Il rock italiano unito di fronte alla scomparsa di Luca Bergia dei Marlene Kuntz

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“…e di nuove lacerazioni non c’è voglia.”

da Ineluttabile, “Ho ucciso Paranoia” (1999) di Marlene Kuntz

È l’inizio degli anni ‘90. Tre ragazzi di provincia decidono di formare un gruppo rock. Non vogliono essere la solita band che fa cover, vogliono fare la loro di musica e vogliono che sia cantata in italiano. Spediscono decine e decine di demo in giro per l’Italia, ma niente sembra accadere. Tra piccole feste di paese e locali più grandi che li respingono, quei ragazzi non mollano, tengono duro. Fino a che non si trovano nel posto giusto al momento giusto ed è da quel momento in poi che avviene la vera magia. Quei ragazzi, ormai adulti, sono i Marlene Kuntz.

È stato un vero e proprio shock quando tutti hanno appreso con sgomento della recente scomparsa del batterista nonché fondatore dei Marlene Kuntz. La mattina di giovedì 23 marzo il corpo di Luca Bergia è stato trovato senza vita nella dimora dove aveva sempre vissuto a Cuneo. Le cause della morte non sono state ancora rese note. L’artista avrebbe compiuto il prossimo 11 settembre 55 anni.

Luca Bergia era nato a Cuneo, dove nel 1988 iniziò a suonare con il chitarrista Riccardo Tesio e con il bassista Franco Ballatore, ai quali un anno dopo si aggiunse il cantante Cristiano Godano. Luca insieme a Cristiano e Riccardo formarono il nucleo originario del gruppo, che raggiunse la notorietà con il disco d’esordio Catartica pubblicato nel 1994. Questo album è ormai considerato una delle pietre miliari del rock italiano.

Luca Bergia è sempre stato molto legato ai suoi Marlene eppure dopo la pandemia – il musicista aveva lottato faticosamente contro il Covid-19 – ha deciso di prendersi uno stop e, come annunciato da un post da lui pubblicato sul suo profilo Facebook, era il 10 dicembre 2022, aveva rassicurato tutti i suoi fan che aveva intrapreso un altro tipo percorso ossia faceva l’insegnante di scienze presso due scuole medie Madonna dell’Olmo di Cuneo e Chiusa Pesio.

Dopo quella parentesi di nuova luce è piombato improvvisamente il buio.

“Caro Luca: sei stato l’anima leggera della nostra band. La tua ironia sagace, i tuoi giochi di parole, la tua prontezza di riflessi, la tua sensibilità nascosta, la tua bontà, erano necessari alla sanità del nostro piccolo, orgoglioso ecosistema. Senza di te avremmo spesso permesso a una cappa di oscurità di sovrastare le nostre paturnie e la nostra risibile incomunicabilità. Un ruolo necessario che ha reso incorruttibili questi anni gloriosi. Ci mancheranno tutte le tue azioni di collante, la solidarietà, l’amicizia, la complicità di un progetto di vita condiviso per più di 35 anni, l’affidabilità della tua solenne lealtà. Ti stavamo aspettando, per riappropriarcene, non ce l’hai fatta, ne resteremo orfani. Ma ti saremo grati, sempre e comunque”.

È attraverso queste commosse e sincere parole che i Marlene Kuntz hanno ricordato pubblicamente Luca Bergia  un uomo, un artista, un collega ma soprattutto un amico con cui hanno condiviso la storia di una vita, una festa da oltre trent’anni.

Dopo quella terribile notizia la band non sapeva cosa fare se posporre o meno i vari impegni lavorativi che ci sarebbero stati in quei giorni – due date sono state subito cancellate – o farsi forza e comunicare una decisione importante. Così la sera di sabato 25 marzo – la mattina si è svolto il funerale, in forma pubblica, presso la chiesa del Sacro Cuore a Cuneo – i Marlene Kuntz si sono esibiti presso il Teatro Magda Olivero di Saluzzo.

“Comunichiamo dunque che desideriamo suonare per te. L’arte ha il dovere di proseguire, di fare la sua parte, con la sensibilità che le è congenita, in grado di chiarificare il dolore a qualsiasi grado esso si manifesti” ha enunciato via social il gruppo. Si legge scorrendo tra le righe: “Il nostro cuore ha le sue ragioni, e sono forti”. Una frase potentissima che riassume tutto l’amore che ha scatenato la perdita di Luca Bergia per i suoi fedeli Marlene.

Non sono stati solo i Marlene Kuntz ad aver subito una batosta infernale sia dal punto di vista personale sia lavorativo ma tutto il mondo del rock italiano è rimasto particolarmente scosso da questa tragica perdita. In questi giorni cantanti, musicisti, produttori, amici e colleghi hanno dedicato fiumi di parole all’ex batterista cuunese. Non sono stati solo gli addetti ai lavori che hanno omaggiato l’artista ma anche i tantissimi fan sparsi per il paese che non vedevano l’ora di rivederlo sul palco insieme ai Marlene Kuntz. È crudele pensare che questo non accadrà mai più.

Questo abbraccio virtuale rivolto a Luca è bellissimo e dimostra quanta stima e affetto ci sono nei suoi confronti. Rispettoso, gentile e premuroso sono alcuni dei complimenti che sono stati rivolti al musicista. Un’animo buono spunta tra i mille commenti che sono comparsi dai suoi sostenitori. C’è chi lo ha ricordato per quanto fosse speciale. In molti hanno osannato il suo talento alla batteria. Era una rock star anche se non l’avrebbe mai dichiarato in prima persona. Personalità e carisma, calore e ardore. Tanti sono stati gli elogi nei suoi confronti. Da lassù probabilmente sorriderebbe e accoglierebbe questi complimenti semplicemente con umiltà uno dei tanti suoi pregi.

Luca Bergia lascia due figli, Tommaso e Alessandro, il fratello Antonello e la sorella Elisabetta. 

Per chi ha potuto trascorrere un po’ di tempo con lui è stato sicuramente un momento speciale. Bei ricordi e reali testimonianze continuano a piovere incessantemente e non fanno che rinvigorire ancora di più l’amore verso Luca e verso i Marlene Kuntz.

La musica, un’adorabile compagna, saprà sempre unire anche quando la tempesta precipita.

“Il buio è un peso, è un imbroglio e brucia come il fuoco
Le cose opache lì intorno si muovono:
detta il ritmo lo smacco di ogni preghiera
e non c’è pace latente da cogliere”

da Ineluttabile, “Ho ucciso Paranoia” (1999) di Marlene Kuntz

Cover Image: foto di Simone Cargnoni