Tra le varie tipologie di assassini seriali ne esiste una particolarmente rara e disturbante. Si tratta di soggetti che dopo aver ucciso la vittima hanno l’abitudine di lasciare il cadavere in una strana posizione con l’obiettivo di dare sfogo a una propria perversione e/o impressionare coloro che scopriranno le sue atrocità.
Uno degli esponenti più rappresentativi di questa categoria è George Waterfield Russell.
L’assassino dell’Eastside
23 Giugno 1990. Sembra una giornata normale a Bellevue, nello Stato di Washington.
Un commesso del McDonald si dirige sul retro del locale per gettare la spazzatura nel cassonetto, trovandosi davanti a qualcosa di strano. In mezzo al vicolo giace una figura posizionata in maniera bizzarra. Inizialmente pensa a un manichino ma avvicinandosi si accorge della gravità di quella circostanza: si tratta di una donna in carne e ossa.
Cosa le è successo?
Il testimone chiama immediatamente la Polizia. Gli agenti arrivano sul posto. I primi rilievi fanno emergere la reale natura di quella situazione. La donna è stata uccisa.
Il cadavere, quasi completamente nudo, giace in una posizione piuttosto inusuale. Disteso sulla schiena, i piedi e le braccia sono incrociati, la testa è girata verso sinistra. Sull’occhio destro è stato appoggiato un contenitore di salsa e sotto le mani è presente una pigna.
Una serie di elementi bizzarri.
Per quanto riguarda la causa di morte, risulta che la vittima sia stata brutalmente picchiata e aggredita sessualmente. La donna è deceduta in seguito a un forte colpo ricevuto sulla parte destra della testa, perpetrato con un oggetto contundente. Risulta anche che l’assassino l’abbia strangolata post-mortem.
In seguito il corpo senza vita viene identificato. Si tratta di Mary Ann Pohlreic, ventisettenne residente a Redmond. Vengono avviate le indagini sul suo omicidio.
Le analisi sul cadavere illustrano una dinamica mista in cui il killer ha agito in un primo momento in preda a una furia cieca, mosso da una brutale collera e in seguito alla morte della vittima ha operato in modo freddo e organizzato mettendo in posa il corpo, forse per soddisfare una sua fantasia deviata.
Si è trattato di un episodio singolo oppure nella zona di Bellevue c’è un soggetto pericoloso che ha intenzione di ripetere i suoi terribili atti?
9 Agosto 1990. Alla Polizia giunge la segnalazione riguardante una donna trovata morta all’interno della propria abitazione. Gli agenti si dirigono a casa di Carol Beethe, barista trentacinquenne residente a Bellevue. Quando arrivano sul posto, si trovano davanti a una scena profondamente disturbante.
Il cadavere, completamente nudo a eccezione delle scarpe, presenta segni di morsi sulle braccia. Una busta di plastica le è stata avvolta sulla testa che è stata in seguito coperta con un cuscino. Le gambe sono allargate e all’interno della vagina è stata inserita la canna di un fucile. La donna è morta in seguito a colpi di arma contundente sul cranio.
Un omicidio spaventoso.
Emergono le analogie con il caso di Mary Ann Pohlreic, sia per quanto riguarda il metodo di uccisione sia per la manipolazione del cadavere post-mortem con cui l’assassino ha creato una messinscena agghiacciante.
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C’è un serial killer in libertà?
3 Settembre 1990. Il proprietario di un palazzo situato a Kingsgate decide di fare visita ad Andrea Levine, una ragazza di 24 anni che risiede in uno dei suoi alloggi. L’uomo vuole avvisarla del fatto che qualche giorno prima aveva visto un uomo aggirarsi in prossimità della sua finestra e che poteva trattarsi di un ladro.
Appena entra nell’appartamento si trova davanti a qualcosa di inimmaginabile.
La giovane è sdraiata sul letto, nuda, con le gambe divaricate e un libro nella mano sinistra, intitolato More Joy of Sex. La parte posteriore del cranio è sfondata. Sulla vittima sono stati inferti tramite un coltello circa 250 tagli che attraversano tutto il corpo. Un sex toy le è stato inserito all’interno della gola.
Una scena del crimine che fa accapponare la pelle.
Ormai non ci sono più dubbi. L’intera area è sotto la minaccia di un soggetto perverso con una firma omicidiaria assolutamente singolare. Gli investigatori devono porre fine alle sue folli intenzioni prima che possa colpire di nuovo.
