Goals: il libro di Gianluca Vialli è il miglior modo di ricordarlo

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“Se ti svegli senza un obiettivo, torna a dormire”

Gianluca Vialli.

Alcuni per la copertina, per l’autore che conosciamo o ne abbiamo sentito parlare, altri perché pensiamo siano adatti al momento che stiamo attraversando nelle nostre vite.

Credo che “Goals” di Gianluca Vialli possa chiamarci alla lettura per l’aura umile, umana ed elegante che l’autore emanava dentro e fuori dal campo di gioco.

Anche se da calciatore ricopriva il ruolo di attaccante, “Luca” era consapevole come pur di raggiungere i suoi obiettivi -in inglese goals- dovesse “lavorare come Oriali”, e tutto questo ce l’ha raccontato in “Goals 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili”.

No, Vialli non ci ha raccontato novantanove storie autobiografiche, ma storie di sportivi -non necessariamente noti ad esempio quella che riguarda l’alpinista Jerry Kukuczka- che hanno raggiunto traguardi da essere raccontati. Non sempre però la vittoria è protagonista in “Goals”, anche se la storia di Eugenio Monti, bobbista, che alle Olimpiadi di Innsbruck del 1964 diede il suo bullone di riserva all’equipaggio inglese per dargli la possibilità di gareggiare, vale più di mille vittorie.

Sono storie di consapevolezza, di meditazione, dato che ognuno dei novantanove racconti è preceduto da una frase motivazionale che ben si adatta con la storia che ci appresteremo a leggere.

A dire il vero quelle di “Goals” sembrano favole, non sempre a lieto fine, ma con una morale da tenere a mente, come le novantanove frasi scelte da Gianluca Vialli.

“Voglio che mostrino coraggio, altruismo, continuità e fame”
“Però ci vuole grande umiltà, la maglietta io glielo dico sempre -riferendosi a giocatori- è in prestito bisogna sudarci dentro e poi restituirla”.

Questa frase non è una delle novantanove: Vialli la disse in “Sogno Azzurro” docu-film della Rai sulla vittoriosa spedizione azzurra ad Euro 2020 -dove ricopriva il ruolo di capo delegazione della nazionale guidata dal suo gemello di calcio Roberto Mancini- e credo che sintetizzi  l’intento di “Luca” nell’ispirarci attraverso le pagine del suo libro, uscito quasi tre anni prima -27 novembre del 2018- dell’Europeo. Ecco, forse data la vittoria degli azzurri credo che il libro abbia ispirato anche loro.

La storia di Gianluca Vialli non ha avuto il lieto fine che ci auguravamo, ma la sua vita, come le maglie di calcio che ha indossato nella sua carriera calcistica, è stata tutto fuorché priva di sudore sul campo e fuori. È stato un grande esempio e sarà fonte d’ispirazione a chi nella vita vorrà  fare Goal, o perlomeno provare a tirare in porta ogni giorno pur di raggiungere il proprio obiettivo o fare goal che è la stessa cosa.