Colonial Parkway Murders: otto cadaveri in cerca di giustizia

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Colonial Parkway è il nome ufficiale di una strada panoramica che si estende per circa 37 km in Virginia, negli Stati Uniti. Caratterizzata da una vasta vegetazione, costellata da aree di sosta con vista sul panorama e allestite con cartelli che danno una descrizione di ogni scenario. Una zona bellissima e molto suggestiva.

Nella seconda metà degli anni Ottanta in questa porzione di paradiso e nelle sue aree limitrofe si è verificata una sequenza di fatti terribili che ancora oggi rimangono senza una spiegazione. Otto giovani vite perse a causa di una o più mani assassine.

Partiamo dalla ricostruzione dei fatti.

Cathleen Thomas e Rebecca Dowski

12 Ottobre 1986. Un uomo sta facendo jogging sulla sponda del fiume York quando si trova davanti a una scena abbastanza particolare. Una Honda Civic bianca appesa lungo l’argine e immersa nei cespugli. Sul bordo dell’argine è situato uno dei numerosi parcheggi della Colonial Parkway. Avvicinandosi scopre una situazione agghiacciante. All’interno della vettura ci sono due donne senza vita.

Cathleen Thomas, 27 anni e Rebecca Dowski, 21 anni. Una coppia di ragazze fidanzate che erano state viste insieme per l’ultima volta il 9 Ottobre.

Entrambe sono state strangolate con una corda. Sembra che anche i loro polsi fossero stati legati. Le vittime sono morte soffocate ma l’assassino ha infierito sui corpi tagliando con un coltello la loro gola da un orecchio all’altro. Nel caso di Cathy il taglio era così profondo da giungere quasi alla decapitazione.

Sulla scena del crimine ci sono tracce di gasolio, un elemento che fa presupporre che il killer avesse tentato di dare fuoco all’auto e che, non riuscendoci, l’abbia spinta verso la discesa. Tra le unghie di Cathy sono presenti dei capelli, presumibilmente appartenenti all’assalitore. Vengono recuperate anche 150 impronte digitali parziali. Nessun segno di violenza sessuale, non era stato rubato niente ma il portafoglio di Cathy era stato tirato fuori dalla borsa.

Un duplice omicidio atroce e inspiegabile, con una serie di elementi indeterminati che rendono difficile qualsiasi interpretazione di questo terribile crimine.

David Knobling e Robin Edwards

19 Settembre 1987. Nel parcheggio del Ragged Island Wildlife Refuge viene trovato un pickup nero in stato di abbandono. Il finestrino del lato guida è per metà abbassato, la radio è accesa, i tergicristalli sono in funzione. All’interno del veicolo sono presenti una serie di indumenti da uomo e da donna, oltre a un portafoglio situato sul cruscotto. Circostanze decisamente singolari che fanno accendere un campanello di allarme. Cosa può essere successo?

23 Settembre. Un jogger sta correndo lungo la spiaggia che costeggia il fiume James quando improvvisamente si imbatte davanti a due corpi senza vita. Si tratta di David Knobling, 20 anni e Robin Edwards, 14 anni. Entrambi sono stati uccisi con colpi di pistola alla testa. David è stato raggiunto anche da un proiettile sulla parte posteriore della spalla.

Le vittime sono state ammazzate a quasi due chilometri di distanza dal luogo in cui venne ritrovato il pickup di David. Avrebbero quindi percorso un sentiero vicino a dove era stata lasciato il veicolo prima di essere uccisi. L’ipotesi più probabile è che il killer li abbia condotti forzatamente in quel luogo minacciandoli con la pistola.

Un altro bizzarro e inquietante duplice omicidio, a distanza di poco più di undici mesi dall’assassinio di Cathy e Rebecca.

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Keith Call e Sandra Hailey

9 Aprile 1988. È un Sabato sera ed è il primo appuntamento per Keith Call e Sandra Hailey, due studenti rispettivamente di 20 e 18 anni. I due si incontrano per trascorrere la serata insieme.

10 Aprile. È mattina quando la macchina di Keith viene avvistata lungo la Colonial Parkway. Al suo interno non c’è nessuno ma sono presenti i vestiti di entrambi i ragazzi. Oltre agli indumenti è presente la borsa di Sandra ,il portafoglio di Keith, un orologio da uomo e un paio di occhiali. Le autorità si mettono alla ricerca dei due giovani ma non viene rinvenuta nessuna traccia. Entrambi non frequentavano la Colonial Parkway e tra gli investigatori prende sempre più forma l’idea che l’auto sia stata lasciata in quella zona dalla persona responsabile della loro scomparsa e che l’azione criminale si sia consumata in un altro luogo.

Le ricerche proseguono ma senza esiti e fine Maggio vengono interrotte. I ragazzi non sono mai stati ritrovati, almeno fino a oggi.

