è un pezzo sperimentale riuscitissimo che, mimando la danza salentina, scalcia l’ipocrisia e il concetto stesso di normalità:

Parli con me?
O muori con me?
Parli con me?
O ridi di me?
Di qua c’è una festa immorale
Non si salva la gente normale
La verità?
O la morte?
La verità?
O la morte?
Benvenuta gente
Qui chi mente morirà

Respirare è un altro inno al sesso. Madame sceglie di nuovo il rap e torna alle origini, prima di stupirci un’altra volta con Milagro – A Matilde, dove la protagonista è un’amica della cantante.

Arriviamo a L’onda – La morte del marinaio, sorella per sonorità de La festa. Inoltre, qui come là si sentono echi di Fabrizio de André già dal titolo stuzzicante. Con un ritmo impressionante guidato dalla cornamusa, L’onda è quasi una continuazione di Marea, citata per l’appunto nel ritornello, ma il mare ha stavolta una potenza ben più dirompente nel suo rappresentare la vita (e quindi l’amore) e la morte di un marinaio che, prima di esalare il suo ultimo respiro, fa una straziante dedica alla propria barca:

Maledirò il mare se non mi farà volare
Ancora su di te
Sfuria il vento su di me
Se mi farà annegare sarò lì con te

Dopo Se non provo dolore, Per il tuo bene e Avatar – L’amore non esiste chiudono un disco di cui si continuerà a parlare. A legare le ultime due tracce c’è la definizione che Madame dà dell’amore: “è la connessione che nasce al di là delle convenzioni sociali, è cieco”.

Per quanto l’amore possa o non possa esistere
è la più bella delle bugie
il più studiato degli inganni
il più persuasivo dei discorsi

Per il tuo bene

Tu non esisti
Ma io ti sento

Avatar – L’amore non esiste