Sintra, la città dei colori: la storia e le attrazioni

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Sintra è una città portoghese, appartenente al distretto di Lisbona e situata nella regione storica dell’Estremadura, in una zona ricca di magnifici scenari paesaggistici, dove le pareti rocciose si trasformano in meravigliosi giardini. Per la sua ricchezza artistica e culturale, Sintra dal 1995 è stata inserita nell’elenco dei luoghi tutelati dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.

Nel diciannovesimo secolo, per la sua bellezza quasi esotica, la città portoghese diventò mèta di grandi avventurieri e scrittori europei, come Hans Christian Andersen e Lord Byron che definì quel territorio simile al “giardino dell’Eden” e, al giorno d’oggi, è diventata una delle destinazioni preferite dell’intera penisola iberica, non solo per i turisti, ma anche per coloro che decidono di trasferirsi a vivere sulla costa atlantica.

Storia

Sintra può vantare una storia secolare: dapprima rappresentò un importante insediamento arabo e poi, dopo molti sforzi, nel corso dell’XI secolo, fu riconquistata dall’esercito del re delle Asturie. Nel Settecento la fisionomia della città iniziò ad essere simile a quella attuale, suddivisa in tre zone fondamentali: Sao Pedro che rappresenta la parte commerciale e finanziaria, Estefania dove si trova la stazione ferroviaria ed un grande parco pubblico e Villa Velha scelta dai sovrani portoghesi come residenza estiva, dove si trova l’imponente palazzo reale.

Il territorio di Sintra conserva antiche consuetudini e si presenta come pervaso da un’atmosfera mistica, avvolgente e fuori dal comune. È una città legata ad antiche leggende, ad arcani rituali che, secondo alcune tradizioni, sarebbero stati celebrati da sette oscure. Uno degli edifici più interessanti è sicuramente il “Palacio da Pena”, soprattutto per la particolare sovrapposizione di stili che lo contraddistingue: dal neogotico al neoclassico, passando per alcune sfumature barocche ed arabe. Il palazzo si trova in cima alla “Serra de Sintra” e nel 2019 l’Istituto di Statistica Portoghese lo ha registrato come uno dei monumenti più visitati del Paese e, non a caso, è considerato una delle “sette meraviglie del Portogallo”. Di particolare pregio sono i giardini che circondano il palazzo, dove è possibile ammirare anche il delizioso “chalet della contessa D’Edla”, costruito dal principe consorte Ferdinando II, secondo marito della regina portoghese Maria II. Nei percorsi suggestivi della città, si incontra il “Palacio Nacional”, una delle vestigia medioevali meglio conservate dell’intero Portogallo, sulla cui sommità spiccano due grandi camini che servivano per far uscire l’aria dalle grandi cucine, al giorno d’oggi disponibili per le visite turistiche. Mi ha molto impressionato l’edificio fatto costruire nel 1956 dall’inglese Francis Cook, ora conosciuto come “Palazzo di Monserrate”, circondato da una ricchissima raccolta di varietà botaniche, portate dal proprietario da tutti i Paesi visitati, al termine dei suoi numerosi viaggi. Il giardino, splendido per i suoi colori in tutte le stagioni dell’anno. comprende una superficie che supera i 50 metri quadrati.

Come si è detto in precedenza, Sintra ha subìto la dominazione araba ed il lontano passato musulmano della città è ancora oggi evidente. Il “Castelo dos Mouros” è una costruzione che si erge su un picco roccioso nella Serra di Sintra, edificato dagli Arabi tra l’VIII ed il XI secolo con scopi di carattere difensivo. Per i turisti del nostro tempo, invece, il luogo offre un incantevole panorama della città in tutta la sua estensione.

Gli esoteristi, tuttavia, affermano che il luogo più enigmatico di Sintra sia la cosiddetta “Quinta da Regaleira”. Questo spazio sarebbe legato ad antichi racconti mitologici ed a segreti rituali massonici, potendo perfino contare, per la sua peculiare posizione, su un microclima unico. “Quinta da Regaleira” comprenderebbe un palazzo, laghetti, giardini, alcune oscure caverne ed al suo punto più alto è stato dato un nome davvero singolare ed indicativo: “Poco iniciatico”. In tale punto vi è un pozzo che assomiglia ad una torre, per il fatto che è necessario scendere nove piani per raggiungere il fondo. Si tratterebbe, perciò, di una sorta di torre rovesciata, come simbolo di un viaggio iniziatico dello spirito. In fondo al pozzo si scorge incisa una rosa dei venti che sovrasta una croce templare o rosacrociana.  In quest’ottica si possono capire i motivi per i quali al pozzo sia stato conferito l’attributo predicativo di “iniziatico”.    Si crede, infatti, che nel ventre del pozzo, si perpetrassero i riti di iniziazione per entrare nell’Ordine Rosacroce della Massoneria portoghese, perchè quel luogo richiamava emblematicamente il grembo materno, dove ha inizio la nostra vita terrena. Nei dintorni di “Quinta da Regaleira”, vi sono molteplici siti preistorici che risalgono all’età neolitica, conferendo ancora più fascino a quel misterioso territorio, divenuto per una serie di motivi sede dell’Ordine dei Templari nel Basso Medioevo. A seguito della soppressione di quest’ultima congregazione, il dominio della zona passò all’Ordine Militare del Cristo, destinato poi a scomparire in circostanze non ancora del tutto chiarite. In realtà, al di là delle leggende legate al passato, l’attuale fisionomia del luogo è stata delineata da Antonio Augusto Carvalho che comprò la tenuta nel 1904, trasformandola in maniera progressiva e costante. La stessa professione di entomologo del nuovo proprietario esprime la sua passione per l’osservazione dei dettagli più minuziosi. 

