Abissale, la canzone di Tananai: il significato del testo

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Una ferita, un dubbio. “Ma io vado bene cosi?” -che fatica la paura di deludere-è la domanda che ricorre per tutto il testo di Tananai, che intreccia le strofe e che anima la canzone.

Intervistato da Sofia Viscardi per VENTI si dirà sorpreso che un testo serio sia stato accolto favorevolmente: proprio lui, che aveva rischiato la metamorfosi in meme, lo scorso autunno ha deciso di tradurre in canzone una lettera molto personale.

Originario di Cologno Monzese, appena fuori Milano, Alberto Cotta Ramusino è nato nel 1995. Ha iniziato a lavorare nel settore musicale in un primo tempo come produttore: nel 2017 per la prima volta pubblica un album, “To Discover And Forget” con lo pseudonimo Not For Us.

Perchè meme?

Lo conosciamo perché nel 2021 è tra i tre vincitori dell’ottava edizione di Sanermo Giovani (con “Esagerata”). Grazie alla vittoria, accede al 72° Festival di Sanremo nel 2022 dove presenta “Sesso occasionale”.

Nonostante l’ultimo posto, in breve il cantante è diventato molto popolare per la sua simpatia. Hanno iniziato a circolare sui social screenshot dei suoi tweet ironici e video del suo grido sul palco di Sanremo l’ultima sera: “ci vediamo alla finale dell’Eurovision!”(dove sarebbe andato il vincitore ndr).

Da allora è stato invitato intervistato in diverse trasmissioni tv ma anche da autori di programmi su Youtube o podcast. L’estate del 2022 è stata segnata dal singolo la dolce vita con Fedez e Mara Sattei.

Finora il lato che abbiamo conosciuto è quello più ironico mentre l’ultimo singolo ha un tono invece particolarmente malinconico, non vuole sdrammatizzare: talmente serio che lascerà la storia accennata.

Ho letto diverse interpretazioni di questo testo: essendo così aperto, delineato solo da poche pennellate, credo che ognuno possa leggerci il significato che più gli si avvicina. Per me registra il passaggio all’età adulta: accettare che siamo imperfetti e dunque si, deluderemo.

Tananai - ABISSALE

Nel video, si rappresenta fermo nella folla: metafora di quando siamo paralizzati da dubbi su noi stessi e profondamente tristi non riusciamo a muoverci, neanche col pensiero, dalla sensazione che ci troviamo sopra a un abisso.

“Parlerò di un uomo ucciso
Non da una coltellata, bensì da un sorriso
Dovrebbero studiarlo bene nei licei
Discuterne tra gli scienziati”

La natura del sorriso la scopriremo più avanti: già sappiamo che è successo qualcosa di brutto, che divide una storia tra prima e dopo. Ed è così grave, così eclatante, che a chi scrive sembra che segni la storia: la sua, certamente, forse quella di tutti.

“Io che sono un indeciso
Lei che ammette se non ha mai letto un libro
Dovrebbero proteggerla come i musei
Come si fa tra innamorati”

Il testo prosegue con un apparente contrasto “io-lei”: io imperfetto perchè non so decidere, lei tranquilla con sè stessa. Che brava, si dice, chi scrive, è come un’opera d’arte, da ammirare con stupore.

E poi il primo pensiero che inchioda: “come si fa tra innamorati”. Manca un NOI in questa frase. Certo che chi scrive è innamorato, e ce lo fa intuire con l’ammirazione espressa, ma allo stesso tempo ha il dubbio di non comportarsi come un “innamorato giusto”.

Sulla natura dei suoi sentimenti Alberto elimina il dubbio non appena si rivolge alla destinataria:

“Io c’ho provato, amore
Ad essere speciale almeno un po’ per te
Ma non sono speciale
Vorrei fossi speciale almeno tu per me”

Perciò, sé la frase inizia con un senso di fallimento si conclude con la constatazione del proprio insuccesso: non sono speciale, sottinteso, come pensavo.

Ho fallito e questo senso di fallimento travolge tutto, fino a farmi chiedere se posso continuare a volerti bene, cioè se sono disposto a fare i conti ogni giorno con la sensazione di deluderti.

“Dimmi che ricorderai che eravamo proprio belli insieme
Ricorderai, ricorderai, ricorda, anche io ho sofferto come un cane
Cosa ci fai, cosa ci fai, cosa ci fai?
Dimmi, non vedevi che la differenza tra noi è una differenza… abissale?“

Ricordare, verbo ripetuto tre volte, è il verbo che identifica il continuare a esistere nei pensieri di qualcuno. Qui viene usato in due contrasti: prima/dopo, io/te.

Prima non ci conoscevamo così bene, non conoscevi la mia imperfezione ed eravamo belli; dopo abbiamo sofferto sia io che te. Oggi, il motivo di sofferenza è che io/te siamo separati da queste imperfezioni. Sotto testo: mi accetti comunque?

E qui puoi leggittimamente chiedermi perché dia per scontato che chi scrive non si sta allontanando. “Amore, ricorda, cosa ci fai” sono espressioni sparse nel testo che, come punti di un ago, se tirati comprimono la canzone in una richiesta appassionata di ESSERCI.

“Parlerò di una ragazza che uccise un uomo che stava guardando l’alba
Gli disse, “L’alba non si guarda mai da soli, mi siederò con te
Che sei un tipo strano come me che guardo sola i tramonti
Fammi vedere i tuoi mondi”

Infine, viene svelata la natura dell’omicidio finale: lei uccide lui nel momento in cui si siede con lui nonostante ci sia, ancora una volta, un apparente contrasto: alba/tramonti, gusti diversi, nature diverse.

Finchè siamo bambini o adolescenti, ci sentiamo chiamati a capire chi siamo, che qualità abbiamo, che cosa ci distingue. Solo dopo ci accorgiamo che siamo però anche molto imperfetti.

Un testo come questo, così appassionato e credo anche così addolorato, ci fa pensare che è necessario che la nostra imperfezione venga accettata affinché non diventi ostacolo, senso di difetto in ogni rapporto.

Esiste e la buona notizia è che è imperfetto anche l altro e anche lui va accettato.

“Abissale” è un quadro che tratteggia pochissimi punti di un rapporto profondo, lasciando che rappresenti un momento di consapevolezza e amarezza: ma nonostante non sappiamo nulla di chi scrive e della destinataria del messaggio, possiamo già escludere che anche lei sia imperfetta e dunque deludente rispetto a un’idea di perfezione.

Il punto è questo, che con i nostri difetti e sbagli dobbiamo conviverci: e che accettando noi accettiamo anche gli altri.