The Stranger: la storia vera di Daniel Morcombe

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L’omicidio di Daniel Morcombe è un caso particolarmente tragico e disturbante che ha segnato la cronaca Australiana del nuovo millennio. Una vicenda caratterizzata da una serie di casualità, un mistero durato quasi otto anni fino alla cattura di un individuo che è la vera e propria raffigurazione del male. Una storia vera che ha ispirato il film Netflix The Stranger, uscito ad Ottobre 2022.

La scomparsa di Daniel Morcombe

Queensland, Australia, anno 2003. Daniel Morcombe è un ragazzo di 13 anni che risiede a Palwoods, nella regione della Sunshine Coast, insieme ai genitori e ai due fratelli. Daniel è un giovane tranquillo, riservato e di buona indole. È in ottimi rapporti con la famiglia e conduce una vita serena.

Siamo a Dicembre e in Australia si tratta a tutti gli effetti di un mese estivo. Durante questo periodo Daniel ha trovato lavoro insieme ai fratelli per raccogliere della frutta nella proprietà di un residente di Woombye. La mattina del 7 Dicembre i giovani svolgono il loro impiego come di consueto e, una volta terminato, fanno ritorno a casa.

Alle ore 13:00 Daniel esce dall’abitazione e si reca a piedi al collegamento stradale di Nambour, alla fermata dell’autobus. Il suo programma è di prendere il bus per dirigersi al centro commerciale di Sunshine Plaza ad acquistare i regali di Natale per la famiglia. Il ragazzo attende il mezzo sotto a un cavalcavia.

Sono le 16:00 quando i signori Morcombe fanno ritorno a casa, accorgendosi che Daniel è assente. Il padre si reca per ben due volte ad attendere il ritorno del figlio alla fermata dell’autobus, ma del giovane non c’è nessuna traccia. Alle 19:30 si dirigono alla stazione di Polizia per denunciare la scomparsa.

I genitori continuano a cercare, chiedono notizie agli amici di Daniel ma nessuno l’ha visto. La mattina seguente le autorità iniziano le ricerche, ricevendo una serie di testimonianze secondo le quali il tredicenne sarebbe stato visto alla fermata del bus insieme a un uomo e altri testimoni dichiarano di aver avvistato un veicolo sospetto aggirarsi nella zona. Il timore che sia accaduto qualcosa di sinistro si fa sempre più consistente.

Gli agenti iniziano a interrogare una serie di predatori sessuali. Le indagini si concentrano in particolare su due nomi.

Douglas Jackway, ventiseienne con alle spalle due episodi di violenza sessuale nei confronti di minori. La sua auto assomiglia a quella avvistata il giorno della scomparsa di Daniel. Tuttavia ha un alibi per quel giorno e con il passare del tempo l’idea iniziale di un suo coinvolgimento comincia a farsi meno convincente. Non è lui ad aver rapito il giovane.

Viene interrogato Brett Peter Cowan, 34 anni, residente a Beerwah. L’uomo nega ogni coinvolgimento, tuttavia il sospetto degli inquirenti rimane. Indagando sulla sua storia e sui suoi precedenti non è difficile capire i motivi per cui attira l’attenzione degli agenti.

Brett Peter Cowan

Nato il 18 Settembre 1969 a Bunbury, figlio di un principale dell’esercito, è il terzo di quattro fratelli. Il genitore è spesso assente a causa del suo impegno nell’armata militare e Brett cresce per la maggior parte del tempo insieme alla madre.

Il bambino rivela un carattere difficile e ribelle che si protrae fino all’adolescenza. Frequenta una scuola cattolica, ma a 16 anni abbandona gli studi e inizia a lavorare. In questo periodo comincia anche a praticare attività illegali come uso di stupefacenti e furti. Attività che proseguono fino a quando viene catturato dalla Polizia. Per estinguere i suoi reati sarà mandato a svolgere lavori socialmente utili al parco pubblico di Brisbane.

Il 5 Dicembre 1987, durante il servizio, approfitta di un bambino di sette anni portandolo all’interno di una cabina dei bagni e violentandolo sessualmente. In seguito a questo episodio Brett viene condannato a due anni di prigione, tuttavia dopo un anno sarà rilasciato.

Purtroppo i suoi impulsi deviati non sono spariti e nel Settembre 1993 si rende protagonista di un’altra vicenda terribile. Stavolta Cowan prende di mira un bambino di sei anni, portandolo in un piazzale e abusando di lui. La vittima viene lasciata all’interno di una macchina abbandonata. A causa della violenza dell’atto riporta un polmone perforato e molteplici lesioni sul corpo. Per fortuna riesce a trascinarsi fino a una stazione di benzina, dove viene avvistato e messo in salvo.

