La ruvida eleganza di Claudio Gentile

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Cari lettori, questo pezzo parlerà di calcio, ma un pizzico di musica in fondo lo contiene, basti solo che vi dica una data: 11 luglio 1982.

A Madrid tutto era pronto per la finale del Mundial tra Germania Ovest ed Italia, al comunale di Torino invece le persone aspettavano gli Stones, anche se l’attesa era dovuta al fatto che la band aveva anticipato l’inizio del concerto: di fronte alla nazionale di calcio, non c’è partita, Churchill docet.

Sappiamo tutti come è andata la finale con quel 3 a 1 pronosticato da Jagger, e purtroppo sappiamo bene come è finita anzitempo la carriera di allenatore di Claudio Gentile, dimenticato dal calcio, -nonostante i successi da allenatore della nazionale under 21: la vittoria dell’europeo e il bronzo olimpico, sempre nel 2004- ma indimenticabile eroe di “Spagna 82”.

Le sue marcature su Maradona e Zico sono entrate nella leggenda: fedele all’undicesimo comandamento dettatogli da Enzo Bearzot, Claudio Gentile non li fece girare in alcun modo.

Quelle partite contibuirono ad affibbiargli un’immagine da cattivo, forse saranno stati i suoi baffi alla Lee Van Cleef, o per il suo modo di intendere la marcatura: un duello western tra lui e l’avversario, nessun’altro.

Eppure, a dispetto di questo, nelle sue oltre cinquecento partite in carriera, Claudio Gentile non è mai stato espulso per gioco scorretto, ad eccezione del rosso rimediato nel ritorno della semifinale di Coppa di Campioni 1977/1978: Bruges/Juventus.

Claudio Gentile emana gentilezza, discrezione e sensibilità, la stessa che nella docuserie targata Sky, “Italia vs. Brasile 3-2 la partita” lo ha portato al pianto: “La gente non capiva l’impresa che abbiamo fatto”.

Da qualche anno Claudio non fa più l’allenatore, ma lui, senza fare troppo rumore, se ne sta nel “suo” lago di Como a trascorrere la sua esistenza impiegando il suo tempo pedalando con la sua amata bicicletta; gli avranno anche tolto il calcio, ma la bici non gli ha tolto la sua attitudine al sacrificio, ma soprattutto, la storia non gli toglierà mai il posto nell’immortalità del calcio e in una delle filastrocche calcistiche più famose del mondo: “Zoff, Gentile, Cabrini”.

Grazie Claudio, grazie ragazzi per una delle favole più belle della nostra storia sportiva.