Il collezionista di ossa: un macabro caso italiano irrisolto

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La vicenda del collezionista di ossa è una storia di cronaca inquietante e misteriosa, accaduta 11 anni fa e a cui ancora oggi si cerca di dare risposta. Sicuramente se non sapessimo che è accaduta realmente penseremmo che fosse uscita dalla mente di qualche abile scrittore di racconti horror vista l’assoluta particolarità degli eventi.

Un caso intricato e oscuro che rimane impresso nella mente.

Roma, 27 Luglio 2007. Sono le 15:30 quando in Via della Pescaglia viene segnalato un incendio all’interno di un canneto. I Vigili del Fuoco intervengono prontamente per spegnere le fiamme. Gli addetti riescono a estinguere il fuoco e dopo aver messo la zona a sicuro effettuano un sopralluogo per verificare gli effetti dell’incendio.

Muovono i primi passi all’interno dell’area, trovandosi davanti a una scoperta inquietante: sul luogo è presente un teschio umano. A pochi metri di distanza vengono rinvenuti una serie di resti scheletrici che compongono una figura anatomica umana, disposti in maniera accurata, quasi come se fossero stati posizionati

Uno scenario che lascia senza parole. A chi appartengono quelle ossa?

Vengono avvisate le autorità. La Polizia arriva sul posto e comincia a ispezionare la zona, trovando nelle vicinanze dello scheletro un marsupio blu. Al suo interno sono presenti un mazzo di chiavi e un documento d’identità rovinato dalle fiamme.

L’indagine viene ufficialmente avviata. La Polizia Scientifica riesce a risalire ai dati del proprietario della carta d’identità e delle chiavi rinvenute sul luogo dell’incendio. Si chiama Libero Ricci, pensionato scomparso il 31 Ottobre del 2003.

Libero, ex artigiano decoratore, scomparve dopo essere uscito di casa per una normale passeggiata. Da quel momento in poi si persero le sue tracce. Abitava a poco più di 1 km da Via della Pescaglia.

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Dopo questa scoperta il caso sembrerebbe essere vicino a una soluzione. L’ipotesi più probabile è che quei resti appartengano al pensionato sparito quasi quattro anni prima. Non ci sono ossa doppie, motivo per cui si presuppone che lo scheletro appartenga a una sola persona. Viene disposto l’esame del DNA. Nessuno in quel momento immagina che in realtà la situazione è decisamente più complessa.

Nel 2010 arrivano i risultati delle analisi, i quali raccontano una verità inaspettata. I resti non sono di Libero Ricci.

A rendere l’intero quadro ancora più enigmatico è il fatto che le parti scheletriche non sono riconducibili a un solo individuo ma risultano essere provenienti da cinque persone.

Nello specifico:

  • Il teschio e la spina dorsale appartengono a una donna deceduta tra il Novembre 2002 e il Novembre 2006, l’età è calcolata fra i 45 e i 55 anni
  • La tibia destra appartiene a un’altra donna, di età indicativa tra i 20 e i 35 anni, morta fra il Novembre 1992 e il Febbraio 1998
  • La fibula destra risulta essere di un altro soggetto di sesso femminile, tra i 35 e i 45 anni e deceduta fra l’Aprile 1995 e il Dicembre 2000
  • Scapola e arto superiore destro provengono da un uomo, morto tra il Febbraio 2002 e l’Ottobre 2006 fra i 40 e i 50 anni d’età
  • Il femore destro appartiene a un altro uomo, tra i 25 e i 40 anni, deceduto fra il Febbraio 1986 e l’Ottobre 1989

Una serie di rivelazioni che lasciano scioccati. Di chi sono quelle ossa? Come sono morte queste persone? E perché qualcuno aveva avuto l’esigenza di ricomporle in modo da farle sembrare un unico scheletro?

Ma le notizie sorprendenti non finiscono qui.

Nel tentativo di risalire alle identità di questi soggetti ignoti gli esperti tramite test genetici giungono a una circostanza piuttosto indecifrabile. Risulta infatti che la donna a cui appartengono il teschio e la spina dorsale potrebbe avere una parentela per linea materna con Libero Ricci, l’uomo scomparso nel 2003 e di cui sono stati ritrovati i documenti sulla scena.

Una scoperta che fa nascere altri dubbi e perplessità.

Gli inquirenti avviano un indagine per omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Nel frattempo si cerca di dare un nome e un volto a quei resti. Gli investigatori iniziano a scandagliare gli archivi delle persone scomparse tra il 1986 e il 2006, tuttavia non vengono registrati esiti risolutivi in questa direzione, almeno fino ad oggi.

Sullo sfondo di tutto ciò aleggia un oscuro interrogativo. Chi è l’artefice della disposizione precisa e quasi rituale di quelle ossa?

La prima ipotesi che viene presa in considerazione è quella di un profanatore di tombe che per qualche motivo aveva messo insieme i resti di persone decedute sottraendole dai loro sepolcri. Tuttavia questa tesi si scontra con le analisi del medico legale, dato che sulle ossa non viene rilevata alcuna traccia di zinco né di altri materiali che possano far pensare alla giacenza dentro a una bara.

Si trattava forse di un serial killer? La teoria non è da scartare a priori, considerando la macabra messa in posa dei resti scheletrici e l’età che, seppure attribuita in maniera indicativa, fa capire che si tratta di persone giovani o di mezza età. Purtroppo non è possibile risalire con precisione alle cause della morte. In mancanza di ulteriori riscontri anche questa pista si chiude.

L’8 Marzo del 2011 l’inchiesta viene archiviata.

Alla fine di questa vicenda restano aperti molti punti interrogativi. Che fine ha fatto Libero Ricci? Di chi sono quelle ossa? Sono state fatte trovare di proposito? E da chi?

La sensazione che resta è che con quel ritrovamento qualcuno avesse voluto mandare un messaggio che non è stato ancora compreso e che non sappiamo se comprenderemo mai.

Quello che possiamo augurarci è che si arrivi a una soluzione della vicenda. Qualsiasi fossero le intenzioni del “collezionista di ossa”, possiamo presumere che si tratta di un soggetto con tendenze necrofile, nella migliore delle ipotesi, qualora non fosse un assassino seriale che è sfuggito alla cattura per anni e che potrebbe girare tutt’oggi a piede libero nelle strade.

Confidiamo sul fatto che prima o poi il tempo saprà darci delle risposte sia sull’identità dei resti che su quella del loro compositore.

Fonti:

chilhavisto.rai.it – Il mistero del pensionato scomparso e dello scheletro fatto con le ossa di altre cinque persone
criminalintent.it – Il collezionista di ossa della Magliana. Un cold case che non può permettersi di rimanere tale
espressione24.it – I grandi delitti di Roma. Il Collezionista di ossa della Magliana
poliziapenitenziaria.it – Il collezionista di ossa della Magliana