Brett Cowan sarà condannato a sette anni di reclusione. Anche in questo caso però gode di uno sconto di pena e dopo tre anni e mezzo di carcere torna in libertà nel 1998. Una volta scarcerato inizia un percorso di redenzione che lo porta ad avvicinarsi al cristianesimo. La religione assume un ruolo importante nella sua vita e comincia a frequentare ambienti ecclesiastici, in questo modo conosce una ragazza di 29 anni con cui inizia una relazione. Il rapporto tra i due sfocia in matrimonio e la coppia dà alla luce due figli.

Brett trova lavoro in un’impresa di sabbiatura e si dimostra un dipendente affidabile e diligente. Qualcosa sembra essere cambiato nella psicologia di Cowan, ma purtroppo è una mutazione soltanto apparente, come si scoprirà in seguito. Nel 2003 i rapporti con la moglie si incrinano e questo porterà al divorzio nel 2004. Parallelamente Brett smette di frequentare la chiesa.

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Alla ricerca di Daniel Morcombe: operazione “Mr. Big”

Brett Cowan rimane uno dei principali indiziati per molti anni a causa della sua vicinanza alla zona della scomparsa, tuttavia in mancanza di prove la Polizia non può procedere nei suoi confronti.

Nel 2011 gli investigatori decidono di ricorrere all’operazione chiamata “Mr. Big”, la quale consiste nel raggruppare una serie di agenti sotto copertura che, fingendosi membri di una gang malavitosa, hanno lo scopo di attirare nelle loro operazioni criminali fittizie il sospettato di turno. Una volta conquistata la sua fiducia tentano di raccogliere dettagli e confessioni. Gli inquirenti organizzano il tutto e riescono a intrappolare Cowan nella loro rete, coinvolgendolo in una serie di attività illegali fasulle. Dopo quattro mesi di “collaborazione” Brett viene convocato dal boss della gang (in realtà un agente sotto copertura) il quale gli riferisce di aver saputo che la Polizia è sulle sue tracce per il caso di Daniel Morcombe, manifestando la sua disponibilità a fornirgli un alibi e a far sparire le prove se gli avesse rivelato un suo eventuale coinvolgimento. La trappola funziona e l’uomo confessa di aver ucciso Daniel, dichiarandosi pronto a portare i membri dell’organizzazione sul luogo dove ha nascosto il cadavere. Appena arrivati sul posto, una zona boschiva nell’entroterra della Sunshine Coast, Cowan trova gli agenti ad attenderlo e viene immediatamente arrestato. Le ricerche sul luogo confermano quanto detto dal sospettato, in quanto vengono ritrovati i resti di Daniel.

A questo punto è possibile ricostruire in maniera completa gli eventi di quel tragico 7 Dicembre 2003. Daniel si dirige alla fermata dell’autobus ma il bus che sarebbe dovuto passare ha un guasto meccanico e non parte. Il ragazzo attende il mezzo successivo, stavolta passa ma l’autista non riesce a fermarsi in tempo, tuttavia comunica al conducente di un altro autobus che stava facendo la stessa tratta di fermarsi e far salire il giovane. Dopo pochi minuti arriva l’altro mezzo ma a quella fermata non c’è più nessuno. In questo breve lasso di tempo un uomo ha notato Daniel e si è accostato con la sua macchina per offrirgli un passaggio. Il guidatore del veicolo è Brett Peter Cowan e i suoi piani sono in realtà decisamente più malefici. Fa salire il giovane e lo porta in un prefabbricato nella zona di Beerwah. In questo luogo tenta di aggredire sessualmente il ragazzo, quest’ultimo reagisce cercando di divincolarsi, a questo punto Cowan lo strangola a morte. Successivamente nasconde il corpo senza vita in una zona isolata, gettando i vestiti della vittima in un fiume.

Conclusione

Il processo nei confronti di Brett Peter Cowan inizia il 10 Febbraio 2014. L’uomo si dichiara innocente ma le prove nei suoi confronti sono decisamente schiaccianti. il 14 Marzo dello stesso anno l’imputato viene condannato all’ergastolo senza la possibilità di libertà sulla parola per 20 anni.

Termina così, dopo una lunga e complessa indagine, questa triste vicenda. Alla fine di tutto ciò resta un grande senso di amarezza per una giovane vita spezzata dalla mostruosità di un individuo fuori controllo e senza scrupoli.

I genitori della vittima hanno sempre dimostrato una grande umanità e nel 2005 hanno fondato un’associazione benefica chiamata Daniel Morcombe Foundation, la quale ha lo scopo di promuovere l’educazione alla sicurezza dei bambini, assistere le vittime di crimini e tenere viva la memoria di Daniel.

Fonte:

murderpedia.org – Brett Cowan