L’ipotesi più diffusa è che siano rimasti anch’essi vittime dell’assassino della Colonial Parkway, viste le similitudini con i precedenti casi. Qualcosa di oscuro stava accadendo in quelle zone e l’ombra di un serial killer iniziava a prendere forma.

Daniel Lauer e Annamaria Phelps

Nella notte del 5 Settembre 1989 Daniel Lauer, 21 anni, è in viaggio con la sua macchina insieme ad Annamaria Phelps, 18 anni, la fidanzata di suo fratello.

Da quel momento in poi nessuno ha più notizie di loro. La loro auto viene rinvenuta in un’area di sosta nella contea di New Kent dell’autostrada I-64, a una sola uscita dalla Route 155, un percorso costellato dalla boscaglia. La borsa di Annamaria è nell’auto ma il portafoglio risulta mancante e il suo fermaglio per capelli è stranamente appeso al finestrino del lato guida. La situazione è piuttosto anomala e nessuno sa dove si trovano i ragazzi. Sembrano svaniti nel nulla come la coppia dell’anno precedente.

Un mese e mezzo dopo, in un’area boschiva a circa 1,5 km dall’area di sosta in cui era abbandonata l’auto, vengono rinvenuti i resti di Daniel e Annamaria, nascosti da una coperta. Non è possibile stabilire la causa della loro morte ma sembrerebbe che su Annamaria ci fossero segni di accoltellamento.

Un altro duplice omicidio. Nell’arco di poco più di tre anni otto persone hanno perso la vita o sono scomparse in circostanze misteriose lungo quella strada e nelle zone contigue. Sullo sfondo aleggia una domanda: c’è la solita mano dietro a questi quattro casi oppure si tratta di vicende scollegate tra di loro e accadute per coincidenza tutte in zone piuttosto vicine?

Seguendo l’analisi dei fatti effettuata dal giornalista investigativo Gian J.Quasar è possibile formulare un’ipotesi in merito.

Le tracce invisibili

Una coppia strangolata e sgozzata, un’altra coppia uccisa a colpi di pistola, in un caso i corpi non vennero mai ritrovati e infine per uccidere gli ultimi ragazzi sembra che l’assassino si sia avvalso dell’utilizzo di un coltello. Il modus operandi differisce ma questo non indica necessariamente un responsabile diverso per ogni vicenda ma potrebbe anche evidenziare la presenza di un serial killer che adatta il suo modo di agire in base alle circostanze, evolvendo nelle sue esecrabili capacità criminali.

Tutte le scene del crimine sono raggiungibili dalla I-64.

La vittimologia sembra accomunare i casi, ovvero giovani coppie che viaggiano in macchina. Sembra esserci un comune denominatore anche nel modo in cui l’assassino ha tentato di cancellare le tracce dei suoi atti dopo aver commesso i fatti. Nel primo caso cercando prima di dare fuoco all’auto e in seguito lanciandola verso la discesa, come per simulare un incidente. Nel secondo caso uccidendo le vittime a distanza dal loro veicolo, verso una zona più isolata. Probabilmente la terza volta è riuscito pienamente nel suo intento non facendo mai ritrovare i corpi mentre nell’ultimo caso sarebbe stato meno fortunato in quanto i cadaveri vennero scoperti, seppure nascosti, a distanza di un mese e mezzo.

Anche il modo in cui venivano lasciati i veicoli fa presumere un collegamento tra le vicende. In tre occasioni al loro interno vennero trovati i vestiti e qualche effetto personale delle vittime. In tutti e quattro i casi sembra esserci una manomissione di alcuni oggetti, talvolta sottratti e talvolta lasciati in una posizione diversa da quella in cui presumibilmente avrebbero dovuto essere. Sembra a tutti gli effetti una messa in scena perpetrata dall’assassino, forse con l’intento di prendersi gioco delle autorità che gli davano la caccia. Seguendo questa linea di ragionamento inizia a profilarsi la figura di un assassino seriale molto meticoloso, che ha studiato nei minimi particolari i suoi atti. Un soggetto che voleva sussurrare la sua presenza senza mai manifestarsi palesemente nel suo disegno crudele e perverso.

Conclusione

Qualunque sia la verità ci auguriamo che prima o poi, anche grazie all’evoluzione delle scienze forensi, possano arrivare delle risposte per la giustizia delle vittime e dei familiari.

Il fratello di Cathleen, Bill Thomas, gestisce insieme a Kristin Dilley la pagina facebook Colonial Parkway Murders che ha lo scopo di mantenere viva la memoria delle vittime e non far abbassare l’attenzione sul caso. Entrambi sono anche i presentatori del podcast Mind Over Murder.

Fonti:

The Quester Files – The Phantom of Colonial Parkway
Unresolved – The Colonial Parkway Murders