Steve Prefontaine: un uomo nato per correre

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Piccola premessa: in questi giorni si stanno disputando i mondiali di atletica leggera a Eugene, nello stato dell’Oregon, e di conseguenza non posso non pensare alla storia di un atleta che seppur non abbia mai vinto un alloro olimpico o titolo iridato, ne aveva più di tutti e in tutti i sensi. Proverò a raccontarvela. 

Steve Prefontaine, come James Dean, è nato sotto il segno dell’acquario e di un destino tragico, segnato dalla morte prematura a soli 24 anni.

Nato nel 1951, Pre, come veniva affettuosamente chiamato dai suoi fan, si presentò alle Olimpiadi di Monaco 1972 per vincere non una medaglia qualsiasi, ma la “medaglia” e celebrare così la Dea della vittoria Nike.

Allenato da Bill Bowerman creatore e co fondatore -assieme a Phil Knight- della Nike, Steve Prefontaine fu il primo testimonial dell’azienda di Beaverton nell’Oregon.

Un “testimonial” atipico con i suoi capelli lunghi e biondi, quei baffetti e quel suo modo di essere un “ribelle con una causa”.

Con il suo contributo Prefontaine diede una spallata al monopolio dell’AAU (Amateur Athletic Union) sull’atletica leggera americana, senza però vedere il raggiungimento del risultato. Era il 1978, e Pre era già morto da tre anni, quando il Congresso Americano approvò l’Amateur Sports Act. Una conquista di tutti quegli atleti americani che volevano svincolarsi dal monopolio dell’AAU, che decideva ancor prima degli atleti, dove avrebbero dovuto gareggiare ed oltretutto intascando la maggior parte dei proventi destinati a quest’ultimi.

Nella sua esistenza Steve non ebbe molta fortuna nelle conquiste dei titoli, soprattutto per quanto riguarda la sua prima ed unica esperienza olimpica.

Era il 10 settembre 1972 e all’Olympiastadion tutto era pronto per la finale olimpica dei 5000 metri piani.

Steve Prefontaine's Gutsy 5000m at the 1972 Olympics (Final 1500m)

Da sempre un atleta ed uomo non avvezzo ai compromessi, Steve Prefontaine decise di adottare una tattica folle: non avere una tattica, ma dettare il ritmo dal primo all’ultimo metro.

Steve riuscì a coinvolgere lo stadio intero, riportandolo alla vita, dato che qualche giorno prima, il 6 settembre del 1972 ci fu l’epilogo del tragico evento terroristico, -dove morirono 11 atleti israeliani, cinque terroristi ed un poliziotto tedesco- che segnò le olimpiadi di Monaco.

Pre corse meravigliosamente fino alla fine,  ma poi l’incanto si ruppe all’utima curva, quando l’atleta statunitense venne superato nel finale da Lasse Virén, Mohammed Gammoudi e Ian Stewart.

Giunse quarto, sconsolato, ma con la voglia di prendersi la rivincita quattro anni dopo, ai giochi olimpici  di Montreal nel 1976. Quel giorno non arrivò mai, come James Dean, un incidente automobilistico gli tolse la vita, ma non l’immortalità, grazie alla sua attitudine dentro e fuori dalla pista, perchè come amava dire Pre non gareggiava per vincere, ma per capire chi avesse più fegato. Lui, Steve Roland Prefontaine, ne aveva più di tutti.