Come un Padre: il documentario su Carlo Mazzone (e il calcio romantico)

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Sono diventato romanista per una vittoria ed una sconfitta: la vittoria sulla Lazio nel derby capitolino del 27 novembre 1994 e la sconfitta contro lo Slavia Praga il 19 marzo del 1996.

Il comun denominatore di quelle partite era l’allenatore della compagine giallorossa: Carlo “Carletto” Mazzone che, ironia della sorte, il giorno dell’eliminazione dalla Coppa Uefa subita dallo Slavia Praga, compiva gli anni.

Carlo Mazzone è nato a Roma il 19 marzo del 1937, nel giorno della festa del papà: un segno del destino da parte di un allenatore venerato dai suoi giocatori come fosse un padre, pronto a prepararli in quelle che non erano solo delle semplici partite di pallone, ma “prove di vita” da affrontare.

“Come un padre” è un documentario diretto da Alessio Di Cosimo ed è incentrato sulla vita del mister romano sui campi di calcio che l’hanno visto protagonista dentro e fuori dal campo.

COME UN PADRE trailer

Nei suoi 78 minuti di durata “Come un padre” si è avvalso di un parterre di ospiti d’eccezione: Josep Guardiola, Francesco Totti, Roberto Baggio, Andrea Pirlo e molti altri calciatori e addetti ai lavori che hanno incrociato le loro strade con quella di Carlo, anzi, Carletto.

È un documentario molto semplice che senza troppi fronzoli ci arriva dritto al cuore, soprattutto a “noi” che amiamo un calcio romantico.

Ci insegna come la coerenza, la dedizione e l’impegno nelle proprie passioni semini tanti frutti e che, anche se non saranno frutto di successo, porteranno una gloria ben più grande di qualsiasi riconoscimento prestigioso: aver trasmesso agli altri il proprio fuoco, la propria missione.

Fuoco che non si assopisce neanche ad ottantacinque anni, perché quando vivi tutta la tua vita per una passione te la porterai appresso anche nella tomba. Proprio come “Er sor magara” che lì, sulle gradinate dello Stadio Del Duca ripensa con lo scintillio negli occhi, alla Passione che l’accompagna da quando è sortito fuori al mondo, che l’ha portato a giocare ed allenare la squadra che tifava da bambino. E solo ripensare ai gradini dell’olimpico gli suscita un’emozione tale che  una volta provò a spiegarla a Sir Claudio Ranieri con queste parole “Se non sali quei gradini, non puoi dire di avere fatto l’allenatore fino in fondo”.

Carletto si è impegnato fino in fondo per onorare la sua missione, e le sue 797 panchine in serie A (792 + i cinque spareggi) ne sono un’ulteriore riprova di questo.

Ed anche se un giorno il suo record verrà battuto, la sua Passione, il sorriso e l'”aò” che gridava a squarciagola, ci rimarranno impressi come lo scintillio nei suoi occhi che sono con lui dal 19 marzo del 1937.

Come un padre” Carlo ci ha trasmesso tutto questo, e l’ha insegnato anche a suo padre che sebbene avesse paura per il destino di suo figlio, giovane calciatore dell’A.s Roma, conservava ogni ritaglio di giornale.

Sì, le passioni vincono su ogni cosa.

Grazie papà