La Polizia interroga molte persone ma tutte sembrano avere un alibi per i giorni in cui si sono consumati i delitti. Inizialmente le indagini sembrano non portare da nessuna parte. Non passerà molto tempo però prima di arrivare alla pista giusta.
Il 12 Settembre giunge una segnalazione importante.
Gli agenti vengono messi al corrente della presenza di un uomo che si sta aggirando lungo le residenze del quartiere in maniera sospetta. Una volta arrivati sul posto riescono a fermarlo e in seguito a identificarlo: si chiama George Waterfield Russell, 32 anni, con precedenti di furto e spaccio di droga.
Gli inquirenti cominciano a investigare sulla sua figura. Risulta che fosse un assiduo frequentatore dei bar in cui erano state viste in vita le vittime per l’ultima volta. Sembra che ci provasse frequentemente con molte ragazze e che non reagisse particolarmente bene in caso di rifiuto.
L’appartamento di Russell viene perquisito. Nel suo zaino vengono trovate ciocche di capelli compatibili con quelli di Andrea Levine. La prova definitiva arriva dal test del DNA sullo sperma rinvenuto sul corpo della prima vittima. La traccia corrispondeva esattamente al codice genetico di George Waterfield Russell.
L’assassino è stato individuato.
George Waterfield Russell

Nato in Florida da una famiglia afro-americana nell’Aprile 1958. Dopo soli sei mesi dalla sua nascita i genitori si separano e il bambino viene affidato ai nonni e agli zii a periodi alterni. Una situazione che va avanti fino ai sei anni, quando la madre si presenta con un nuovo marito e porta George a vivere insieme a loro. La nuova famiglia si stabilisce a Mercer Island.
La sua vita prosegue normalmente fino a quando iniziano a sorgere problemi nella relazione coniugale e la madre se ne va lasciando il figlio a vivere insieme al patrigno, all’età di 16 anni. Dopo questo evento George inizierà ad assumere una condotta fuori dalle righe, comincia a fare uso di alcolici e sostanze stupefacenti e spesso salta la scuola.
Frequenta un gruppo di ragazzi che hanno l’abitudine di entrare nelle case a rubare. Questa attività gli costerà numerosi notti passate in carcere.
George ha 17 anni quando il patrigno si risposa. Il rapporto tra il ragazzo e la matrigna si rivela molto burrascoso e alla fine George si trova costretto ad abbandonare la casa. Rimasto da solo si sposta a Bellevue, proseguendo nella sua carriera di ladro. Non ha una sistemazione fissa ma grazie al suo carattere aperto e solare riesce a stringere numerose amicizie nella zona e a farsi ospitare a dormire nelle varie case.
Quando compie 21 anni inizia a frequentare bar e locali notturni. In questi luoghi comincia a osservare e studiare i movimenti delle ragazze.
Russell nutriva in segreto un profondo odio verso le donne: in loro rivedeva la madre e la matrigna che lo avevano abbandonato durante il corso della sua vita. Qualsiasi esponente del sesso femminile rappresentava il male nella sua psiche e per questo riteneva di doverlo estirpare.
Nel corso dei successivi anni continuò a entrare e uscire di prigione per furto e possesso di stupefacenti.
Nell’estate del 1990 le sue torbide perversioni diventano sempre più pressanti e a questo punto decide di metterle in atto: comincia a seguire le ragazze fuori dai locali con la precisa e folle idea di porre fine alle loro vite. In poco più di due mesi uccise tre donne e con ogni probabilità avrebbe proseguito nel suo delirante progetto se non fosse stato arrestato.
La condanna
Russell viene mandato a processo e il 25 Ottobre 1991 la giuria lo riconosce colpevole di tre omicidi condannandolo a due ergastoli più 28 anni di prigione, il che significa che non uscirà mai dal carcere. Attualmente si trova rinchiuso a Clallam County.
Il modus operandi di George Waterfield Russell lo rende uno dei serial killer più peculiari e perversi che siano mai esistiti. Uccideva le vittime con violenti colpi di arma contundente alla testa, spesso accanendosi su di loro anche a calci e pugni. Ma non si fermava all’omicidio: il suo obiettivo era quello di violare, manipolare ed esporre i corpi senza vita in pose sessualmente umilianti. Il suo era un messaggio distorto attraverso il quale voleva comunicare tutto il suo disprezzo verso il genere femminile.
La firma psicologica di un maniaco senza limiti.
Fonti:
murderpedia.org – George Waterfield Russell
PubMed – The rarity of “unusual” dispositions of victim bodies: staging and posing
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