La più grande attrattiva del palazzo è proprio rappresentata dal sistema dei “due pozzi”, denominati “ruota iniziatica” o “torri invertite”, cui abbiamo già accennato. In particolare, il pozzo iniziatico è formato da nove piattaforme che, secondo alcuni interpreti, sarebbero ispirate ai nove cerchi dell’inferno dantesco. Adiacente al palazzo, di grande pregio è la “Cappella della Santissima Trinità”, realizzata con pietra bianca e decorata all’interno con un mosaico, incarnando in pieno uno dei  migliori esempi dello stile manueliano. L’abito di cui è adorna la Vergine Maria, che potrebbe, invece, nascondere la personificazione della dea egizia Iside, tanto cara in ambienti ermetici, è colorato di bianco, di rosso e di blu, implicando evidenti riferimenti alchemici. All’interno della vasta tenuta, è collocata anche la fontana dell’abbondanza, la fontana dell’ibis e la torre circolare, da cui si può godere una vista privilegiata della città. Un misto di ammirazione e di tenerezza suscita la visione della scultura di Leda, posta a guardia della grotta omonima. La mitologia greca ci racconta che della fanciulla si innamorò follemente Zeus, che mutò le proprie sembianze in quelle di un bellissimo cigno per potersi unire con lei. Anche il cigno costituisce un importante simbolo iniziatico ed esoterico.

Le attrazioni

Il centro storico di Sintra è pieno di vie acciottolate ed edifici dipinti multicolori alla maniera tradizionale, dove nei locali più bassi si alterna una serie di bar a gestione familiare e negozietti che vendono prodotti tipici e ricavati dall’artigianato locale. Le strade del centro formano un dedalo intricato di piccoli vicoli stretti, archi, scale, piazzette che, pur presentando modeste dimensioni, si ispirano all’architettura dei principali palazzi della città. A circa 8 chilometri dal centro storico di Sintra, sorge il “Convento dos Capuchos” (Cappuccini), un edificio abbastanza piccolo, fatto edificare nel 1560 per ospitare soltanto un numero esiguo di monaci, destinati a vivere in ambienti molto angusti. Il luogo, per questo, conserva l’atmosfera mistica del passato, regalando al visitatore l’illusione di immergersi in tempi ed abitudini ormai superate. Ogni cella è rivestita di sughero, costringendo chi entra a piegarsi e a mettersi quasi in ginocchio.

Nei dintorni di Sintra vi sono località di incomparabile bellezza, come l’esteso parco naturale di Sintra-Cascais, che comprende una superficie di circa 1700 ettari. Il parco è disseminato di numerose ed imponenti dune di sabbia che fanno pensare al deserto del Sahara, nonchè di lagune, grotte, coste frastagliate fino ad arrivare al “Cabo da Roca” definito dal poeta Camoes come “il luogo in cui la terra finisce e comincia il mare”. Un pò come succede per i turisti che oltrepassano il circolo polare Artico, nel comprensorio di “Cabo da Roca” è possibile farsi stampare un “certificato” che attesta al turista il raggiungimento del punto più occidentale dell’Europa continentale, anzi per essere più precisi dell’intera estensione euro-asiatica. Rocce a picco sull’Oceano Atlantico e scarpate vertiginose fanno da sfondo alla sabbia delle dune ed alla vegetazione della vallata. Il paesaggio del parco è modellato dai venti che da millenni soffiano da occidente, rendendo il clima gradevole e temperato anche in piena estate. Per gli amanti della geologia, sul territorio del parco si possono ammirare reperti di straordinario interesse, come le dune fossili consolidate a Magoito ed Oitavos, nonchè i campi di formazione carsiche non lontano dalla rinomata località di Cascais. Tra i luoghi più suggestivi, però, non si puo dimenticare il pittoresco e fiabesco villaggio di Azenhas do Mar, che sorge su una cosiddetta “falesia viva”, frutto di un felicissimo connubio tra la natura e l’ingegno umano.

Le spiagge del parco, per la maggior parte circondate da ripide rocce, si susseguono lungo la costa, disegnando forme geometriche irregolari. Praia Grande è una delle tante spiagge che si affacciano sulla fascia litoranea del parco, dove sono state trovate una decina di tracce e di orme di dinosauri, successivamente catalogate ed isolate.  Altre spiagge, ciascuna con le sue caratteristiche peculiari, sono meta di moltissimi turisti soprattutto nel corso della caotica stagione estiva: Adraga, Samarra, Praia Das Macas o Guincho, dove è possibile praticare windsurf, surf o bodyboard, grazie alla costante esposizione ai venti atlantici.

In sintesi, a mio avviso, non sbagliano gli artisti e i poeti che hanno definito “magica ed incantata” la città di Sintra, colpiti dal suo fascino senza tempo e dai suoi colori che incarnano la vivacità ed il romanticismo.