Fede, Speranza e Carneficina: un libro per capire Nick Cave

Posted by

In “Fede, speranza e carneficina” Nick Cave -grazie alle domande di Sean O’Hagan: coautore del libro e moderatore della conversazione con “il re inchiostro”-  ci ha parlato dell’ultimo periodo della sua vita, -ovviamente il libro è molto di più rispetto le parole che ho utilizzato per “presentarlo”-  e come i lutti inevitabilmente gliel’abbiano cambiata inevitabilmente in ogni sua sfera: artistica, umana e religiosa. 

“Fede, speranza e carneficina” ci dà modo di osservare più da vicino l’uomo e l’artista Nick Cave. È un libro così profondo, così motivazionale -senza avere la pretesa di esserlo-, così ispiratore e meravigliosamente vulnerabile.

Leggerlo è un’esperienza gratificante che ci fa venire la voglia di riascoltarlo con “altre orecchie” ed altri occhi, soprattutto dopo aver letto il passaggio in cui ci spiega la genesi di “Spinning Song”.

La morte è una piuma che orbita intorno a noi prima di fermarsi. A Susie Bick, moglie di Nick Cave le è capitato di vederla fermarsi sul tavolo della sua cucina. Era lì quando il telefono squillò per annunciare la morte di Arthur; suo figlio.

Questa piuma d’uccello ha spiccato il volo dal ramo più alto dell’albero piantato dalla moglie di Elvis Presley, per arrivare sul tavolo della cucina di casa sua, dove sua moglie era seduta al tavolo ad ascoltare la radio, senza immaginare lontanamente di ascoltare di lì a poco una notizia così devastante.

Nick non può far altro che manifestarle il suo amore e rassicurarla: “Peace will come, a peace will come, a peace will come in time”.

Nello stesso periodo in cui Arthur cadde da una scogliera vicino la loro casa di Brighton, -estate del 2015- Nick Cave stava scrivendo i brani che poi sarebbero andati a formare “Skeleton Tree”, -ancora l’albero- un albero fatto di scheletri che si apre con una canzone a dir poco profetica il cui inizio è terrificante: “Sei caduto dal cielo, precipitato su un campo vicino al fiume Adur”. Qualche anno dopo Nick ha “trasposto” il dolore per la perdita di Arthur in questa “Spinning Song”, dove quella dannata piuma, come un macigno è precipitata sulle loro vite, distruggendole, ma senza precludere loro la possibilità di “ricostruirle” in un nuovo modo esorcizzando la signora in nero.

Scrivere una canzone del genere partendo da un immagine, da una casa quella di Elvis per arrivare alla propria è qualcosa che affascina e genera meraviglia: leggere un testo come Spinning Song  è come leggere un racconto letterario, ed un’ulteriore conferma di quanto Nick Cave sia un artista straordinariamente umano.

“Per me, la vulnerabilità è essenziale per una crescita spirituale e creativa, laddove essere invulnerabili significa essere chiusi, rigidi, meschini. La mia esperienza creativa nella musica e nella scrittura delle canzoni trae enorme forza dalla vulnerabilità. Sei aperto all’avvento di qualsiasi cosa, inclusi il fallimento e la vergogna. C’è sicuramente una vulnerabilità in questo, e un’incredibile libertà”.