Oceans Songs dei Dirty Three: la musica ispirata dal mare

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Respirare profondamente, senza farsi prendere dalle emozioni che a volte irrompono come maremoti incontrollabili. La respirazione ha bisogno di ritmo, flusso, un andirivieni come lo sciabordio delle onde.

Scusatemi per questo piccolo preambolo, ma alla fine si tratta sempre di musica, e credo per giunta che sia inerente all’album di cui vi parlerò tra qualche riga.

“Ocean Songs” dei Dirty Three è un album del 1998: un concept dedicato al mare. 

Nessuna parola, solo musica da parte della band australiana guidata dal violinista il cui nome vi dirà qualcosa: Warren Ellis.

Il suo modo di suonare il violino è così affascinante, e lo dico pur non capendoci nulla riguardo allo strumento, ma ecco quando Warren suona, Spicca e spacca.

Distorto, risonante e magnifico.

La musica proposta dai Dirty Three in Ocean Songs è meditativa, struggente, dove ogni strumento sembra essere accordato: la batteria di Jim White dove le sue spazzole ci ricordano le onde che si infrangono; la chitarra di Mick Turner presente e cogitabonda come se stesse scrutando l’orizzonte ed ovviamente il violino di Warren che ci fa tuffare nelle emozioni di questo disco.

Dirty Three - Deep waters (Ocean songs, 1998)

Citando alla lettera una traccia di Ocean Songs, questa raccolta nel disco è “Autenthic Celestial Music”.

Una musica che va con la prua della nave che va incontro alle onde e nel mentre si guardano le sue increspature, e magari i delfini che spuntano dall’acqua guizzando ai nostri occhi, facendoci meravigliare di quanto sia bella la natura. Eppure come la musica ce l’abbiamo davanti ogni giorno, ma spesso non ce ne rendiamo conto e ci affanniamo andando in iperventilazione.

Inspirando ed espirando con il proprio ritmo però possiamo andare anche in acque profonde, anche se è veramente difficile rimanere “indifferenti” all’ascolto di “Deep Waters”. Un po’ come quando la mattina presto, prima dell’alba si arriva davanti al mare e ci si perde nel suo suono d’ambiente: il garrito dei gabbiani, lo sciabordio delle onde e il nostro respiro profondo. E intanto sorridiamo.